domenica 31 maggio 2009

Guerra di Giornali

Guerra a tutto campo fra i giornali del gruppo "l'Espresso" (Repubblica, Espresso, MicroMega) e quelli legati a Berlusconi, in particolare "il Giornale". Dopo un periodo di studio e scaramucce, siamo arrivati al culmine (per ora) con l'attacco del Giornale all'Espresso: il Giornale, tramite una intervista ad una ex-concorrente del Grande Fratello, accusa l'Espresso di aver provato a pagare 50'000 tale ragazza perché dicesse di essere l'amante di Silvio Berlusconi e per procurare loro foto ed oggetti ricevuti in regalo da Silvio come prova. Laura Drezwicka, questa la ragazza in questione, arriva addirittura ad affermare: «Credo che abbiano incontrato molte, moltissime ragazze, chiedendo degli sms di Silvio, delle foto in posa con lui, dei regali che avrebbero ricevuto».

(Per l'articolo completo, vedere qui: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=355204&START=0&2col= )

Racconta dettagli sui due intervistatori pruriginosi:
Dunque, si va avanti a comporre un fantomatico manuale erotico del Cavaliere. Le domande si fanno ancora più esplicite, quasi surreali, grottesche: «Faceva delle cose anche insensate oppure no? Cioè ha controllo come uomo oppure no?». «Con te non ha mai avuto dei comportamenti folli?».
[...]
Meglio consolidare il terreno con altre domande a ventaglio: «Ti ha mai raccontato di essere stato con due donne insieme?». Certo, nel Kamasutra dell’Espresso il capitolo orge era rimasto incredibilmente nell’ombra. Laura si supera: «Guarda, io non coinvolgo nessuna altra persona in questo racconto».
[...]
Laura indica ma non chiarisce e allora, persa ogni misura, dal taccuino saltano fuori temi che gli stessi cronisti maneggiano come saponette, «come leggende metropolitane che girano». Finiscono tutte insieme nel mulinello: «C’è questa storia della puntura alla base del pube che ti permette di avere rapporti sessuali continuamente per ore». Ma la leggenda, come tutte le leggende, non finisce qua: «Ha avuto anche problemi dal punto di vista di un eccesso di afflusso di sangue». Sono informati, all’Espresso.
[...]
Meglio divagare, sì, ma non troppo: «Lui si diverte e gioca e gli piace vedere magari due donne che si baciano fra di loro e magari fanno lo spogliarello, cose di questo genere... Si renderebbe ridicolo. Era per capire questa cosa qua appunto anche in questo». Laura è una barriera.


L'Espresso risponde con un comunicato:
In relazione all'articolo pubblicato oggi da "Il Giornale", la direzione dell'Espresso, riservandosi ogni azione legale nei confronti del quotidiano milanese, precisa:

il 27 maggio alle ore 12 la signora Roberta Arrigoni, titolare dell'agenzia fotografica Unopress srl, contattava ripetutamente un nostro collega proponendogli un'intervista con Laura Drezwicka, disponibile a raccontare i suoi rapporti con Silvio Berlusconi.

L'incontro veniva fissato per l'indomani 28 maggio alle 14.30 presso il ristorante "La Scialuppa" di Napoli.

Nel corso dell'incontro, alla richiesta di denaro per rilasciare l'intervista, il collega dell'Espresso precisava che mai sarebbe stata pagata un'intervista.

Se l'agenzia avesse proposto fotografie, queste sarebbero state valutate ed eventualmente acquistate secondo una normale prassi.

Le telefonate intercorse con l'agenzia fotografica e l'incontro del nostro collega con la signorina Laura Drezwicka sono state registrate.


Una di queste telefonate, tra il giornalista Marco Lillo e Roberta Arrigoni ("manager" di Laura Drezwicka) è stata prontamente messa online: eccola qui.

E questo è il modo in cui l'Espresso giustifica spiega telefonata:

Questa è la conversazione avvenuta il 29 maggio tra Marco Lillo de L'espresso e Roberta Arrigoni, titolare dell'agenzia Unopress.
Il giorno prima, per iniziativa e su proposta della stessa Arrigoni che aveva avvicinato L'espresso, si era tenuto l'incontro tra Laura Drezwicka e i giornalisti de L'espresso Marco Lillo e Claudio Pappaianni.
Il giorno dopo, Arrigoni chiama Lillo e questa è la parte della telefonata che riguarda Laura Drezwicka.
Dalla telefonata si evince chiaramente che:
L'espresso non è disposto a pagare l'intervista.
L'espresso non è interessato a fare gossip ma al lato pubblico dell'eventuale intervista.
L'espresso vuole pubblicare solo la verità.
L'espresso è interessato solo all'acquisto delle fotografie.


Di cosa si tratta? Di una menzogna diversiva del Giornale per compromettere l'attendibilità degli accusatori di Berlusconi, o di disonestà professionale dell'Espresso? La telefonata sembrerebbe non lasciare dubbi...

Attendiamo con curiosità ed apprensione gli sviluppi del caso.

sabato 30 maggio 2009

C'è terremoto e terremoto

"I fondi messi a disposizione dal governo per la ricostruzione dell'edilizia privata consistono in 3,1 miliardi di euro disponibili per il periodo che va dal 2010 al 2032 e 2,9 miliardi (aggiunti al decreto solo dopo il passaggio al Senato) disponibili solo dal 2033.
Escludendo questo secondo fattore di spesa (perché è alquanto stupido nonché offensivo immaginare famiglie che rientrino in possesso delle proprie abitazioni nel 2050), i fondi realmente previsti per la ricostruzione ammontano a 3,1 miliardi spalmati in 24 anni.

Per fare un paragone operativo, prendiamo in considerazione il terremoto dell'Umbria e delle Marche dell'autunno 1997. Il governo Prodi stanziò allora per l'edilizia privata 3,5 miliardi per il solo periodo 1998-2008.

3,5 miliardi in 10 anni per 22'604 sfollati nel 1998, secondo quanto deciso dal primo governo Prodi.

