lunedì 31 agosto 2009

Feltri senza vergogna

"A proposito. Il cardinale Bagnasco giudica disgustoso il nostro attacco, ma non giudica disgustoso l’episodio che lo ha generato e di cui è stato protagonista Dino Boffo. Che razza di morale è questa? Da quando in qua raccontare un reato è peggio che commetterlo?"

Caro Vittorio Feltri, che ho citato da qui, ma se sono quindici anni che ci spaccate le palle quando parliamo delle questioni giudiziarie di Berlusconi e dei suoi sodali forzitalioti, di Andreotti e delle sue frequentazioni mafiose... E ora fate la morale a quelli che ritengono il vostro attacco schifoso a Dino Boffo qualcosa, perlappunto, di schifoso?

Siete dei contorsionisti privi di qualsiasi coerenza. Ecco.

sono tutti comunisti!

Ok, ce l'hanno tutti con lui: l'Economist, il Financial Times, il Wall Street Journal, il Guardian, El Pais, Travaglio, Montanelli, Avvenire, Famiglia Cristiana, il Vaticano e Paolo Guzzanti... Ma siamo proprio sicuri che siano TUTTI parte del complotto comunista? O forse, dico forse, il DUBBIO che QUANTOMENO QUALCOSINA di sbagliato l'abbia fatto pure lui? Amici berlusconiani, che ne dite?

giovedì 27 agosto 2009

i terroni stanno sempre un po' piu' a sud

Non mi risulta che i giornali italiani lo riportino, ma quelli norvegesi si:

Al concerto dell'altro giorno a Bucarest, capitale della Romania, Madonna ha fatto due pause nel suo spettacolo prima per criticare la criminalizzazione e discriminazione dei rom, poi per criticare la discriminazione degli omosessuali. In entrambi i casi, migliaia di spettatori l'hanno fischiata pesantemente.

Questa e' la natura umana: non importa quanto tu sia discriminato, qualcuno che sta messo peggio di te sul quale sfogarti e al quale dare la colpa di tutto lo trovi sempre.

il razzismo allo scoperto

Afghanistan: Pentagono stila lista nera giornalisti

Ansa, da Washington, 00:29

Il Pentagono, preoccupato dalla perdita di sostegno tra gli americani alla guerra in Afghanistan, ha affidato ad una societa' esterna l'incarico di stilare una lista dei giornalisti che chiedono di seguire le truppe al fronte ("embedded"). I reporter sono divisi tra "buoni" e "cattivi" a seconda se i loro articoli sono vicini alla linea ufficiale delle forze armate Usa. E' quanto rivela, paradossalmente, "Stars and Stripes", il quotidiano finanziato dalle forze armate Usa ma la cui linea editoriale e' indipendente dal Pentagono. In sintesi la societa' Rendon Group valuta i precedenti pezzi dei reporter che chiedono di andare in Afghanistan qualificandoli come "positivi", "negativi" o "neutrali" in base non all'accuratezza del pezzo ma a se mettono in buona o cattiva luce l'attivita' delle truppe. Non solo. Gli specialisti della Rendom offrono anche consigli su come influenzare i giornalisti Il portavoce del Pentagono Bryan Whitman ha negato tutto spiegando che la Difesa non valuta i giornalisti in base al fatto che siano piu' o meno favorevoli alle forze armate.


(27 agosto 2009)

martedì 25 agosto 2009

politica norvegese

Sul mio blog "personale" sulla mia vita a Bergen ho pubblicato un piccolo compendio di politica norvegese in vista delle elezioni del 2009, che temo saranno vinte dai populisti razzisti e ultraliberisti del FRP.

L'attuale governo, in carica dal 2005, è presieduto da Jens Stoltenberg dei Laburisi in coalizione con la Sinistra Socialista (= sinistra radicale, per la prima volta al governo) e il Partito di Centro.

lunedì 24 agosto 2009

scoop del giornale: l'Iran ha la bomba atomica

Sul giornale di domenica 23 agosto campeggia l'editoriale di Vittorio Feltri, il neodirettore giunto da Libero. Nell'editoriale si legge chiaramente: "l'Iran ha la bomba atomica". Balla clamorosa, ma tant'è. Che importa il giornalismo? L'Ordine dei Giornalisti protesterà per questa sparata che ha del clamoroso? Il governo iraniano chiederà al governo italiano di fare una reprimenda contro "il Giornale", così come il governo israeliano ha fatto nei confronti del governo svedese per questo articolo dell'Aftonbladet svedese?

giovedì 20 agosto 2009

Iraq, "si stava meglio quando si stava peggio?"

Dopo gli attentati che ieri sono costati la vita a 95 persone, stamane a Bagdad è esplosa una bicicletta-bomba. Due i morti, e otto i feriti.

lunedì 17 agosto 2009

il silenzio su Fondi (LT)

Il 31 luglio 2009, il Consiglio dei Ministri ha respinto la richiesta del Prefetto di Latina Bruno Frattasi, appoggiata dal Ministro degli Interni Roberto Maroni, di sciogliere il Comune di Fondi (Latina) per infiltrazioni mafiose di camorra e 'ndrangheta. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi afferma: nessun componente della giunta e del consiglio comunale è stato toccato da un avviso di garanzia . Il sindacato dei prefetti esprime solidarietà a Frattasi. I giornali "dimenticano" la notizia... Ma cosa sta succedendo a Fondi?

