VERONA - Era morto dopo essere stato picchiato da quattro naziskin. Per l'omicidio di Nicola Tommasoli la Corte d'Assise della città veneta ha emesso condanne per complessivi 50 anni di carcere. Il giovane grafico 28enne era stato aggredito la notte del primo maggio 2008 ed era morto dopo cinque giorni di agonia. Un fatto che aveva sollevato grande clamore. Poche ore dopo il pestaggio, i responsabili erano stati individuati e catturati dalla polizia. Si trattava di giovanissimi, legati agli Ultras del Verona e vicini a movimenti di estrema destra.
La corte ha condannato a 14 anni di detenzione i ventunenni Nicolò Veneri e Federico Perini, a 12 anni il ventenne Raffaele Dalle Donne, a dieci anni Guglielmo Corsi, ventunenne. Assolto invece un quinto imputato, Andrea Vesentini. I quattro condannati dovranno inoltre pagare 100 mila euro a favore dei genitori di Tommasoli, 80 mila euro a favore della ex fidanzata della vittima e 30 mila euro per il fratello. Il collegio giudicante, composto da sette giudici popolari e presieduto da Dario Bertezzolo, ha accolto quasi completamente la richiesta del pm Francesco Rombaldoni che aveva chiesto 72 anni di carcere complessivi.
Il commento della famiglia. Soddisfatta la famiglia di Tommasoli, secondo quanto riferito dall'avvocato Franco Rossi Galante: "Fu un'aggressione, il povero Nicola passava di lì per caso, la gravità del fatto è proprio questa".
La ricostruzione dell'aggressione. "Si mossero tutti come un sol uomo, i cinque ragazzi che gironzolavano per la città erano una miscela esplosiva: Perini, Veneri e Dalle Donne sono noti e noto è il gruppo di appartenenza nel quale si è inserito Corsi, fisicamente prestante. Lui è stato il detonatore a cui gli altri sono andati dietro, senza esitazione", ha detto il pm Rombaldoni riferendosi al gruppo di ragazzi che mise in atto l'aggressione mortale.
("la Repubblica Online", 15 settembre 2009)
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