3,1 miliardi in 24 anni per oltre 65'000 sfollati nel 2009, secondo quanto deciso dal quarto governo Berlusconi."

Queste cifre e molto altro sul terremoto in Abruzzo sul blog di Alessandro Tauro, in un articolo molto ben scritto di cui vi ho copiato solo l'incipit.
Una lettura assolutamente consigliata per questo weekend!

In alternativa, se non credete a me o Alessandro Tauro, potete andare a leggervi la documentazione ufficiale:

Osservatorio Costruzione della Regione Umbria
Legge 61 del 30 marzo 1998

venerdì 29 maggio 2009

uno scenario ipotetico... ma non troppo

Da più parti si levano voci che chiedono le dimissioni di Berlusconi. Il premier si sente sotto assedio. Trapelano indiscrezioni:

Il presidente del consiglio si sente sotto assedio. Stretto tra le inchieste giornalistiche, le indiscrezioni sulle indagini condotte dai magistrati a Napoli e il terrore che altre intercettazioni telefoniche possano improvvisamente riemergere dal silenzio. E allora, ha detto ieri mattina in consiglio dei ministri, "non mi farò piegare". Davanti ai ministri ha evitato con cura di parlare esplicitamente di ricorso alle urne. Eppure nell'ultima settimana con i fedelissimi non ha affatto nascosto che l'ultima carta da giocare sarebbe proprio questa. "Se ci fosse uno show down - sono state le parole ripetute a diversi esponenti del governo - allora dovremmo ripresentarci davanti agli elettori. Chiedere il loro giudizio. E sono convinto che gli italiani staranno ancora con me".

Ora, raffiguriamoci questo scenario, ipotetico ma non troppo. Il 7 giugno il PDL ottiene un risultato strepitoso, o comunque sufficientemente buono, diciamo sopra il 35% con un PD abbondantemente sotto il 30%. Il 21 giugno al referendum vince il sì, il che significa che in un futuro sistema elettorale il 55% dei seggi in Parlamento va al primo partito. Berlusconi allora si dimette, chiede al Presidente Napolitano di sciogliere le camere e andare a nuove elezioni: "da persona onesta e corretta qual è", già si sente lo strepitare dei corifei, "il Presidente Berlusconi chiede agli italiani: avete fiducia in me? volete che continui a governare il paese?"

Vittoria elettorale assicurata, e con il 55% dei voti nelle sue mani, e uno sbarramento al Senato dell'8% (come avverrà in caso di vittoria del Referendum), tra PDL e Lega oltre i 2/3 del Parlamento saranno nelle sue mani. Potrà allora cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza senza bisogno di un referendum confermativo.

E tutto questo scenario, ipotetico ma neanche troppo, ha il sapore acre del fascismo.

(PS:Franceschini, sei ancora convinto che si debba votare sì al referendum?)

giovedì 28 maggio 2009

la Polizia sciopera contro il governo: comunisti anche loro?

ROMA - I poliziotti del reparto Mobile hanno proclamato "il primo sciopero delle forze dell'ordine per sabato". A ventiquattr'ore dal G8 dei ministri della Giustizia e dell'Interno, sono i "celerini" - proprio quelli che devono garantire l'ordine pubblico contro i disordini dei manifestanti - e non gli anarchici o i no global a creare il primo, serio problema per il Viminale. La protesta degli agenti dei 14 reparti Mobile italiani è originata dal mancato pagamento da gennaio degli straordinari. Ma a rendere ancor più imbarazzante la situazione per i ministri Angelino Alfano e Roberto Maroni che presiederanno il G8 è che la clamorosa forma di protesta degli agenti giunge da un sindacato di recente costituzione. Ma di ispirazione di centrodestra: si tratta del Movimento per la sicurezza affiliato al Coisp che, solo a Roma, ha mille iscritti, quasi tutti del reparto Mobile. E, non a caso, un segretario generale, Adolfo Guglielmi, con un passato nell'Ugl.

"Facciamo turni massacranti anche di 12 ore - tuona Gugliemi - ci spediscono come pacchi postali da una città all'altra per coprire i buchi degli organici. Ci fanno tornare a Roma dalle trasferte a Napoli o da altre città d'Italia perché è più conveniente pagarci 3 o 4 ore di straordinario piuttosto che il pernottamento in albergo. Poi, però, non ci pagano proprio quegli straordinari che ci obbligano a fare". "Sono 5 mesi che non vediamo un centesimo - aggiunge Guglielmi - e intanto le ore di lavoro extra aumentano e i soldi non arrivano, mentre il governo continua a fare operazioni di facciata come quella dei militari e ora delle ronde".

Ecco i conti secondo il segretario di Movimento per la Sicurezza: "Considerato che i "celerini" in Italia sono circa 5 mila, e che ognuno di essi ha un credito di 340 euro per straordinario arretrato non pagato, significa che il governo Berlusconi ci deve 8 milioni e mezzo di euro. Faremo causa al ministro Maroni perché ci paghi ciò che ci spetta".

Lo sciopero, va detto, è vietato alle forze dell'ordine. "E' vero - spiega Guglielmi - ma abbiamo visto a Torino, al G8 università, che è stato concesso ai manifestanti di portare in piazza caschi, mazze, scudi ed estintori. Se è concesso a loro fare un reato, allora perché non permettere a noi di scioperare per ottenere ciò che ci spetta?". "La nostra - dice Guglielmi - naturalmente, è una provocazione. Ma sabato adotteremo una forma di "sciopero bianco": useremo ogni modalità consentita dalla legge per esprimere la nostra protesta. Rispetteremo l'orario, oppure, se qualcuno sta male, si metterà in malattia. E se arriveranno sassi o botte, non faremo i martiri. E non ci immoleremo per il piacere di qualche politico, o la carriera di qualche funzionario".