Il retroscena. Fondi è una cittadina di 30'000 abitanti in provincia di Latina, nota per ospitare il secondo mercato ortofrutticolo d'Europa (il più grande dopo quello di Parigi). Secondo Wikipedia, per Fondi passano all'incirca 1,15 milioni di tonnellate di prodotti ortofrutticoli l'anno. Un giro d'affari che, a quanto pare, non è passato inosservato agli occhi delle mafie italiane.

Secondo quello che racconta il giornalista Attilio Bolzoni a Repubblica, l'ex Assessore ai Lavori pubblici di Fondi, Riccardo Izzi, ha rivelato al prefetto di Latina di essere stato eletto nel 2006 grazie ai voti della 'ndrangheta, e sostiene che il sindaco di Forza Italia Luigi Parisella e altri assessori vengano "condizionati" dalle loro "amicizie" mafiose.


L'intervento del prefetto. Dopo una lunga serie di indagini, il prefetto chiede l'intervento di una commissione, costituita da un funzionario della prefettura di Messina, dal viceprefetto vicario e dal vicequestore di Latina e da un tenente dei Carabinieri. Le loro conclusioni sono riassunte in una relazione di 507 pagine al Ministro degli Interni, presentatagli ufficialmente l'8 settembre 2008, in cui si chiede di sciogliere il consiglio comunale: "l'accesso, con evidenza documentale, ha consentito insomma di accertare che le diverse situazioni venute ad emergere, di per sé costituenti gravi, quando non gravissime, violazioni dei principi di imparzialità, trasparenza e buon andamento, non corrispondono ad episodici quanto deprecabili casi di cattiva amministrazione, ma presentano, anche per il fatto di riguardare ogni settore della vita amministrativa, il carattere della sistematicità. La qual cosa, unita all'oggettiva agevolazione di interessi economici di elementi contigui alla criminalità organizzata o da considerare ad essa affiliati, conferisce al quadro di insieme una pericolosità tale da dover essere fronteggiata con gli strumenti di rigore previsti dall'articolo 143 del testo unico".

A questo punto, la tempistica italiota prende il sopravvento anche sul "governo del fare". Passano ben 6 mesi: il 2 aprile 2009, Roberto Maroni, Ministro degli Interni, durante una interrogazione parlamentare, afferma di avere trasmesso la richiesta di scioglimento al Consiglio dei Ministri, che non ha ancora preso una decisione. Secondo quanto affermano in una nota i partiti del centrosinistra, la trasmissione della richiesta da Maroni al Consiglio è avvenuta a novembre del 2008.

Nonostante Maroni, il 14 maggio 2009 la parlamentare del PD Sesa Amici presenta una nuova interrogazione parlamentare per informarsi sullo stato della questione. Maroni si dice favorevole allo scioglimento del consiglio comunale e promette nuovamente di chiedere al Consiglio dei Ministri di procedere al più presto. Il tutto non è ancora stato fatto perché alcuni ministri hanno chiesto di visionare la relazione del prefetto, dopo che la questione è stata discussa nel Consiglio dei Ministri dell'8 maggio.

Passano altri 3 mesi, e il 31 luglio 2009 arriva la risposta del Consiglio dei Ministri: lo scioglimento del Comune di Fondi non avrà luogo.

Il 15 agosto 2009, Silvio Berlusconi e Roberto Maroni tengono una conferenza stampa, annunciando nuovi provvedimenti per combattere la criminalità. Alla domanda del giornalista di Repubblica Alberto Custodero sulle motivazioni dietro al mancato scioglimento di Fondi, Berlusconi e Maroni rispondono che ci sono due motivazioni dietro il rifiuto dello scioglimento, una tecnica e una concettuale. In primo luogo, essendo state riscritte le regole sullo scioglimento dei Comuni, il Consiglio dei Ministri ha chiesto una nuova relazione al prefetto, sentendo la necessità di riesaminare la faccenda alla luce delle nuove disposizioni. Tralasciando questa motivazione alquanto artificiosa (ragioni di urgenza avrebbero chiesto una iniziativa immediata sin da ottobre 2008, non un continuo temporeggiare, fino ad appellarsi a un cavillo tecnico per temporeggiare ancora), vi è anche una motivazione più concreta: nessun membro del consiglio comunale è stato indagato, pertanto il Consiglio dei Ministri considera al momento eccessiva la richiesta di scioglimento avanzata dal prefetto.


Il silenzio dei giornali. La conferenza stampa di Berlusconi e Maroni ha fatto il giro dei giornali, eppure i dettagli relativi alla questione Fondi sono stati completamente ignorati da molti dei maggiori quotidiani: Il Corriere della Sera, Il Giornale, La Stampa non ne fanno alcun cenno (o almeno, non ne abbiamo trovato traccia nell'archivio online - saremo felici di essere smentiti in tal senso); ne parlano invece Repubblica e Messaggero.

