venerdì 26 febbraio 2010

la quadratura del cerchio dei giudici terzisti

Ieri si è consumato l'ultimo delitto giudiziario di questa Italia scellerata. Non che i delitti giudiziarii manchino, al mondo - dal caso JFK alla guerra illegale scagliata da Bush e Blair contro Saddam Hussein (e mi tocca precisare, dato che ogni parola qui viene soppesata da puntalcazzieri aggressivi quanto me, che Saddam era un dittatore sanguinario per cui non ho alcuna simpatia o rispetto, ma se vuoi fare la guerra allora la fai a tutti i dittatori del mondo e con delle motivazioni reali, eccetera) - ma in Italia negli ultimi si è avuto un chiaro orientamento dei giudici e della vita politica nei confronti di Berlusconi e dei suoi sodali: la quadratura del cerchio terzista.

I giudici in Italia sono stati i veri terzisti; non come quei presunti "neutrali" del Corriere quali Panebianco e Galli della Loggia. I giudici, per mancanza di coraggio e scelte equilibristiche, hanno infatti in tutti questi anni fatto il possibile per prescrivere ogni volta Berlusconi e i suoi complici. Facendo però salva la verità dei fatti: Berlusconi è mentitore, ladro, corruttore e piduista, ma ogni volta si è scoperto troppo tardi, o nuovi cavilli (prescritto tre volte per fedina penale pulita, quando è stato amnistiato e comunque esistevano le condanne fattuali ma non giuridiche a ogni successiva prescrizione!) ne hanno impedita la condanna. I giudici hanno messo agli atti, processo dopo processo, ogni magagna del Cavaliere (con l'eccezione della faccenda dei "soldi coi quali ha cominciato"), ma lo hanno fatto senza condannarlo, per poter così "evitare" il rischio di rovesciarlo, di infiammare ancora di più la scena politica, di dare argomentazioni valide ai suoi opponenti. Mettendo gli italiani nella condizione di poter "tifare" senza entrare nel merito dei fatti, appellandosi a questo o a quel cavillo.

Insomma, ai suoi fan resta l'annullamento, ai suoi detrattori la condanna dei fatti e della verità. Ma verità, giustizia e legge non coincidono. Questo i giudici cavillosi lo sanno bene. Meglio dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Intanto, l'Italia affonda.

mercoledì 24 febbraio 2010

solo fango su Di Girolamo?

Intercettazione tra il senatore Di Girolamo e Mokbel, il suo presunto "tramite" con la 'ndrangheta.

Mokbel: "Se t'è venuta la "candidite", se t'è venuta la "senatorite" è un problema tuo, però stai attento... ultimamente io sò stato zitto, ma oggi mi hai riempito proprio le palle Nicò, capito?"
Di Girolamo: "Comunque, guarda, mi dispiace...".
Mokbel: "Devo aprì bocca Nicò? devo aprì a bocca mia? Io quando apro a bocca faccio male, a secondo del male che si fa, Nicò, hai capito? Vuoi che parlo io?".
Di Girolamo: "Io ieri ho sbagliato".
Mobkel: "Non me ne frega un cazzo, a me di quello che dici tu, per me Nicò puoi diventà pure presidente della Repubblica, per me sei sempre il portiere mio, cioè nel mio cranio sei sempre il portiere, non nel senso che tu sei uno schiavo mio, per me conti come il portiere, capito Nicò? Ricordati che io per le sfumature mi faccio ammazzà e faccio del male [...] Oggi devo stare con la mia gente... sei una grandissima testa di cazzo... Nicò sei proprio sballato, sei una grande delusione lo sai Nicò, ha avuto comportamenti strani, fra te e Pinocchio (Marco Toseroni socio di Mokbel e di Di Girolamo in alcune società, ndr).. qui stiamo lavorando visto che siamo, nonostante tutto, soci... [...] Mò ricordati che devi pagà tutte le cambiali che so state aperte e in più devi pagà lo scotto sulla tua vita, Nicò perché tu una vita non ce l'avrai più.. ricordati che dovrai fare tutte le tue segreterie tutta la gente sul territorio, chi te segue le Commissioni, il porta borse, l'addetto stampa, il cazzo che se ne frega... ma come ti funziona sto cervello Nicò?".