AGGIORNAMENTO:

Tutti noi muoriamo dalla voglia di sapere che ne pensa Brunetta. Per fortuna il prode ministro ci ha deliziati con un'altra delle sue performance a riguardo:

"Bisogna mandare i poliziotti nelle strade. Ma non è facile farlo: non si può mandare in strada il poliziotto "panzone" che non ha fatto altro che il passacarte, perché in strada se lo mangiano. I poliziotti con la pistola e il manganello vadano in giro per le strade, nelle automobili e in elicottero. Questa deve essere la sicurezza.

(28 maggio 2009)

mercoledì 27 maggio 2009

ScaricaBile n°16

E' uscito il nuovo ScaricaBile,
la rivista telematica di satira ovviamente comunista.

ScaricaBile n°16, buon divertimento e buona lettura!

martedì 26 maggio 2009

il cavallo di Caligola

Sempre più spesso sento usare per il Presidente del Consiglio Berlusconi l'immagine di Caligola che fa senatore il proprio cavallo come metafora di una presunta, progressiva demenza dell'uomo, come suggerito anche dalla moglie Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario.

Terrei allora a fare una piccola precisazione: l'imperatore romano Caligola (che regnò dal 37 al 41 dC, ovvero dai suoi 25 ai 29 anni, prima di essere ucciso) nominò senatore il proprio cavallo non perché pazzo o demente, bensì come segno di disprezzo nei confronti del Senato e dei senatori, affermando nell'occasione che il proprio cavallo non avrebbe sfigurato al loro confronto, anzi avrebbe portato maggior prestigio all'infimo livello della classe senatoriale.

Andate oltre i pettegolezzi di Svetonio e i presunti problemi medici di Berlusconi: l'esperienza di Caligola può insegnarci sì qualcosa sul nostro Presidente del Consiglio (e, in senso lato, sulla nostra società occidentale pseudo-democratica), ma solo andando oltre i facili luoghi comuni...

mercoledì 20 maggio 2009

Berlusconi assolto: ennesima menzogna di Studio Aperto

Grazie a Ryo per la segnalazione di questa ennesima menzogna proveniente da Studio Aperto.
E per fortuna che i suoi telegiornali gli danno addosso.

martedì 19 maggio 2009

Berlusconi corruttore: commenti degli italiani

Ecco una retrospettiva di commenti apparsi su "il Giornale" alla notizia della pubblicazione delle motivazioni della sentenza che condanna Mills per essere stato corrotto da Berlusconi con 600'000 euro per dare false testimonianze in tribunale:

Il problema non è la sentenza e le sue " strampalate" motivazioni che saranno sicuramente stravolte in appello, ma lo è l'errore strategico a non occuparsi da subito della riforma della magistratura. Capisco che si è presentata una crisi finanziaria , un terremoto devastante, l'immondizia a Napoli, ma sono certo ora più che mai che queste tre emergenze assommate tra di loro non raggiungano la gravità del sistema magistratura in Italia.

Il “crescendo rossiniano” sale ancora. Dove arriverà, per giugno? A questo punto, si può esser certi che tutti coloro che intendevano votare per Di Pietro, voteranno Di Pietro. Ma si può esser ancor più certi che quanti credono nel progetto che con Berlusconi ha portato alla nascita del PdL, voteranno sempre più numerosi PdL, dove Berlusconi può contare su politici ormai collaudati e su giovani emergenti, tutti di grande spessore e dalle idee chiare, mai appiattite.

e ti pareva???non bastava il divorzio, noemi e papy,ci mancavano i giudici....ed eccoli qua!!sotto elezioni si và giù duro contro il nemico...no??che schifo!!forza silvio tanto queste quisquiglie ci fanno fresco!

la persecuzione continua!! Silvio non mollare siamo con te!!!

Che pena. Ma è mai possibile che i magistrati invece di occuparsi dei milioni di processi che da anni o da decenni riempiono i tribunali italiani non trovino di meglio di infangare il premier con processi interminabili ? Ma questo è terrorismo bello e buono! Questa è una deviazione di un potere che non possiamo permettere.

Berlusconi deve rinforzare la scorta personale e creare un entourage sempre piu' forte per togliersi di dosso un po' di pressione. Purtroppo la storia dell'Italia e' piena di assassini politici, sia a destra che a sinistra. Questo processo fa vedere che esiste gente spietata e senza scrupoli pronta a tutto pur di arrivare al potere; non dimentichiamo che per i comunisti il potere e' come il paradiso per i cattolici!

Bisogna mettere la magistratura in condizioni di non nuocere. Sono intollerabili questi continui attacchi al Numero Uno.

Niente da fare, non si rassegnano. E' da 15 anni che ci provano, senza cavare un ragno dal buco sul piano giudiziario e collezionando autentici boomerang sotto il profilo politico. Eppure non mollano, con una tenacia degna di migliore causa. Chi ha detto che in Italia non esiste l'opposizione? Esiste, eccome. E' rappresentata da ampie frange di magistratura politicizzata e dal partito dei giudici (l'Idv). [...] Altro che Paese normale.


Berlusconi corruttore

Ok, perfetto, è ufficiale; non sappiamo ancora se Berlusconi sia un adultero, un pedofilo o amico di un camorrista, ma una cosa è certa: Berlusconi è un corruttore.

Ora, sarebbe bello che uno nella sua posizione si dimettesse e si facesse processare. Sarebbe stato bello che il Presidente Napolitano non avesse firmato quell'orrore giuridico che è il lodo Alfano, senza il quale il signor Silvio Berlusconi sarebbe attualmente condannato a diversi anni di galera per aver corrotto un giudice per salvare i propri interessi privati.

Sarebbe anche bello che i telegiornali nazionali parlassero di questa notizia, che dovrebbe oscurare per giorni e giorni qualsiasi altra cosa (altro che Veronica e Noemi o l'influenza suina).

Stasera alle 20:00 tutti sintonizzati sul TG1 per vedere se e come sarà presentata la notizia.

PS: ho scaricato il testo della sentenza, cercherò di renderlo disponibile a tutti il prima possibile

lunedì 18 maggio 2009

postilla su Sacconi

Negli ultimi 8 anni Silvio Berlusconi ha governato l'Italia per 6. Però la colpa dei salari bassi, secondo il ministro Sacconi, è colpa della sinistra e della borghesia parassita che la vota...