Come avete potuto vedere, non c'è niente di "strano" nella domanda né nella risposta; è invece piuttosto strano che alcuni dei più importanti giornali italiani non nominino un importante sviluppo di una questione di primissimo piano come la situazione della criminalità organizzata nel sud del Lazio. Ma forse avrebbe tolto spazio alla storia d'amore tra George Clooney ed Elisabetta Canalis.

Il Sindacato dei Prefetti aveva già contestato la decisione del governo, con un comunicato stampa sul proprio sito ufficiale, datato 7 agosto 2009, in cui il Presidente del Sindacato Giuseppe Forlani scrive: "In nessun caso finora i motivi dei vari rinvii sono stati di tipo tecnico-giuridico, o comunque attinenti al merito della proposta, fondata su elementi di fatto e di diritto già rigorosamente accertati e documentati dal Prefetto. Altre ragioni sono e devono restare estranee alla conclusione di una procedura essenziale nell'azione tenace e continua contro l’infiltrazione mafiosa nelle pubbliche amministrazioni, vero cancro della legalità e della democrazia." Anche questa notizia, naturalmente, è passa completamente sotto silenzio.


Fonti

L'articolo di Attilio Bolzoni su Repubblica che riassume la vicenda di Fondi e la richiesta di scioglimento del consiglio comunale:

http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/cronaca/cosche-lazio/cosche-lazio/cosche-lazio.html


Un'interrogazione parlamentare del 2 aprile in cui si citano la relazione del prefetto e la volontà di Maroni di sciogliere il consiglio comunale:

http://documenti.camera.it/leg16/resoconti/assemblea/html/sed0177/allegato_a.interrogazioniRispostaImmediata.01.htm


Un articolo del 4 aprile nota come Maroni abbia inoltrato e appoggiato la richiesta di scioglimento del Comune:

http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=6852


Il video dell'interrogazione parlamentare di Sesa e della risposta di Maroni il 14 maggio 2009:

http://www.youtube.com/watch?v=JyLBZZO3HCU&feature=channel


Un articolo del Giornale manipola la notizia dell'interrogazione parlamentare del 15 maggio, sostenendo che sia il PD a chiedere lo scioglimento per infiltrazioni mafiose e riuscendo a non nominare nemmeno il prefetto di Latina e il fatto che la questione sia sul banco del governo sin da ottobre 2008:

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=351326&PRINT=S


Un articolo del 22 giugno 2009 cita alcune considerazioni della Direzione Distrettuale Antimafia sulla situazione mafiosa a Fondi:

http://www.lacittadifondi.it/modules.php?name=News&file=print&sid=2086


Un'ulteriore interrogazione parlamentare del 16 luglio fa luce su alcune date e tempistiche:

http://www.camera.it/resoconti/dettaglio_resoconto.asp?idSeduta=204&resoconto=stenografico&indice=alfabetico&tit=00040&fase=00040


Il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri in cui si rinvia la decisione riguardo il comune di Fondi:

http://governo.it/GovernoInforma/Comunicati/dettaglio.asp?d=48973


Il comunicato del Sindacato dei Prefetti che critica la scelta del governo e un articolo di un giornale locale che tratta la questione:

http://sinpref.it/comunicati9.htm

http://www.latina24ore.it/latina/4469-legalita-il-sindacato-dei-prefetti-esprime-solidarieta-a-bruno-frattasi.html


Il video, tratto dalla conferenza stampa del 15 agosto, con la domanda posta dal giornalista Alberto Custodero di Repubblica e le risposte di Berlusconi e Maroni.

http://www.youtube.com/watch?v=PTQS1Ucppxc


Gli articoli che trattano della conferenza stampa del 15 agosto e che ignorano completamente la questione Fondi:

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=374500
http://www.corriere.it/politica/09_agosto_15/berlusconi_viminale_conferenza_stampa_de8d0ff6-897e-11de-a4ad-00144f02aabc.shtml
http://lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200908articoli/46429girata.asp

domenica 16 agosto 2009

Sequestrati beni all'ex-Udc Inzitari per collusione con la ndrangheta

La magistratura di Reggio Calabria ha disposto il sequestro di beni per un valore di 50 milioni di euro nella disponibilità dell'imprenditore Pasquale Inzitari, arrestato nel maggio 2008 -- quando ricopriva la carica di dirigente dell'Udc calabrese dopo essere stato candidato al Senato -- attualmente ai domiciliari con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso.

"Il quadro indiziario mette in evidenza la figura di un imprenditore non solo colluso con la criminalità organizzata ma addirittura legato alla stessa da accordi di reciproco vantaggio, attraverso i quali è stato consentito un anomalo sviluppo delle sue imprese nel libero mercato", si legge nell'ordinanza del tribunale, visionata da Reuters.

"Tali accordi hanno indubbiamente prodotto un plusvalore, conseguito grazie alla capacità intimidatoria del sodalizio criminale, che ha consentito alle imprese di Inzitari di imporsi sul mercato".

Al momento non è stato possibile raggiungere i legali di Inzitari.

Il valore del patrimonio, spiegano gli investigatori, è di circa 50 milioni di euro. Sono stati sequestrati gli interi capitali sociali delle società Indefin sas, Nifral sviluppo srl, di cinque aziende con sede a Rizziconi (RC), quattro appartamenti, cinque grossi magazzini, due terreni, un fabbricato, oltre ad auto, moto, conti correnti, libretti di deposito, azioni, obbligazioni e certificati di deposito.

