lunedì 31 maggio 2010

Haaretz critica il governo israeliano

Il giornale israeliano progressista Haaretz pone una serie di interessanti questioni sull'attacco dell'armata israeliana ai danni dei civili che volevano sbarcare a Gaza e che ha causato 19 vittime:


Tactics. What prompted the decision to stop the flotilla by force - what course of action was presented to the politicians who made the decision and what analysis was made of the consequences of using live fire in any confrontation?

Were there any dissenting views, was there anyone how pointed to the inevitable damage to Israel from any operational failure? What steps were taken to forestall an escalation?

Alternatives. Was any effort made to stop the flotilla through diplomacy, or through negotiation and compromise with its organizers? Or did the government rush headlong into a confrontation, without any thought for the alternatives? Was there anyone who advocated letting the boats through to Gaza, rather than making them a test of Israel's sovereignty and might?

Turkey. What has the government done in the past year to improve ties with a strategically crucial neighbor? How has the prime minister worked to redress the damage to relations with Ankara?

The siege of Gaza. What is the purpose of the siege? Is it just an automatic extension of the previous government's policy, or does it have some practical aim? How much has the usefulness of the policy been discussed during the current government's year in office?

It is clear that public opinion is broadly in favor of punishing Gaza for the continuing captivity of Israel Defense Forces soldier Gilad Shalit. But the government needs to think about what advantage effect this has on the national interest – and not just on its popularity in weekly opinion polls. Did any of this happen?

Israel's Arab minority. Yisrael Beiteinu's "loyalty" campaign, an attempt by Foreign Minister Avigdor Lieberman's right-wing party to enforce laws to stamp down expressions of nationalism by Israeli Arabs, has been followed by the arrest of Arab activists charged with spying for Hezbollah. What effect will this have had on the fierceness of Israel-Arab protest? Did the government consider deepening its ties with the Arab minority? Will it act now, after leading Israeli Arab took part in the flotilla and suspected injuries to the head of the Islamic Movement's northern branch, Raed Salah, aboard one of the protest boats? Have representations been made to Arab community leaders in an effort to forestall internal conflict?

All are weighty issues that demand deep scrutiny by an independent body, which must lay its findings before the international community. Only a national committee of inquiry can meet this need and ameliorate the heavy criticism Israel will face for killing demonstrators.

domenica 30 maggio 2010

Omofobia, insultato e pestato a sangue: "Sghignazzavano mentre mi colpivano"

Aggredito, insultato, picchiato fino allo svenimento, ha rischiato anche di perdere un occhio. Gli hanno urlato "frocio, frocio" e poi lo hanno colpito ripetutamente con calci e pugni all'addome e al volto fino a farlo cadere. Ancora un drammatico episodio di violenza e intolleranza a Roma, questa volta ai danni di un ragazzo omosessale di 22 anni. Non solo: al bar dove due amici lo hanno portato privi di conoscenza, hanno rifiutato perfino di dargli dei fazzoletti per tamponare il sangue. "Me lo hanno raccontato - ha detto la vittima - perché io non ero cosciente e perdevo sangue. Ricordo i miei aggressori che sghignazzavano mentre mi colpivano".

E' accaduto nella notte tra martedì e mercoledì scorsi, tra l'una e mezza e le due, nei pressi di via Cavour, per l'esattezza in via Fagutale, nota per le polemiche scatenate dall'abitazione dell'ex ministro Claudio Scajola. Vittima un ragazzo romano dell'hinterland che stava andando alla stazione Termini per prendere un treno e tornare a casa dopo una serata trascorsa nel locale "Coming Out", in via S. Giovanni in Laterano, la Gay Street della capitale già dal 2007. Il ragazzo ha raccontato della violenza alla Gay Help Line 800.713.713, il numero verde antiomofobia, e ha deciso di sporgere denuncia grazie al servizio di assistenza legale gratuita che l'associazione mette a disposizione. A rendere nota la vicenda è Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma. Si tratta dell'ottavo episodio di violenza nella capitale negli ultimi nove mesi.