Come il lupo della favola...

Crisi: le analisi tecniche smentiscono i politici

Mentre il sistema continua a farci credere che la crisi sia cosa superabile e che i 540mila posti di lavoro persi in USA nel mese di aprile siano un dato foriero di belle speranze, noi, più realisticamente, preferiamo valutare l'attuale stato dell'arte in termini squisitamente tecnici. Al momento il recupero visto sulle piazze finanziarie appare solo un grosso rimbalzo tecnico e non ancora una solida impostazione rialzista.

[...]

Intanto, parallelamente a una visione ottimistica, e volutamente non tecnica, il sistema sta già cercando di programmare il futuro per garantirsi il rientro dei deficit pubblici che saranno aumentati in maniera esponenziale da questa crisi. Abbiamo visto che il nostro Paese avrà un rapporto debito /Pil elevatissimo e abbiamo analizzato (intervento dell'08 maggio) come in Italia si sia modificato, proprio per questo scopo, il rapporto di erogazione di fondi tra Stato ed Enti locali con il "federalismo fiscale".

Pensare che solo in questa maniera si possano raggiungere gli obiettivi di rientro è oltremodo ottimistico, fino all'ingenuità. Il mese scorso (intervento del 14 aprile) abbiamo posto l'accento sul fatto che le pensioni, altra voce importante di spesa per lo Stato, sono state in passato largamente riviste con tutta una serie di riforme. A questo proposito è utile mettere in evidenza che la scorsa settimana sia il libro bianco sul Welfare, sia uno studio parallelo del CER-CNEL, hanno evidenziato che "la piena applicazione a partire da gennaio dei nuovi coefficienti di trasformazione potrebbe non bastare a riequilibrare la spesa previdenziale". Nuove restrizioni, quindi. Già adesso, in attesa che le acque si calmino per poter nuovamente metter mano alla materia, "c'è una sola indicazione di policy: allungare le carriere lavorative".

Lavorare di più, quindi, per ottenere, in sostanza, comunque di meno visto che nei prossimi anni andrà a regime il sistema contributivo che prevede un calcolo della pensione molto più penalizzante rispetto al passato. Ma i problemi non finiscono qui. Dal cappello a cilindro del gestore pubblico, infatti, sta spuntando una nuova idea: il federalismo sanitario, non bastasse quello fiscale. Lo scopo è sempre lo stesso: risparmiare e raddrizzare i conti. Al centro del disegno, evidenziato dal libro bianco del Governo, ci sarà sempre il Servizio Sanitario Nazionale ma sarà dato spazio alla cosiddetta sanità integrativa "per ridisegnare il Ssn nel segno "dell'universalismo selettivo" (!!!) che costringe tutti a fare i conti con la scarsità delle risorse prevedendo il ricorso anche a misure dolorose come tariffazioni e compartecipazione ai costi dei servizi".

In poche parole, dovremo dire addio anche al modello sociale di sanità così come lo conosciamo, mettere mano al portafogli e pagare. Vengono utilizzati termini denigratori per il passato e positivi per il nuovo modello. Viene detto che questo passaggio avviene tra un precedente modello "assistenziale" (come se le tasse non si pagassero anche per la sanità), e un modello delle "responsabilità condivise", come se nel pagare due volte, prima come contribuenti e poi come fruitori di servizi, ci fosse una qualche condivisione con qualcuno.

Le Regioni che non manterranno l'equilibrio finanziario in materia dovranno provvedere al saldo tramite inevitabili aumenti della pressione fiscale. Le Regioni attualmente maggiormente in difficoltà sono, manco a dirlo, nel centro-sud: Lazio, Campania e Sicilia dove si colloca ben l'85% del deficit sanitario complessivo. Quindi buio pesto per il cittadino in termini di pensioni e sanità e seri problemi di tenuta finanziaria per le famiglie italiane appartenenti anche alla media borghesia che nel futuro dovranno sostenere sempre più il peso dell'allontanarsi dello Stato dalla politica sociale. Con quali redditi si dovrà sostenere questo peso, poi, è tutto da vedere. Già ora il livello degli stipendi italiani è tra i più bassi a livello europeo e ha subito una perdita di potere di acquisto progressivo negli anni. Recentemente, inoltre, si è deciso di modificare, con durata triennale, l'adeguamento economico dei contratti nazionali di lavoro, legandolo non più al tasso di inflazione programmata (comunque nazionale) ma a un indice previsionale calcolato sulla base dell'indice armonizzato europeo (Ipca), depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati, calcolato da un soggetto terzo. Il problema è che l'Italia imbarca un'inflazione molto maggiore di quella europea alla quale si agganceranno i contratti. In questo modo il lavoratore italiano, temiamo, non solo non recupererà mai il divario di potere di acquisto rispetto agli altri Paesi europei ma rischierà seriamente di veder precipitare, col tempo, il proprio reddito a livelli di mera sussistenza.

Un quadro d'insieme davvero amaro e drammatico. Come abbiamo rilevato (intervento dell'8 maggio scorso), le regioni del sud del Paese saranno le più colpite. Confermiamo a questo proposito il sospetto che in futuro, anche proprio per questa necessità di accattivarsi il consenso nel meridione, potremo assistere all'ennesimo trasformismo del sistema che avvalendosi di personaggi apparentemente non compromessi con il passato, incanalerebbe su binari gestibili l'inevitabile protesta popolare. I personaggi che avranno questo compito, quindi, andranno reperiti dal sistema tra coloro che possono avvalersi di radici ben profonde e storicamente consolidate nelle regioni del sud d'Italia.

(The Advisor, 18 maggio 2009, via "la Voce del Ribelle")

sabato 16 maggio 2009

Fuori i precari africani e gli italiani dicono sì

(Jenner Meletti, "la Repubblica", 16 maggio 2009)

CASTELFRANCO VENETO - Sono ben curati, i piccoli prati che circondano gli stabilimenti della Global Garden products. Nessuna meraviglia: l'azienda produce tosaerba e trattorini per il giardinaggio e li esporta in mezzo mondo. La Global Garden rischia però di esportare - o almeno diffondere in tutto il Nordest - un'altra innovazione: il licenziamento deciso per discriminazione razziale.