Inzitari -- che dopo il suo arresto, nell'ambito dell'operazione "Saline", è stato sospeso dall'Udc -- era titolare del 33% del capitale sociale anche delle società Devin property srl, Devin King srl, e Crazy red srl e il provvedimento del tribunale spoglia lui e la moglie anche di quelle partecipazioni.

"Appaiono sussistere sufficienti indizi in ordine all'appartenza di Pasquale Inzitari all'associazione di tipo mafioso denominata cosca Mammoliti Rugolo, clan di 'ndrangheta che opera nel territorio della piana di Gioia Tauro".

Secondo la Dda antimafia di Reggio Calabria, l'ex politico stringeva patti coi mafiosi del clan Rugolo per sbaragliare la concorrenza e fare affari.

(Reuters, 16 agosto 2009)

sabato 15 agosto 2009

il capitalismo totalitario e il futuro del socialismo (parte seconda: dove andare)

Fatte tutte queste considerazioni, viene da chiedersi: ma c'è ancora bisogno della sinistra in Europa? E in questo caso, quale dovrebbe essere il futuro della sinistra oggi? Di cosa si dovrebbe occupare?

La risposta è più semplice di quello che sembra: la sinistra vede il suo scopo futuro nella difesa dello stato sociale e dei diritti sindacali. E' ancora una volta proveniente dal passato la parola chiave che mostra la via: internazionalismo.

A seguito del crollo del comunismo e dell'apertura dei mercati, multinazionali e imprese hanno provato a trasferire quanto più possibile il lavoro nei paesi in via di sviluppo. Infatti lo stato sociale, con quello che comporta a livello di tasse e contributi, ha oggigiorno un ruolo preponderante nei costi, e proprio per questo motivo all'impresa, per massimizzare i profitti, conviene spostarsi in paesi nei quali i diritti sindacali sono pressoché assenti.

Contemporaneamente, in Europa imprenditori e multinazionali premono sulla politica perché smantelli lo stato sociale, in modo che il Primo Mondo torni competitivo con il Terzo. Manna dal cielo per le destre liberiste e ultraconservatrici; mentre le sinistre tacciono sbigottite, come una mosca che sbatta contro il vetro di una finestra mentre la finestra successiva è aperta, spalancata.

Mi resta difficoltoso immaginare il motivo che ha portato le sinistre all'incapacità di formulare il più semplice dei concetti: portare i diritti sindacali e lo stato sociale ai paesi e ai lavoratori che non ce li hanno. I modi per raggiungere questo risultato devono essere studiati, ma indubbiamente passano per: un diritto sindacale internazionale, regole dello stato sociale condivise dai paesi che si scambiano le merci, e sicuramente il concordare una tabella di marcia che porti i paesi privi di welfare a paesi in linea con le conquiste sindacali e sociali dell'Europa occidentale. Questo punto è fondamentale per consentire un progressivo allineamento, senza distruggere le economie di tali paesi, dato che mettere loro un embargo a meno che non abbraccino le nostre leggi sociali domani sarebbe una condanna a morte economica. Una tabella progressiva garantirebbe invece la convenienza degli investimenti per almeno una certa parte di industrie e multinazionali, e la possibilità di costruire un'impresa e una economia locali. Un piano ventennale, per esempio, potrebbe essere studiato e imposto. Esportare la democrazia esportando diritti con il "ricatto" dell'economia - molto meglio che esportarla con le armi. E senza neanche danneggiare le imprese: una volta che embarghi, sanzioni, libertà di esportare e regole per l'impresa fossero ben funzionanti, e si andasse verso un regime economico internazionale ben regolato, non ci sarebbe bisogno di tagliare i diritti e lo stato sociale per migliorare la propria posizione economica, dato che tutte le imprese del settore sarebbero "colpite" allo stesso modo. Si avrebbe invece una condizione di partenza "uguale" nella quale il miglior prodotto (e di conseguenza il miglior imprenditore) avrebbe la meglio - il che dovrebbe essere perfettamente in linea con quanto auspicato dagli economisti di scuola liberista. Regole uguali per tutti entro le quali muoversi.

E' chiaro che non si tratta di un obiettivo facilmente perseguibile; ma intanto siamo favoriti dall'esistenza dell'Europa Unita. Tutti i gruppi socialisti e massimalisti presenti in Europa dovrebbero avere questo obiettivo condiviso, partendo innanzitutto dall'omogenizzazione dello stato sociale europeo, dai diritti di tutti i cittadini europei. Ci sono numerose altre battaglie che si possono combattere, e non si devono dimenticare quelle dei diritti civili; ma la bandiera dell'internazionalismo laburista non solo può ancora sventolare, ma deve, se si vuole avere una speranza di portare una qualche forma credibile di alternativa democratica e di giustizia al mondo capitalista nel quale viviamo.