Crozza a Ballarò, 23 febbraio

martedì 23 febbraio 2010

Sedicenne in overdose da eroina a bordo dello scuolabus

ANCONA - Uno studente di 16 anni si è sentito male per un'overdose da eroina sull'autobus che lo portava a scuola. E' successo stamani verso le 9 ad Arcevia, un centro dell'Anconetano. Il ragazzo ha accusato il malore davanti ai compagni. Sono subito scattati i soccorsi, e lo studente è stato trasportato d'urgenza nell'ospedale di Senigallia, dove i medici gli hanno somministrato una dose di narcan, che ha subito avuto effetti positivi. Il giovane si è ripreso, e i carabinieri, nel frattempo intervenuti sul posto per le indagini, lo hanno riaffidato ai genitori.

(Repubblica.it, 22 febbraio)

domenica 21 febbraio 2010

Bersani a Sanremo

La partecipazione inguardabile di Bersani a Sanremo è un orrore degno di questa rubrica.

sabato 20 febbraio 2010

la questione morale non esiste

Marco Travaglio:

"In tutte le regioni del Sud i candidati del centrosinistra sono inquisiti o addirittura imputati. In Campania Enzo De Luca vanta due rinvii a giudizio per associazione per delinquere, truffa, concussione e falso. In Puglia Nichi Vendola è ancora indagato per tentata concussione per le spartizioni nelle Asl, anche se due pm su tre sono orientati ad archiviare. In Basilicata il governatore ricandidato Vito de Filippo ha ricevuto l’estate scorsa l’avviso di chiusura indagini (che di solito prelude alla richiesta di rinvio a giudizio) per favoreggiamento a un imprenditore ritenuto l’asso pigliatutto degli appalti per l’estrazione del petrolio. In Calabria, nel processo “Why Not”, il governatore replicante Agazio Loiero ha appena subìto una richiesta di condanna a 1 anno e mezzo per due abusi d’ufficio. In Sicilia, dove non si vota, il Pd sostiene la giunta anomala di Raffaele Lombardo, indagato per abuso d’ufficio dalla Procura e dalla Corte dei Conti per le assunzioni facili di venti giornalisti strapagati nel suo ufficio stampa."


Marco Travaglio:

"Ma non basta ancora: il Pd non dice una parola sulla ricandidatura in Lombardia di Roberto Formigoni, eletto per ben tre volte fin dal 1995, in barba alla legge 165 del 2004 che vieta tre mandati di fila ai presidenti di regione. Formigoni è ineleggibile, ma da sinistra non s’ode uno squillo perché è ineleggibile anche Vasco Errani, che governa l’Emilia Romagna dal 2000 e si candida per il terzo mandato."

martedì 16 febbraio 2010

nessuna luce in fondo al tunnel

"[...] per ribellarsi contro qualcosa di ripugnante è necessario intravedere almeno un barlume in fondo al tunnel dell’impegno. Altrimenti la fatica dell’opposizione civile suonerà insensata, e neppure al civismo più motivato si può chiedere eroismo: né santità. Questo barlume, cioè un’alternativa politica anche minimamente credibile, oggi non c’è. E l’indignazione civile è costretta a vagabondare tra frustrazione, rabbia, odio, o tentazione di fare come gli altri, di ritagliarsi il proprio piccolo "paradiso" di prepotenza e illegalità."

(Paolo Flores d'Arcais, 16 febbraio 2010)

sabato 13 febbraio 2010

Arrestato presidente della provincia di Vercelli

Il presidente della Provincia di Vercelli, Renzo Masoero (Pdl), è stato arrestato da personale della polizia giudiziaria della Procura di Vercelli. L'accusa è di concussione. Masoero, che è anche sindaco di Livorno Ferraris (Vercelli), è stato successivamente messo agli arresti domiciliari.