"Qui hanno applicato - dice Aziz Bouigader, 40 anni, marocchino, da 19 anni in Italia e delegato Fiom - un proverbio vecchio come il mondo: morte tua, vita mia. Vita ai garantiti, morte per i precari, in parte donne e soprattutto extracomunitari". L'azienda ha fatto sapere a tutti i dipendenti a tempo pieno che non poteva assumere i "terministi" che a norma di legge, dopo 36 mesi di contratti a termine, avevano diritto all'assunzione a tempo indeterminato. "Se prendiamo anche quelli - hanno fatto sapere - rischia di crollare tutto. Chiuderemo qui e andremo a produrre in altri Paesi". E allora quasi tutti si sono spaventati e hanno accettato il ricatto. Cisl e Uil hanno detto sì all'azienda e a pagare sono stati i più deboli.

"Se qualcuno deve stare a casa - dicevano qui in fabbrica - meglio loro che noi. Purtroppo hanno ragionato così anche tanti nostri iscritti della Fiom". Ha buona memoria, Paolino Barbiero, segretario della Cgil di Treviso. "Vent'anni fa - dice - sulla statale Feltrina c'erano le prime scritte della Lega: "Via i terroni dal Veneto".

Adesso i "terroni" sono ben inseriti e in gran parte votano Lega. Ma la voglia di mandare a casa sua qualcuno non è mai passata: così all'ex Castelgarden sono stati mandati via i terministi del Senegal, della Tunisia, del Ghana, del Marocco? Anche questo è apartheid". La vicenda di Castelfranco spaventa perché può essere l'inizio di una strada tutta in discesa. "C'era la solidarietà operaia, una volta. Oggi è un ricordo. La Global Garden sapeva che i tempi erano pronti per mettere coloro che si credono più forti contro i più deboli. E i più forti hanno abboccato".

Seicentocinquanta operai fissi, più di 400 terministi. Stipendi da 1.200 euro. Alla Global Garden gli iscritti ai sindacati sono il 40%. Quattro delegati Fiom, 3 Fim Cisl, 5 Uilm. "La cosa che più mi ha colpito - dice Aziz Bouigader, il delegato - è che io, marocchino, ho dovuto spiegare agli italiani cosa può fare o non fare un sindacato. Ho raccontato che la deroga chiesta dall'azienda non poteva essere concessa. Lo dice espressamente il contratto firmato l'anno scorso, con Cisl e Uil assieme a Finmeccanica. Se togliamo diritti ai più deboli - ho detto - anche noi garantiti presto saremo umiliati. Ma non c'è stato nulla da fare. La paura di perdere il lavoro è terribile. Mi hanno anche minacciato, dicendo che mi avrebbero spezzato le gambe, se la Fiom non avesse accettato la proposta dell'azienda. E così, alla fine, c'è stato quello che è stato chiamato referendum. Il 68% ha detto sì alla deroga".

Solo qualcuno dei 140 terministi potrà rientrare in azienda. "Ma solo - dice Elio Boldo, segretario della Fiom di Castelfranco - se l'azienda li chiamerà davvero. E intanto già parla di un calo del fatturato, da 561 a 450 milioni. Più che di contratti, si sente aria di cassa integrazione".

Era un simbolo di integrazione, la Castelgarden. Negli anni '90 fu la prima in Italia ad aprire una moschea in azienda. "Il clima è ancora buono - conferma Aziz Bouigader - e non credo che la cacciata degli extracomunitari sia stata provocata dal razzismo. Il vero scontro è fra chi è assunto e chi no, anche se non è un caso che fra gli assunti la maggioranza sia di italiani e fra i precari la maggioranza sia di extracomunitari. Questa che è stata avviata qui è soprattutto una guerra fra poveri e abbiamo perso tutti. Io spero che i lavoratori adesso capiscano. Certe cose non le puoi decidere con un referendum. Un operaio non può dire che un altro operaio non ha il diritto di lavorare".

"Gli amici della Cgil - dice Antonio Bianchin della Fim Cisl - non hanno accettato la deroga. Noi sì, perché non possiamo accettare altri crolli dell'occupazione. In cambio, la Global Garden ha assicurato che almeno fino al 2012 non farà delocalizzazioni e assumerà chi ha già fatto 36 mesi come "terminista"". Secondo la Cisl "il razzismo non c'entra". "Il 55% dei lavoratori, fissi e precari, sono extracomunitari. Siamo tutti fratelli, e sulla stessa barca".

Davanti alla fabbrica, in pausa pranzo, si raccolgono poche parole. "Sei hai il mutuo da pagare, pensi a quello, non al senegalese che non sarà assunto. Solo qui nel Trevigiano ci sono 15.000 metalmeccanici in "cassa". Fuori di qui, dove vai?". C'è chi legge un libro, chi prende il sole. "Se un'azienda - dice Candido Omiciuolo, segretario Fiom di Treviso - non assume extracomunitari che ne hanno pieno diritto, si debbono usare solo due parole: discriminazione razziale".
(16 maggio 2009)

giovedì 14 maggio 2009

"il Giornale" di Mario Giordano versus i Musi Gialli

Come potete vedere qui sotto, "il Giornale", diretto da Mario Giordano e di proprietà di Paolo Berlusconi, scatena la reazione nientemeno che dell'Ambasciata del Giappone in Italia, chiamando in un articolo "musi gialli" i giapponesi che hanno conferito uno dei tanti premi internazionali di nessuna importanza a Lamberto Dini, ex-primo ministro e tra i responsabili della caduta del governo Prodi nel 2008.

Un altro passo avanti per l'Italia verso il razzismo, nel segno degli scherzi berlusconiani.