venerdì 14 agosto 2009

Labirinto tv, il telespettatore paga la guerra di Rai e Mediaset a Sky

di ANTONIO DIPOLLINA

MILANO - Perché non si vede la partita? L'estate dello scontento televisivo vive di repliche infinite e di colpi di mano: che aprono interrogativi pesanti sull'immediato futuro, quando la gente tornerà dalle vacanze e sarà a casa. La domanda iniziale è risuonata l'altra sera. Se la sono posta quei telespettatori che da tempo sono abituati a guardarsi i canali principali (da Raiuno a Canale 5, da Raitre a La7, quelli in chiaro, insomma) attraverso il decoder di Sky. Un decoder che hanno in casa perché pagano regolare abbonamento per i canali di Murdoch, ma attraverso il quale è sempre stato più che comodo guardarsi Rai e Mediaset: primo perché basta accendere il decoder, secondo perché sono i primi che si trovano in lista, dal 101 in giù, terzo perché in digitale si vede meglio. Qualcuno nel tempo ha direttamente rinunciato all'antenna terrestre. Altri, in alcune zone, non ricevono il vecchio segnale terrestre-analogico e il decoder di Sky ha rappresentato la soluzione ottimale. Ma non finale.

L'altra sera la Rai ha oscurato via satellite l'amichevole della Nazionale azzurra in Svizzera. Sabato aveva fatto lo stesso con Inter-Lazio trasmessa da Pechino. Il giorno dopo un noto allenatore di serie A è stato intervistato dalla Gazzetta e ha risposto: posso dirvi quello che mi è sembrato leggendo i giornali, perché sono nella casa al mare, qui c'è solo la parabola e la partita non si vedeva.

Questa tendenza compulsiva all'oscuramento nasce in casa Rai in piena guerra tra colossi: Rai e Mediaset hanno stretto un patto di ferro in chiave anti-Sky. Si sono fatti la loro piattaforma satellitare che si chiama Tivusat. Qui sta il primo inghippo: secondo il contratto di servizio, l'altra sera la Rai - che ha l'obbligo di trasmettere su tutte le piattaforme, satellite compreso - in teoria non poteva oscurare la partita. Ma come ha spiegato - in veste imprecisata, ma comprensibile ai più - il viceministro alle comunicazioni Paolo Romani in una lettera al Corriere della sera, quello non vuol mica dire che Rai deve trasmettere su Sky. Infatti in teoria l'altra sera la partita è andata anche sul satellite, appunto per Tivùsat. Il punto è che per ricevere Tivusat serve un apposito decoder che al momento è più introvabile di un Gronchi rosa: e che inoltre costa circa cento euro - particolare questo che viene stranamente fatto passare sotto traccia nelle dichiarazioni ufficiali. Il decoder in questione è nettamente alternativo a quello di Sky: lo si compra, a patto di trovarlo, e si vedono via satellite tutti i canali Rai e tutti quelli Mediaset, compresi quelli trasmessi solo in digitale terrestre. L'invito è chiaro: avete il vecchio decoder e guardavate lì soprattutto Rai e Mediaset? Mollatelo, ne abbiamo uno noi nuovo di zecca e senza pagare abbonamenti.

Tecnicamente, il nuovo decoder serve per assicurare la visione dei canali Rai e Mediaset anche nelle zone dove è difficile la ricezione del digitale terrestre, ossia del sistema destinato a soppiantare del tutto in pochi mesi il vecchio analogico.

Qui stanno altri inghippi: prima di tutto si ammette che il digitale terrestre non è e non sarà mai ricevibile alla perfezione in tutte le zone di un paese piuttosto bizzarro dal punto di vista del territorio. Secondo, se qualcuno avesse avuto intenzione di abbonarsi a Sky perché in quel modo avrebbe visto "anche" i canali Rai e Mediaset, adesso ha un'alternativa molto conveniente a disposizione. Terzo, pare, si dice, che tutto sia l'anticamera per far sparire del tutto i canali Rai e Mediaset dal decoder di Sky (dove, nelle dichiarazioni più o meno ufficiali, si limitano a dire che la cosa gli farà più o meno il solletico: chissà).

Ma attenzione, lo scenario non è indolore per nessuno: i canali Rai e Mediaset sono molto visti attraverso Sky e la pubblicità va di conseguenza (per dire, nella lettera Paolo Romani dichiara secco che non c'è contraddizione, i canali in chiaro di Rai e Mediaset possono stare benissimo sia sul decoder Sky che su quello nuovo Tivùsat). E questo come atto finale di una guerra non dichiarata ma abbondantemente nelle cose e che fa accapponare la pelle a un paese molto attento ai conflitti di interesse (si scherza, eh): ovvero la santa alleanza Rai e Mediaset per arginare l'ascesa della pay tv di Murdoch, o quanto meno per infilare più spilloni possibili nelle possenti carni del colosso di derivazione australiana. Infine, pare, si dice, attraverso il nuovo decoder sat, un giorno la Rai - per ora unica assente - potrà sedersi anch'essa al banchetto della tv a pagamento.

E qui siamo al nostro povero telespettatore, al momento perlopiù ignaro nonché sdraiato in spiaggia. L'oscuramento di Svizzera-Italia via sat può anche essere stato poca cosa (l'Auditel ha comunque registrato quattro milioni e settecentomila spettatori, con il 30% di share), ma il segnale è quello: a settembre, quando si torna a pieno regime, non ci sarà una zona del paese uguale a un'altra, e forse uno spettatore uguale a un altro. Ognuno dovrà fare i conti con quello che riesce a vedere nella propria zona, con i progressivi passaggi al digitale terrestre, e con quello che vuole vedere: nonché con ciò che gli sarà consentito guardare senza correre a comprarsi nuovi decoder, fare nuovi abbonamenti o rinnovarli alle varie pay-tv - a fine agosto il calendario del calcio propone già il derby di Milano, in contemporanea assoluta con il momento di massimo rientro dalle vacanze: ci sarà da divertirsi.