Gli aggressori, spiega il responsabile dell'ufficio legale di Gay Help Line, Daniele Stoppello, erano quattro o cinque, italiani, tra i 25 e i 30 anni. Hanno avvicinato il giovane, appena uscito dal pub. "Probabilmente lo hanno seguito. Poi lo hanno pestato dietro un parcheggio, in una zona isolata". Dopo averlo lasciato privo di sensi a terra, gli hanno sottratto il cellulare con il quale, prima di essere aggredito, stava parlando con un amico al quale è riuscito a chiedere aiuto e che lo ha poi raggiunto insieme a un compagno sul luogo dell'agguato. "In via Cavour, mi ha raccontato uno dei miei due amici, ha chiesto dei fazzoletti in un bar per tamponare il sangue, ma loro si sono rifiutati di darglieli".

Il ragazzo aggredito è stato ricoverato d'urgenza presso l'ospedale Umberto I. Ha riportato diverse ferite, tagli e contusioni al volto che si è temuto potessero compromettergli un occhio. "Le lesioni riportate dal mio assistito sono gravissime - spiega Stoppello - è necessario fare piena luce su questa vicenda e per questo forniremo tutti i dettagli e gli elementi utili agli inquirenti perché siano trovati i responsabili". Poi, un appello alle forze dell'ordine "affinché rintraccino i colpevoli di questa aggressione così violenta: sono troppi i casi di omofobia irrisolti di cui non sono stati individuati i responsabili - dice Marrazzo - come ad esempio la coppia di ragazzi gay aggredita a Campo de' Fiori, quella aggredita ai Fori imperiali e il ragazzo aggredito su un bus notturno qualche settimana fa". "Mi auguro che qualcuno collabori - dice il ragazzo - ma spero che nessuno abbia assistito a quanto è successo, perché sapere che qualcuno ha visto e non parla mi farebbe ancora più male".

domenica 23 maggio 2010

giovedì 20 maggio 2010

Scacco al racket delle occupazioni abusive: sesso per cancellare le pratiche di sgombero

Scacco al racket delle occupazioni abusive nelle case del Comune a Milano. C'è anche un pubblico funzionario, un ex ispettore della Gefi (che all'epoca dei fatti contestati gestiva per conto di Palazzo Marino gli alloggi oggetto delle perquisizioni) tra i cinque arrestati dell'operazione antiracket condotta dalla squadra mobile e dal commissariato Quarto Oggiaro nell'omonimo quartiere della città. Si tratta di Marco Veniani, 55 anni, accusato di chiedere sesso agli inquilini abusivi per cancellare la pratica dello sgombero.

Nel video: Fingendo di essere in cerca di un appartamento, un componente dell'associazione Sos racket e usura è riuscito a fissare un appuntamento con G.P., una donna coinvolta in questo traffico, presentandosi però all'incontro con un registratore nascosto, mentre un altro associato filmava la conversazione. La donna vanta la sua merce: "Un due locali - dice - molto grazioso". Il costo è di 1.500 euro



Il gruppo aveva messo in atto un un sistema per gestire gli alloggi popolari e rompere i lucchetti degli appartamenti, dandoli poi a chi sborsava un prezzo fra i 1.500 e i 2.500 euro. Le accuse sarebbero di associazione per delinquere finalizzata alla compravendita di occupazioni abusive in alloggi pubblici e concussione, in quanto l'uomo era incaricato di pubblico servizio. Gli altri quattro destinatari delle ordinanze sono Giorgio De Martino, 66 anni, e Vincenzo Sannino, 63, custodi degli immobili in via Pascarella ai civici 18 e 20; Gaetano Camassa, pluripregiudicato di 69 anni, e Salvatore Rizzo, 49, che veniva usato come manovale per sfondare le porte. Il gip nel suo provvedimento ricorda le denunce dell'associazione Sos racket e usura, che nei mesi scorsi hanno portato ad altri arresti, in particolare attraverso un video che ha fatto scattare l'inchiesta [vedi sopra].

Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Federica Centonze si legge che Veniani, agendo in qualità di incaricato di pubblico servizio, nel giugno 2008 avrebbe chiesto a un'inquilina abusiva "di procurargli indebitamente la disponibilità sessuale di giovani donne, lasciandole chiaramente intendere che lui stesso si sarebbe interessato per bloccare la pratica di sgombero dall'immobile dalla suddetta abusivamente occupato, unitamente al figlio minore, e chiedendo se in cambio gli procurava una ragazza che accettasse di intrattenere rapporti sessuali con lui, ovvero di congiungersi carnalmente o praticargli un rapporto orale, non riuscendoci stante il diniego" della donna.

mercoledì 19 maggio 2010

Diaz, condannati i vertici della polizia: l'appello ribalta sentenza di primo grado

[Immagino che oggi ne parleranno tutti. Io non ho nulla in principio contro polizia o carabinieri, ma quando il sistema è corrotto le persone non funzionali nella polizia virano al fascismo, non c'è niente da fare. Quella non è polizia, è manganello. I poliziotti per primi dovrebbero saperlo e ricordarlo sempre. NdVolpe]

GENOVA - I giudici della Terza sezione della Corte d'Appello di Genova hanno ribaltato la sentenza di primo grado 1 per i disordini e l'irruzione alla scuola Diaz del luglio 2001 a Genova. Tutti i vertici della polizia che erano stati assolti hanno subito condanne comprese tra 3 anni e 8 mesi e 4 anni unitamente all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Nel complesso le pene superano gli 85 anni. In totale sono stati condannati 25 imputati sui 27.

Il capo dell'anticrimine Francesco Gratteri è stato condannato a quattro anni, l'ex comandante del primo reparto mobile di Roma Vincenzo Canterini a cinque anni, l'ex vicedirettore dell'Ucigos Giovanni Luperi (oggi all'Agenzia per le informazioni e la sicurezza interna) a quattro anni, l'ex dirigente della Digos di Genova Spartaco Mortola (ora vicequestore vicario a Torino) a tre anni e otto mesi, l'ex vicecapo dello Sco Gilberto Caldarozzi a tre anni e otto mesi.
Altri due dirigenti della Polizia, Pietro Troiani e Michele Burgio, accusati di aver portato le molotov nella scuola, sono stati condannati a tre anni e nove mesi. Non sono stati dichiarati prescritti i falsi ideologici e alcuni episodi di lesioni gravi. Sono invece stati dichiarati prescritti i reati di lesioni lievi, calunnie e arresti illegali. Per i 13 poliziotti condannati in primo grado le pene sono state inasprite.

Il procuratore generale, Pio Macchiavello, aveva chiesto oltre 110 anni di reclusione per i 27 imputati. In primo grado furono condannati 13 imputati e ne furono assolti 16, tutti i vertici della catena di comando. I pubblici ministeri Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini avevano chiesto in primo grado 29 condanne per un ammontare complessivo di 109 anni e nove mesi di carcere. In primo grado furono assolti Francesco Gratteri, ex direttore dello Sco e oggi capo dell'Antiterrorismo, Giovanni Luperi; Gilberto Caldarozzi e Spartaco Mortola.

(18 maggio 2010)

venerdì 14 maggio 2010

Si fidanza con un italiano: picchiata da padre e fratello

(Gazzetta di Mantova, 14 maggio 2010)

"Se continui a frequentare gli italiani e se non lasci il tuo fidanzato che non è musulmano ti tagliamo la testa e la gettiamo nel Po". E dopo questa minaccia, giù botte. Ma dopo due anni di violenze fisiche e minacce su una ragazza di 18 anni, i due turchi, padre e figlio, sono stati arrestati per maltrattementi e lesioni, aggravati dalla discriminazione dell'odio razziale, religioso ed etnico. Ahmet Kels, 40 anni, con il figlio Umit, di 26, da circa due anni maltrattava moglie e la figlia di 18 anni colpevole di avere un fidanzato e amici italiani. Non era quindi rispettosa della religione islamica.

La situazione è venuta alla luce il 25 aprile quando la ragazza, picchiata per l'ennesima volta dal padre e dal fratello, è stata costretta a rivolgersi all'ospedale. I pugni e calci stavolta avevano provocato contusioni in varie parti del corpo. I carabinieri hanno cominciato a indagare e, grazie ad alcune testimoninanze, hanno scoperto la dura realtà famigliare in cui la ragazza, impiegata in un'azienda del posto, era costretta a vivere.