Questo è l'articolo de "il Giornale":


Questa è la reazione dell'Ambasciata:


Cliccando qui potrete leggere la lettera di protesta sul sito dell'Ambasciata (sia mai che me la sia inventata).

martedì 12 maggio 2009

Non farti fregare al Referendum del 21 giugno

Il 21 giugno saremo chiamati a un ennesimo referendum, in questo caso sulla legge elettorale.
I media non ci hanno informati a dovere, non ci stanno informando, non ci stanno dicendo la verità.

Il referendum non è per l'abolizione del porcellum!

E non è nemmeno per il ripristino delle preferenze!
Vogliono solo farvelo credere per farvi votare "sì" all'approvazione di una legge-truffa paragonabile solo a quella che regalò l'Italia a Mussolini nel 1924.


L'attuale legge elettorale prevede che il 55% della Camera sia assegnato alla coalizione che vince le elezioni.

Se al referendum vincerà il sì, la nuova legge elettorale assegnerà il 55% di Camera e Senato al primo partito.

Il quorum non deve essere raggiunto:
Per questo bisogna ASTENERSI!

Con una legge elettorale del genere oggi Berlusconi e il PdL avrebbero il 55% di Camera e Senato, e nel restante 45% ci sarebbe il 10% della Lega.

Un numero di parlamentari incredibilmente vicino ai due terzi col quale chiunque potrebbe cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza (senza passare per un referendum di conferma).

Bisogna essere CONTRO al referendum!

Il Partito Democratico vuole che votiate sì al referendum:

Battersi con determinazione per regalare la maggioranza assoluta al proprio avversario è degno di un partito che ha perso la testa.


Ammesso e non concesso che la vittoria del "sì" non porti nell'immediato problemi di ordine democratico, il sì darebbe vita a un sistema bipartitico che non farà altro che farci scendere ancora la china del "votiamo il meno peggio". Il multipartitismo è "un'arma" in mano agli elettori per "ricattare" i partiti non virtuosi spostandosi su altri partiti della stessa coalizione. Invece di risolvere i propri problemi interni, il PD cerca di uccidere i propri alleati costringendoci a votare per loro con la scusa del "voto utile".

Cosa fare, quindi?

La cosa migliore possibile è far fallire il quorum del 50% necessario ad approvare l'esito del referendum. Ma ad astenersi c'è sempre il rischio che il quorum si raggiunga e che si disperdano dei voti NO.
La cosa migliore possibile è seguire in televisione l'andamento del voto: all'ultima rilevazione delle percentuali di voto, se il quorum dovesse essere stato raggiunto, andare a votare NO.
In caso contrario, astenersi.



PS: Anche il comportamento di Di Pietro e dell'Italia dei Valori è da criticare per la sua stupidità: prima hanno appoggiato la raccolta delle firme, e solo oggi, a un mese dal referendum, si rendono conto di cosa significhi. Potevano pensarci prima, e invece sono stati vittme e complici di questo tranello.


Fonti:

http://www.referendumelettorale.org/dettaglio/64282/Presentazione_dei_quesiti

http://www.donnapratica.com/articoli/2009/05/05/speciale-referendum-2009-testi-quesiti-spiegazioni-di-cosa-tratta-link-utili-referendum

Stefano Passigli spiega perché astenersi al referendum ai microfoni di Micromega.

http://temi.repubblica.it/micromega-online/passigli-perche-il-referendum-minaccia-la-costituzione/

lunedì 11 maggio 2009

è uscito il nuovo ScaricaBile!

E' uscito ScaricaBile numero 15!!!!!!!!!!!!

Gratuito e sferzante periodico satirico!

Con un mio pezzo. Indovinate quale?

sabato 9 maggio 2009

la crisi... la crisi non esiste, è un parto delle vostre menti bacate

La crisi non esiste. E' stata quasi completamente cancellata dal dibattito pubblico. Il peggio è passato, la crisi è finita.

Lo dice anche Arrigo Sadun, direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale per l'Italia, in una intervista ad AgiNews. Questo, nonostante il fatto che Governo, FMI e Commissione Europea prevedano un calo del PIL italiano attorno al 4% quest'anno.

Naturalmente non abbiamo motivo di dubitare delle menti illuminate che ci hanno guidato negli ultimi trent'anni alla situazione che abbiamo oggi. Dice Sadun: "Negli Stati Uniti la Federal Reserve prevede che l’economia si stabilizzera’ entro la fine dell’anno; la ripresa in Europa, e dunque anche in Italia, non dovrebbe essere troppo lontana."

Ora, magari sarà anche vero, però continua a sfuggire un piccolo particolare: dopo i numerosi proclami sulla necessità di dare una svolta al sistema finanziario e alle banche, cosa è stato concretamente fatto?

La risposta è piuttosto semplice anche se estremamente deprimente: NIENTE.

E la crisi allora? A cosa è servita? Ci ha insegnato qualche lezione?
Assolutamente no. La crisi esiste solo nelle vostre menti bacate.

Facciamoci due risate che è meglio...

venerdì 8 maggio 2009

blogger mio coetaneo assolto dall'accusa di diffamazione

Gli è costato 5200 euro tolti dal suo stipendio di assegnista di ricerca, ma alla fine del processo ha avuto ragione lui. Lui è il blogger Mirko Morini, 29 anni, titolare di Il Butirrometro. Francesco Caruso, giudice monocratico del tribunale di Ferrara, lo ha assolto per non aver commesso il fatto. E qual era il fatto?

Pochi sanno che qualche tempo fa Gigi Moncalvo, già direttore de La Padania, poi conduttore di un programma televisivo, è entrato in uno di quei turbini telematici ai quali noi giornalisti andiamo soggetti. Da un blog all’altro lo hanno sfotticchiato in tanti - succede, la miglior reazione è un certo spirito sportivo. Fra i punzecchiatori c’era il Butirrometro di Morini.