I tre decoder in contemporanea (quello Sky, quello del digitale terrestre, quello nuovo Tivusat) in realtà non servono a nessuno, a meno di non essere particolarmente pazzi. Ma tecnicamente qualcuno che volesse avere davvero tutti i canali a disposizione potrebbe provarci. Nella situazione migliore ci sono i telespettatori di poche pretese, che vogliono solo i canali in chiaro e abitano in zone fortunate dove la ricezione del digitale terrestre è perfetta - ma bisogna avere il decoder dtt o un tv di ultima generazione. All'altro capo ci sono gli spettatori che da anni guardano tutto attraverso il decoder di Sky, che dovranno trovare soluzioni di volta in volta o definitive. In mezzo, altre tipologie di consumo e propensioni, di zone già raggiunte dal digitale, di zone dove non si vedrà mai e così via, ognuno a trovarsi una soluzione, tutti fondamentalmente vittime del casino stellare che sembrerebbe una guerra evoluta e moderna tra grandi operatori tv e che nella realtà è una cosa piccola e confusa, che potrà andare a regime solo in tempi medio-lunghi.

("la Repubblica" online, 14 agosto 2009)

mercoledì 12 agosto 2009

il capitalismo totalitario e il futuro del socialismo (parte prima: problema)

Il filosofo, politologo e teorico costituzionalista Karl Loewenstein ha spiegato il totalitarismo in questi termini:

"The governmental techniques of a totalitarian regime are necessarily Authoritarian. But a totalitarian regime does much more. It attempts to mold the private life, soul, and morals of citizens to a dominant ideology. The officially proclaimed ideology penetrates into every nook and cranny of society; its ambition is total."

"Totalitarian regimes seek to destroy civil society i.e. communities that operate independently of the State."


Riflettendo un poco su questo punto, può apparire interessante fare un confronto tra certi elementi del pensiero capitalista liberista moderno e il totalitarismo. Appare abbastanza chiaro come il pensiero totalitario si sia inserito profondamente nel capitalismo: il rifiuto capitalista di accettare che possa esserci un'altra forma di sviluppo non legata alla pura crescita economica; il rifiuto di accettare regole diverse dal cosiddetto "libero mercato"; la condanna di qualsiasi alternativa come una forma malata di idealismo hippie, pacifista, ingenuo, oppure di statalismo comunista/socialista e quindi spettro e ombra della dittatura; il rifiuto di sottoporre a una forma di discussione o confronto le proprie affermazioni in un atteggiamento che ricorda molto più una religione rivelata che non una elaborazione filosofica o scientifica.

Il pensatore socialista ha auspicabilmente compreso che il pensiero marxista non può essere il termine della riflessione filosofica, e che il comunismo sovietico è stato una dittatura feroce e nazionalista che ha oppresso il proprio popolo e schiavizzato i popoli vicini; il pensatore liberista capitalista non riesce nemmeno ad ammettere i crimini causati dalla propria ideologia: chiama l'economia moderna scienza e verità, chiama i crimini errori, e a denti stretti, quando è di ampie vedute, ammette che possano esserci "applicazioni sbagliate" di essa, e che da codeste derivino i problemi e non da questioni intrinseche all'ideologia stessa.

Lascio che gli sciocchi credano alle favole: la formazione di una entità dominante, di qualsiasi tipo, in ogni situazione, è prodromo e fomite di totalitarismo, e quindi di corruzione mortale, per qualsiasi aspetto della vita umana. Dalla separazione dei poteri alla libertà di opinione, ogni miglioramento della comunità passa inevitabilmente dall'indebolimento del potere e dalla moltiplicazione degli enti, dalla vitalità del maggior numero possibile di idee, dalla massima condivisione delle responsabilità: in una parola, dall'equilibrio.

Non si vede dunque per quale motivo si debba perseguire l'applicazione sistematica di una ideologia, come quei bambini che, giocando con figure geometriche tridimensionali in plastica semirigida, avendo deciso che nel buco del cubo ci voglion mettere la piramide, pur avendo capito perfettamente che la piramide non potrà starci, fan di tutto per incastrargliela, a costo di rovinare irrimediabilmente la figura, e forse anche a deformare la base nella quale le figure vanno inserite.