La Procura della Repubblica ha emesso oggi gli ordini di arresto per i due turchi, ritenuti pericolosi. Il magistrato ha contestato a entrambi alcune aggravanti: aver commesso il reato per finalità di discriminazione e di odio etnico, nazionale, razziale e religioso, «poiché in più occasioni e davanti a testimoni, i due avrebbero minacciato la ragazza del taglio della testa perché frequentava amici italiani e aveva un fidanzato italiano e non era rispettosa della religione musulmana». Padre e figlio sono stati rinchiusi nel carcere di Mantova, mentre la ragazza è stata allontanata dalla famiglia e ospitata in una casa protetta.

martedì 11 maggio 2010

debiti debiti e ancora debiti

(Vittorio Zucconi, 11 maggio 2010)

Va bene non fidarsi dei Greci, che da Troia in poi un po’ imbroglionceli si sono dimostrati, e meno ancora fidarsi di questi governi europei che ci hanno rovesciato addosso uno tsunami di altri debiti per coprire i debiti, cavallo di troia secondo il noto principio del pompare benzina su un incendio per cercare di spegnerlo, ma l’atteggiamento sussiegoso e professorale dei commentatori americani che ci rimproverano di avere tentato di salvare Grecia, Portogallo, Spagna e Ita… no, noi no, non ancora ufficialmente, dalle loro incompetenti follie mi pare davvero ipocrita, per essere gentile. Quando la Casa Bianca, il Tesoro, la Banca Centrale (Fed) nel 2008 hanno pompato mille e cinquecento miliardi di dollari che non avevano, dunque di nuovi debiti, per salvare banche e finanziarie private e dunque i portafogli dei grandi capi e degli azionisti, andava bene. Ma se si tratta di salvare una nazione, non va bene. Se non sapessi che gli esperti e gli economisti non capiscono una cippa di economia e di finanza, come dimostra il fatto che devono poi spiegarci perchè hanno sbagliato le previsioni, verrebbe il sospetto che li irriti molto vedere che per una volta l’Europa ha dato qualche segnale di esistere, grazie naturalmente alla fondamentale opera di Capitan Silvio Fracassa.

lunedì 10 maggio 2010

Forza Nuova contro la pillola abortiva: "Stupratele che tanto abortiscono"

Momenti di tensione, a Massa, al termine di un convegno sulla RU486, al quale ha partecipato Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova.

Alla fine dell'incontro, fuori dal teatro, un gruppo di donne favorevoli all'aborto e che avevano contestato Fiore sono state apostrofate da alcuni giovani presenti all'iniziativa, che hanno gridato "Stupratele che tanto abortiscono".

A pochi metri di distanza dal teatro sede del convegno, si è svolto anche un sit-in di forze di centrosinistra e associazioni, per manifestare pacificamente la loro contrarietà all'incontro e alla presenza di Fiore.

Non ci sono stati scontri, anche grazie al copioso schieramento di forze dell'ordine.

Per evitare che un cameraman di una tv locale riprendesse la scena delle grida contro il gruppo di donne, altre persone hanno cercato di sottrargli la telecamera, minacciandolo di non rientrare in teatro. Fiore si era già allontanato.

Fonte: http://www.gonews.it/articolo_55125_Forza-Nuova-Ru486-Durante-contestazione-alcune-grida-Stupratele-tanto-abortiscono.html

sabato 8 maggio 2010

Teramo, distrutte le bici dell’eco-giunta

(Lorenzo Colantonio, "il Centro", 8 maggio 2010)

Distrutte le bici del sindaco Brucchi. Prese a calci, piegate, danneggiate nelle rastrelliere davanti al Comune e in piazza San Francesco. E' accaduto durante la notte a poche ore dal primo giorno dell'operazione "bici condivise" voluta dal primo cittadino che, martedì scorso, a Bruxelles, ha rilanciato l'idea dell'ecogiunta e della città delle due ruote.