Moncalvo non l’ha presa bene: con l’aiuto di un suo collaboratore ha pettinato la rete alla ricerca di ogni battuta e ha trasformato quelle ironie in altrettante querele per diffamazione. Un parola, un rigo appena, e zac, Moncalvo ha colpito. Il 2008 è stato l’anno della sua ira giudiziaria. Secondo fonti della difesa, il giornalista avrebbe presentato 150 querele, secondo altre indicazioni sarebbero 70.

Morini non ci era andato leggerissimo, ma il suo è un blog che non fa molti prigionieri. Aveva parlato di “idioti” e all’inizio, l’anno scorso, era preoccupato per la querela, soprattuto perché i blogger non hanno alle spalle editori che pagano, e lui, Morini, è in realtà un quasi ragazzo nato nel 1980.

Il suo è un “leading case” anche per altri motivi: se si comincia a giudicare i blogger col metro duro riservato ai giornalisti (ammesso che quel metro sia consono alla libertà di stampa) e se si interviene dentro la satira, per quanto questa possa essere brutale, la libertà di espressione di un paese non è messa bene.

L’avvocato Cavallari, difensore di Morini, ha argomentato proprio sulla natura del “genere” della satira e sul fatto che chi la fa rimescola gli elementi della realtà sul registro dell’enfasi , ma quell’enfasi non sta per insulto o diffamazione.

Sta di fatto però che si giunge a questa sentenza proprio mentre i gruppi che si occupano di monitorare la libertà di stampa nel mondo hanno retrocesso l’Italia adducendo, tra i motivi della penalizzazione, l’eccessivo carico persecuotorio ai danni dei blogger.

Tra 60 giorni il giudice Caruso depositerà le motivazioni della sua sentenza. Si vedrà quali saranno. Intanto Morini è atteso in giugno dalla causa civile, che Moncalvo, insaziabile, gli ha intentato insieme alla querela.


(Vittorio Zambardino, dal suo blog, 8 maggio 2009)

giovedì 7 maggio 2009

basta con distinguo e precisazioni, il razzismo è razzismo

MILANO - Una volta c'erano i posti riservati alle donne, agli anziani o agli invalidi. Ora il deputato della Lega Matteo Salvini propone le carrozze del metrò "per soli milanesi". Il capogruppo del Carroccio nel comune di Milano sceglie piazza della Scala e la presentazione dei candidati milanesi della Lega per lanciare la sua provocazione. Lo dice da leghista convinto e "da milanese che prende il tram".

Convinta, appoggia l'iniziativa anche una candidata al consiglio provinciale, Raffaella Piccinni, compagna di partito del deputato leghista. Stesso principio di apartheid ma con una sfumatura leggermente diversa. Se il deputato distinge tra "milanesi" e altri, lei tra italiani e stranieri. Per la Piccinni meglio sarebbe riservare "vagoni solo per extracomunitari". "Ci sarebbe più sicurezza", assicura.

Le provocazioni dei politici leghisti non hanno tardato a sollevare apre critiche da entrambi gli schieramenti. Il primo a censurare l'idea è stato un politico della stessa coalizione di Salvini, Aldo Brandirali del Pdl: "L'unico modo per applicare la proposta del deputato è mettere stelle sul petto, di diversi colori, a seconda della razza". Gli ha fatto eco il capogruppo del Pd a Palazzo Marino, Pierfrancesco Majorino, imperativo contro il collega: "E' una proposta da Ku Klux Klan. Che il sindaco butti fuori la Lega dalla giunta".

("la Repubblica Online", 7 maggio 2009)

Tanta gente fa distinguo su questa o quella proposta della Lega, "ma non è razzismo", "son questioni di sicurezza..." Bene, io mi sono rotto i coglioni di sentire stronzate. Si può discutere su tante cose e nessuno nega che l'integrazione sia un processo difficile e che presenti ostacoli, ma bisogna smettere di dare corda a certi cervelletti fini. Andatelo a spiegare a Obama, quando verrà in visita alla Fiera di Milano e lo farete salire su un vagone del treno diverso da quello di Berlusconi: "mi spiace, Presidente, lei è troppo abbronzato per salire su quella carrozza". la Volpe

mercoledì 6 maggio 2009

Pedofilia e torture, l'indagine continua

Quattro gli arresti di oggi, dopo altri quattro avvenuti il 29 aprile scorso nella stessa operazione, oltre alle perquisizioni disposte e coordinate dalla Procura della Repubblica di Siracusa, diretta dal dottor Ugo Rossi. A Milano è stato arrestato un cinquantenne, dirigente di una nota industria dolciaria; a Vicenza un impiegato di 49 anni; a Torino un uomo di 31 anni impiegato presso un'azienda privata e a Siracusa è finito in manette un uomo di 32 anni. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal gip Tiziana Carrubba. L'accusa: produzione di materiale pedopornografico.

Sembra che per le indagini sia stata decisiva l'acquisizione e l'elaborazione dei dati telematici trasmessi al NIT dall'Interpol polacca, attraverso il centro Interpol di Lione. Il traffico vastissimo che dilaga in tutto il mondo di film pedofili, segnalato da Telefono Arcobaleno al NIT, ha attivato due anni fa una serie di fascicoli investigativi, tutti riguardanti un genere di abusi sui bambini che sono apparsi immediatamente diversi dagli altri, ai quali - per così dire - si era abituati. Un genere caratterizzato da forme di sadismo violento e spietato, abominevole e insopportabile alla vista di persone abituate alla visione di ogni sorta di atrocità.

Giovanni Arena, presidente di Telefono Arcobaleno, a margine di questa operazione, ha segnalato come nel Decreto Sicurezza, di recente approvazione al Senato, siano state dimenticate le vittime del pedobusiness. Per i bambini che subiscono violenze sessuali dirette, infatti, la legge prevede il gratuito patrocinio dello Stato.