Purtroppo, non meglio vanno le cose sul fronte delle sinistre. Con il crollo del socialismo sovietico, la sinistra massimalista si ritrova allo stesso tempo da un lato sul banco degli imputati (cosa che non dovrebbe preoccuparla più di tanto, a dire il vero, sempre che si sia dell'opinione che Stalin fu un volgare pluriomicida affabulatore, e non un maestro di politica) e dall'altro priva di un punto di riferimento (e anche questo non dovrebbe preoccuparla più di tanto, sempre che si sia dell'opinione che l'URSS fosse una volgare distorsione totalitaria, e non lo specchio fedele ed esito inevitabile del sogno vagheggiato da Marx ed Engels). Allo stesso tempo, la sinistra riformista si trova nella non invidiabile posizione di aver terminato le riforme - e per paura che ogni successiva riforma possa essere accusata di statalismo filosovietico, e per l'obiettivo collassare dello stato sociale, che nell'Europa socialdemocratica si sta trasformando in una micidiale zavorra dei sogni di sviluppo che ormai hanno del tutto drogato e inquinato il pensiero di tanta gente anche a sinistra, nell'esecuzione perfetta dell'obiettivo del totalitarismo consumista (e qui torniamo al principio, e chiudiamo il circolo vizioso): il pensiero totalitario liberista capitalista consumista, infatti, riesce nello scopo di "mold the private life, soul, and morals of citizens to a dominant ideology. The officially proclaimed ideology penetrates into every nook and cranny of society; its ambition is total".

domenica 9 agosto 2009

alcune cose che non vanno nell'informazione questi giorni

Scalfari e Repubblica che presentano la "rivolta" dei siciliani Lombardo e Miccichè (che sventolano l'ipotesi di un Partito del Sud) come uno slancio di indipendenza da Berlusconi e dignità quando si tratta, nella migliore delle ipotesi di una sceneggiata per strappare più soldi (e infatti sono giunti 4 miliardi di euro "speciali" per la Sicilia), e nella peggiore di un segnale che la mafia si sta preparando a un futuro senza Berlusconi;

Travaglio che chiama Vendola il "Berlusconi rosso" e scrive, falsamente e ripetutamente, che Alberto Tedesco (PD), a tutt'oggi l'unico politico inquisito nell'inchiesta di Bari, fu fatto dimettere da Vendola dopo che venne iscritto nel registro degli indagati, quando invece fu fatto dimettere 2 mesi prima per motivi prima di tutto politici; e paragona un politico che, per quanto abbia sbagliato a scrivere tale lettera aperta (riportata nel mio post precedente), non è mai stato nemmeno indagato e ha azzerato la giunta regionale (nonostante nessuno della giunta fosse stato indagato) a un politico pluricondannato, pluriprescritto e pluriinquisito.

Dopo Repubblica, ormai in crisi di credibilità, immagino un analogo futuro per Travaglio: la sua causa si sta trasformando in una lotta per demonizzare qualsiasi alternativa a sinistra per portare voti a Di Pietro? Dovremo scegliere tra i berluscones con cui si fa il gioco delle tre carte (Belpietro, Giordano e Feltri) da una parte, e le spalle editoriali di PD o Di Pietro dall'altra? Dov'è l'informazione libera?

Io intanto ho rinnovato l'abbonamento al Manifesto.

sabato 8 agosto 2009

Vendola, lettera ai magistrati

"L'amore per la verità non mi consente più di tacere. Ho l'impressione di assistere a un paradossale capovolgimento logico per il quale i briganti prendono il posto dei galantuomini e viceversa". Inizia così la lettera che il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, ha inviato al sostituto procuratore della Dda di Bari, Desiree Di Geronimo, che coordina una delle inchieste della Procura barese su un presunto intreccio politica-appalti nel settore della Sanità regionale.
Nichi Vendola

Nichi Vendola continua così: "Io ho la buona e piena coscienza non solo di non aver mai commesso alcun illecito nella mia vita -scrive Vendola - ma viceversa di aver dedicato tutte le mie energie a battaglie di giustizia e legalità. 'Nichi il puro' titola Panorama per stigmatizzare le mie presunte relazioni con un imprenditore che non conosco e a cui ho chiuso, dopo trent'anni, una discarica considerata un autentico eco-mostro (stupefacente notare che "L'Espresso" pubblica un articolo fotocopia del rotocalco rivale: sarebbe carino indagare sul calco diffamatorio che origina questa singolare sintonia di scrittura!). In effetti mi considero un puro: e non rinuncio ad aver fiducia nel genere umano e a credere che la giustizia debba alla fine trionfare. In questi anni di governo ogni volta che ne ho ravvisato la necessità ho adottato provvedimenti tanto tempestivi quanto drastici a tutela delle istituzioni: sono fatti noti, che fanno la differenza tra il presente e il passato. Ma la sua indagine, dott.ssa Degironimo, sta diventando, suo malgrado, lo strumento di una campagna politica e mediatica che mira a colpire la mia persona pur non essendo io accusato di nulla. Per antico rispetto verso la magistratura e verso di lei ho evitato, in queste settimane, di reagire alla girandola di anomalie con le quali si coltiva un'inchiesta la cui efficacia si può misurare esclusivamente sui tg".

"La prima anomalia - evidenzia il presidente della Regione Puglia - è che lei non abbia sentito il dovere di astenersi, per la ovvia e nota considerazione che la sua rete di amici e parenti le impedisce di svolgere con obiettività questa specifica inchiesta. La seconda anomalia riguarda l'aver trattenuto sotto la competenza della Procura Antimafia una mole di carte che hanno attinenza con eventuali profili di illiceità nella Pubblica Amministrazione. La terza riguarda l'acquisizione di atti che costituiscono il processo di gestazione di alcune leggi, come se le leggi fossero sindacabili dall'autorità inquirente. La quarta riguarda la incredibile e permanente spettacolarizzazione dell'inchiesta: che si svolge, in ogni suo momento, a microfoni aperti e sotto i riflettori. Così per la mia convocazione in Procura. Così per l'inaudita acquisizione dei bilanci di alcuni partiti e addirittura di alcune liste elettorali".