L'arresto è stato confermato da fonti politiche. Verso le 10,30 gli agenti si sono presentati nella sede della provincia, hanno incontrato Masoero e sono rimasti per circa un'ora chiusi con lui nel suo ufficio. Alla fine del colloquio si sono allontanati portando Masoero con loro. Eletto nelle file di An e a capo di una giunta di centrodestra, Masoero è alla guida della Provincia di Vercelli dal giugno 2002. La riconferma, nel maggio 2007, è avvenuta con un plebiscito che gli ha assegnato quasi il 67% dei voti. Nel settembre 2008 era risultato primo, con il 55% dei consensi, nella classifica sul livello di soddisfazione dei cittadini italiani per la propria provincia.

venerdì 12 febbraio 2010

Tangenti a Milano, in manette consigliere Pdl

E' stato arrestato con l'accusa di concussione il presidente della commissione Urbanistica del Comune di Milano, Camillo "Milko" Pennisi, consigliere comunale del Pdl a Palazzo Marino. Le manette sono scattate in piazza della Scala, davanti a Palazzo Marino, mentre Pennisi era in compagnia della segretaria (indagata) e stava incassando una tangente di 10mila euro. L'uomo politico è stato poi interrogato dai pm Grazia Pradella, Tiziana Siciliano e Laura Pedio, che coordinano l'inchiesta.

Tutto nasce dalla denuncia di un imprenditore (non milanese) e si riferisce alla costruzione di un edificio nel quartiere della Bovisa, zona periferica della città. L'uomo, alcuni mesi fa, aveva già pagato la prima parte della tangente (5mila euro nascosti dentro un pacchetto di sigarette), filmando la consegna. Poi, prima di versare la seconda tranche (10mila euro), ha denunciato il fatto. Facendo scattare il blitz delle forze dell'ordine.

Il ruolo di Pennisi sarebbe stato quello di fornire, nella veste di presidente della commissione sviluppo e territorio, un parere per sbloccare la pratica a cui era interessato l'immobiliarista. Un parere che, in questi casi, è obbligatorio, anche se non vincolante, ma che tuttavia, nel caso in cui sia positivo, orienta la pratica verso uno scenario favorevole all'imprenditore. In cambio Pennisi avrebbe chiesto il pagamento delle mazzette.

giovedì 11 febbraio 2010

dicono di Bertolaso

Francesco Maria De Vito Piscicelli, direttore tecnico dell'impresa Opere pubbliche e ambiente Spa di Roma:
"Alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito, non è che c'è un terremoto al giorno [...] Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto", 6 aprile 2009.

Guido Bertolaso: "Sono Guido, buongiorno... Sono atterrato in quest'istante dagli Stati Uniti, se oggi pomeriggio, se Francesca potesse... io verrei volentieri... una ripassata".
Simone Rossetti: "Perfetto".
Guido Bertolaso: "Perché so che è sempre molto occupata... siccome oggi pomeriggio sono abbastanza libero, ti richiamo fra un quarto d'ora".

Questo e altro su "Alla-Fonte" domani mattina alle 10.30.

lunedì 8 febbraio 2010

Ciao ciao ai Valori...

Be', non posso che sottoscrivere questo articolo di Peter Gomez. Con questo, tanti saluti all'Italia dei Valori. Buonanotte!

Il voto per acclamazione con cui i delegati dell'Idv hanno deciso di appoggiare la candidatura di Vincenzo De Luca alla presidenza della regione Campania è un errore politico che costerà molto caro al movimento di Antonio Di Pietro. D'ora in poi, e con piena ragione, chiunque potrà ricordare quanto è avvenuto a Salerno e affermare che l'Italia dei Valori applica il sistema dei due pesi e delle due misure. Se De Luca corre per la poltrona di governatore con due processi in corso, perché non deve poter governare o candidarsi chi è nella sua stessa situazione? Detto in altre parole: qual è la differenza tra De Luca, Berlusconi o Fitto?
Badate bene, qui non si tratta di discutere di etica, di giustizialismo, di selezione delle classi dirigenti demandata (sbagliando) alla magistratura, o di altro. Il problema invece è la coerenza. Anche perché in politica vincono i messaggi semplici. E quello lanciato con la standing ovation al congresso dell'Idv in favore di De Luca, lo è. Tanto che, questa volta, viene difficile dar torto al vice-capogruppo dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello, quando parla di decisione "barzelletta".