Nel Decreto Sicurezza del governo invece i minori sfruttati sessualmente da pedofili per produrre e diffondere materiale pedopornografico non sembra abbiano gli stessi diritti. Eppure circolazione di immagini che riportano lo strazio di circa 40.000 bambini in tutto il mondo riguarda prevalentemente bambini e bambine dai 7 ai 9 anni, vittime evidentemente dimenticate. "Insomma, è in atto - dice Arena - un processo culturale pericoloso, che tende a considerare la pedofilia on line un crimine virtuale e non una vera e propria atrocità contro l'umanità, che coinvolge bambini veri e sempre più piccoli, sfruttati per alimentare ogni giorno un infame mercato di esseri umani".
(la Repubblica Online, 6 maggio 2009)

martedì 5 maggio 2009

privatizzazione dell'acqua e future alleanze di governo

Raffaele Petrarulo, consigliere comunale dell'Italia dei Valori a Torino, parla del rischio di una futura crisi al Comune di Torino... Crisi provocata dal fatto che tutti gli alleati del PD in Comune (Rifondazione, Comunisti, Verdi, Di Pietro) hanno votato contro la fusione di Iride ed ENIA (aziende idriche di Torino e Genova) in vista di una prossima messa in vendita ai privati.
Il sindaco Chiamparino è passato dalla parte delle Gran Merde, dichiarando che è pronto a scaricare gli alleati e magari andare a nuove elezioni, possibilmente dopo un dialogo con l'UDC. Unite i puntini, che cosa apparirà?

Cosa è successo negli ultimi due giorni a Torino in tema di acqua?

E' successo che è passata una delibera della fusione Iride-ENIA, che contemplava anche la privatizzazione dell'acqua. Noi, come Italia dei Valori abbiamo presentato un emendamento molto importante: che l'acqua rimanga in mano pubblica. C'è stato negato, nonostante questo a Genova fosse avvenuto. Naturalmente il voto dell'Italia dei Valori, senza se e senza ma, è contro la privatizzazione dell'acqua, le reti devono essere pubbliche a garanzia dei cittadini e a garanzia di tutte quelle persone che non possono pagare delle tariffe non concorrenziali.

Avendo votato contro poi cosa è successo?
C'è stata la dichiarazione del sindaco Chiamparino che ha detto che siamo fuori dala giunta. Noi abbiamo risposto che non ci ha mai fatto entrare in giunta. Sicuramente non accetteremo nessuna imposizione perché sui temi della privatizzazione dell'acqua la posizione del presidente Antonio Di Pietro è chiara: no alla privatizzazione, l'acqua deve restare in mano pubblica. Avremo dei chiarimenti col sindaco da lunedì in avanti. Sicuramente noi siamo alleati per il programma con il PD, ma non accettiamo imposizioni per quanto riguarda reti pubbliche, acqua, idriche e termiche.

Nei fatti cosa accadrebbe? Ci sarebbe un aumento delle bollette e del costo dell'acqua a carico dei cittadini? E quanti sarebbero i cittadini coinvolti?
Bèh, lei pensi questo: nei fatti tutto questo può essere opinabile, ma sicuramente in mano pubblica i consigli comunali hanno il dovere e il diritto di poter incidere sulle tariffe perché vengono sancite anche dai consigli comunali.
In mano privata, mi permetto di dire, decidono i Cda, e i Cda non sempre sono l'espressione dei cittadini che hanno votato i partiti politici. Che sia la politica pubblica a dare quei segnali seri di pubblicità per quello che riguarda l'acqua a livello globale. E si ricordi che qui non stiamo parlando di diecimila persone, ma parlamo di milioni di persone che verrebbero investite da questa grande area di fusione, Iride-ENIA, quindi Torino-Genova, con tutte le reti che poi ne saranno conseguenti.

Chi ci guadagnerebbe da questa operazione?
Se viene fatta in una maniera oculata e seria possono guadagnarci tutti, è naturale che se noi non abbiamo un controllo, di fatto, dalla partenza, non potremo sapere chi alla fine ci va a guadagnare. Vi assicuro che se c'è il pubblico, il pubblico decide e può fare tariffe. Se c'è un privato, nessun privato, che io conosca come professionista, va a fare un lavoro in perdita per garantire qualcun altro.

domenica 3 maggio 2009

Stuprata dopo il corteo del 1° Maggio

MILANO - Ha subito abusi sessuali davanti a decine di persone, alla festa davanti al Castello Sforzesco al termine del corteo, a cui aveva preso parte, per la Mayday Parade dei sindacati di base del Primo Maggio a Milano. La ragazza, che era sdraiata su un prato in uno stato di profondo sonno a causa dell’assunzione di alcolici, è stata aggredita da un giovane egiziano che è stato arrestato dai carabinieri.

La violenza sessuale è avvenuta intorno alle 19.15. Quando la gente si è accorta che non si trattava di due persone che avevano perso le inibizioni ma di una sopraffazione, è intervenuta. Per poco l’extracomunitario non è stato linciato e alcuni militanti del sindacato sono intervenuti per evitare una degenerazione, consegnando l’uomo alle forze dell’ordine. Nello stesso momento è nata anche un pò di tensione, che si è subito placata, perché alcuni manifestanti, fra cui alcuni no-global, temevano che fosse stato bloccato qualcuno dei loro per motivi collegati all’iniziativa della Festa del Lavoro.

La vittima della violenza è una ragazza di 23 anni, originaria di Roma, ex studentessa universitaria ora in cerca di occupazione, che era giunta nel capoluogo lombardo proprio per partecipare al corteo. Il suo aggressore è un immigrato irregolare senza precedenti penali. La giovane è stata ricoverata, in stato di choc, ed è ora assistita da sanitari e psicologi.

("la Stampa" Online, 2 maggio 2009)

venerdì 1 maggio 2009

primo maggio dei lavoratori



Pur con tutti i suoi errori, l'ideale socialista non può e non deve morire, perché non può e non deve morire la ricerca di una alternativa, la possibilità di una alternativa.

Laburisti, socialisti, comunisti - nel rispetto dei diritti dell'uomo, della libertà individuale e di una società democratica - ancora uniti nell'immaginare un futuro che non verrà mai, ma per il quale non si deve smettere mai di lottare.

Contro il fascismo e il paternalismo. Contro lo stalinismo e il maoismo. Contro l'omologazione anticulturale e la globalizzazione.
 
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