"Il polverone - conclude Vendola - si è mangiato i fatti: quelli circostanziati legati al cosiddetto sistema Tarantini: e nella festosa scena abitata da questo imprenditore io, a differenza persino di alcuni magistrati, non ho mai messo piede. Lei è così presa dalla sua inchiesta che forse non si è accorta di
come essa clamorosamente precipita fuori dal recinto della giurisdizione: sono diventato io, la mia immagine, la mia storia, la posta in gioco di questa ignobile partita. Non dico altro. Il dolore lo può intuire. Qualcuno sta costruendo scientificamente la mia morte. Per me che amo disperatamente la
vita è difficile non reagire. Le chiedo solo di riflettere su queste scarne parole".

LE REAZIONI

MAURIZIO GASPARRI

"L'orripilante lettera di Nichi Vendola alla magistratura che sta indagando sulle malefatte della Regione Puglia rappresenta un chiaro atto di intimidazione mafiosa. Si richiamano legami e parentele, di fatto minacciando un magistrato coraggioso che sta rompendo il muro di omerta' che per troppo tempo ha impedito che le iniziative di Tedesco e di altri collaboratori di Nichi Vendola fossero finalmente analizzate nella loro inquietante realta'. Vendola minaccia, reagisce dimenticandosi lo spirito giustizialista che ne ha sempre caratterizzato l'azione. E dimentica anche che di parentele nella procura di Bari ce ne sono altre. Quella ad esempio riconducibile al Sen. Carofiglio. C'e' un magistrato a Bari che si dovrebbe occupare della pubblica amministrazione ed e' moglie di un senatore del Partito Democratico. Di questo enorme conflitto di interesse Vendola non ha nulla da dire? La sua lettera e' veramente un atto inquietante di minaccia alla magistratura. Cosa hanno da dire tutti gli esponenti della sinistra del Csm che insorgono ogni qual volta c'e' qualche polemica sulla giustizia che riguarda il centrodestra? Resteranno in silenzio come schiavi di fronte a questo intollerabile atto di minaccia mafiosa contro la magistratura? Si vada avanti. Si scoperchi questa orrenda pentola. Ed e' incredibile, anzi, che mentre altri amministratori locali per molto meno siano stati immediatamente indagati in base al famoso principio del non poter non sapere, Vendola sfugga alle sue responsabilita' e si permetta, addirittura, di scrivere lettere di questa natura che rappresentano un ulteriore capitolo di vergogna per la sinistra italiana. Una lettera ancora dovrebbe scrivere. Quella di dimissioni e di scuse ai cittadini della Puglia da lui tartassati e devastati". Lo afferma il Presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri.

RAFFAELE FITTO

"Bel coraggio intimidire un magistrato in questi giorni in cui, vedi caso, l'Associazione Nazionale Magistrati e' in ferie e in ferie anche i magistrati del Pd che, pro tempore, siedono nell'aula del Senato! Confido che l'una e gli altri non si distraggano in un momento tanto delicato e di fronte ad un a attacco frontale di tale inusuale portata. Visto che di recente si sono scandalizzati per molto meno". Lo ha dichiarato il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, in riferimento alla lettera inviata dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, al sostituto procuratore della DDA di Bari, DEsiree Digeronimo, che coordina una delle 4 indagini avviate dalla Procura di Bari su un presunto intreccio politica-appalti nella Sanita' pugliese. "Nel difficile rapporto tra politica e magistratura non si era mai arrivati a tanto- prosegue il ministro- per un verso all'asserzione della propria pretesa di purezza e, di fatto, della propria intangibilita' e per l'altro all'aggressione nei confronti di un magistrato che, peraltro, non sembra essersi segnalato per i consueti eccessi di protagonismo tanto frequenti in quell'ambiente. Quando si fa un uso tanto spregiudicato persino di pesanti allusioni e' evidente che si punta a ledere l'immagine e la serenita' di chi sta svolgendo indagini delicatissime se non a indurlo ad astenersi, a togliersi di mezzo". "Certo e' facile che, dopo aver fatto tintinnare manette per gli avversari politici, avere condotto l'ultima campagna elettorale all'insegna del gossip mediatico giudiziario piu' sfrenato e aver affermato la propria assoluta non indagabilita', i nervi saltino e si finisca con l'aggredire chi sta svolgendo il proprio lavoro. Se anomalie sono ravvisabili esistono tutti i mezzi e le sedi istituzionali per chiarirle. Lo dico -prosegue Fitto- per personale esperienza che ho sempre tenuto a mantenere, pur nella durezza delle posizioni, in un ambito di strettissima correttezza istituzionale. Auguro a Vendola di conservare per via di diritto e di fatto la sua non indagabilita' ma chi riveste un ruolo istituzionale dovrebbe mantenere i nervi saldi e risparmiare a tutti, all'istituzione che rappresenta soprattutto, un comportamento tanto penoso".
 
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