Dopo la svolta di Salerno, l'Italia dei Valori finirà insomma per pagare pegno. E lo farà persino se De Luca dovesse sconfiggere il suo scialbo (ma formalmente immacolato) avversario. È noto, infatti, che quello Di Pietro è prima di tutto un movimento che raccoglie il voto di opinione. Per questo va generalmente male alle elezioni amministrative, mentre recupera terreno alle politiche o alle europee. Il caso De Luca fa adesso correre seriamente il rischio che il movimento di opinione alle spalle dell'Idv si disperda o finisca per rivolgersi una volta ancora al Partito Democratico o a quello che ne resta. Ne valeva la pena? Pensiamo di no.
È vero, la scelta di sostenere De Luca era quasi ineluttabile. Di altri candidati in Campania non ce n'erano. Anche perché in questi mesi né il Pd, nè l'Idv si sono dati troppo da fare per trovarli. E Luigi De Magistris, l'unica persona che presentandosi all'ultimo momento avrebbe messo in crisi il gioco pro De Luca, non lo ha fatto. Finendo così per caricarsi sulle spalle, a causa dei suoi tatticismi e della sua mancanza di coraggio, una parte rilevante della responsabilità dell'accaduto. Ma, in ogni caso, c'è modo e modo per appoggiare una candidatura del genere.

Un partito lo può fare dimostrando a tutti che sta ingoiando un rospo. Che si sta muovendo solo per dovere di coalizione dopo che con il Pd è stato raggiunto un accordo a livello nazionale. Oppure può evitare, o quasi, il dibattito. Può risolvere tutto in mezza giornata, per poi andare gioiosamente, e tra il tripudio di delegati e dirigenti, verso uno degli errori più clamorosi della sua breve storia.

lunedì 1 febbraio 2010

Rimasto senza lavoro si da fuoco, muore a Bergamo

BERGAMO - Si è ucciso dopo aver perso il lavoro, scegliendo un modo atroce: Sergio Marra, 36 anni, l'operaio bergamasco che ieri mattina si era cosparso di benzina, dandosi fuoco a Brembate (Bergamo), è morto all'alba di oggi nel Centro grandi ustionati di Verona, dov'era stato ricoverato in fin di vita. La perdita del posto l'avrebbe spinto a farla finita.

Marra viveva a Bergamo insieme con la moglie. Fino allo scorso novembre aveva lavorato come operaio in una piccola azienda di Zingonia (Bergamo), che poi è fallita, costringendolo a casa. Restare senza lavoro lo ha distrutto, facendolo entrare in in depressione.

Ieri mattina, verso le 10, Marra ha raggiunto in auto la zona industriale di Brembate. Si è fermato nei pressi di un cavalcavia vicino all'autostrada, è sceso dall'abitacolo e ha afferrato una tanica di benzina. Poi se l'è rovesciata addosso e si è dato fuoco. Alla scena hanno assistito due artigiani che hanno cercato invano di spegnere le fiamme con una giacca. Poi è intervenuta una donna che stava passando in auto. Dalla vettura ha preso l'estintore e ha spento le fiamme. Ma non è servito. I medici hanno rianimato l'operaio e lo hanno portato agli Ospedali Riuniti di Bergamo, da dove poi è stato trasferito in elicottero a Verona. Le sue condizioni erano disperate, con gravi ustioni su oltre il 95% del corpo. L'uomo non avrebbe lasciato alcun messaggio, ma sulle cause che lo hanno spinto al gesto pare che non ci siano dubbi.

Marra viveva a Bergamo con la moglie, in un condominio di via Pizzo Recastello, nel quartiere di Boccaleone, dove non era molto conosciuto. I vicini di casa lo ricordano come una persona estremamente schiva. Sulla tragedia è intervenuto anche il segretario della Cgil di Bergamo, Luigi Bresciani, che ha parlato di una "inadeguatezza della società e dello stesso sindacato". "Purtroppo ci aspettano mesi sempre più difficili - ha detto Bresciani - occorre pensare che la gente non deve essere lasciata sola. E' importante creare una rete di solidarietà e di aiuto alle famiglie in difficoltà. E questa è una responsabilità delle istituzioni, della politica e dello stesso sindacato. La morte di questo operaio è un segnale che non va sottovalutato. La situazione è pesante e trovo irresponsabile chi sostiene che ormai siamo fuori dalla crisi".

("la Repubblica", 31 gennaio 2010)
 
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