Ma questa mattina Brucchi ha ritrovato le sue biciclette fatte a pezzi con i sellini gettati davanti alla porta del Comune. "Sono dei vigliacchi, non meritano di essere chiamati teramani, non voglio essere il sindaco di questi personaggi", è stato il commento a caldo di Brucchi davanti allo scempio.

Appena qualche giorno fa la sua idea di mettere da parte l'auto blu e di far salire in bicicletta i dieci assessori insieme all'iniziativa di creare un parco bici per i cittadini, ciascuno dei quali avrebbe potuto acquistare una tessera del costo di 10 euro, aveva fatto il giro d'Italia. La notizia lanciata dai siti del Centro e di Repubblica era stata ripresa anche dal TG1.

Brucchi era entusiasta di questa involontaria pubblicità sulla sua iniziativa. Non si aspettava tanto interesse dopo che per un anno il progetto di ecogiunta aveva stentato a decollare. La contestazione lo ha però gelato. Così, davanti a quei mezzi ormai inutilizzabili, ha sfogato tutta la sua rabbia. E già si raccolgono i primi commenti di delusione da parte di numerosi teramani che avrebbero voluto affittare le due ruote. Ma il sindaco non si scoraggia e per domani rilancia comunque l'iniziativa bici in città invitando tutti i cittadini e i bambini teramani a presentarsi in piazza Martiri in sella alle proprie biciclette.

Genova: discoteca il venerdì mattina per chi marina la scuola

(MASSIMO CALANDRI e DOMENICA CANCHANO)

Sono più di due mesi che la discoteca di Sturla apre il venerdì mattina alle otto e trenta. Puntuale come la campanella di scuola. L'ingresso costa tre euro e per un euro è possibile lasciare al guardaroba lo zaino con i libri. Tre euro è il prezzo delle consumazioni, anche - soprattutto - quelle alcoliche: il barista mette a disposizione birra e in genere due tipi di cocktail, gin tonic o cuba libre (rum e cola). C'è una sala relativamente piccola in cui si ritrovano a ballare quaranta o cinquanta ragazzi tra i quindici e i diciott'anni. Sono studenti che "marinano" le lezioni e che il lunedì successivo falsificano la giustificazione imitando la firma di un genitore. Che di solito si danno il cambio - questa settimana vai tu, la prossima tocca a me - perché altrimenti finirebbero per "insospettire" insegnanti e familiari. Che spesso finiscono ubriachi fradici, che si fanno forti di questa incoscienza, che non temono nulla anche perché nessuno - nonostante la caserma della polizia sia vicinissima - glielo ha mai proibito. Che alle 13 esatte vengono invitati a lasciare il locale. E in ubbidiente silenzio, i ragazzi e le ragazze - la maggioranza di origine latino-americana - riprendono le loro cartelle, gli zaini pesanti di libri. Escono in fila indiana proprio come quando lasciano la scuola, recuperano lo scooter posteggiato poco lontano o si avviano alla più vicina fermata d'autobus per tornare a casa.

"Ieri mattina rischiavo un'interrogazione di italiano. E alle undici c'era una verifica d'inglese. Ma alle undici stavo sballando di brutto, per fortuna". Il ragazzino lo chiamiamo Carlo, ma non è il suo vero nome. Ecuadoriano d'origine, fidanzato con una quindicenne genovese che frequenta il suo stesso istituto scolastico e naturalmente la stessa discoteca. "Ci siamo già andati tre volte, ormai è una moda. Il venerdì mattina siamo lì, il sabato sera di solito ci vediamo all'Estrella - a Di Negro, accanto al terminal traghetti e davanti alla caserma dei vigili del fuoco - domenica dopo pranzo siamo al Café Latino di Santa Zita". Va bene gli ultimi due appuntamenti, ma il venerdì mattina non dovreste essere a scuola? "Ma non lo sa nessuno, è un segreto. Cioè, come segreto veramente cominciano a saperlo in troppi. Però nessuno se ne accorge, incredibile. Al mattino quando arrivo io c'è sempre la coda. E poi, perdere un giorno di scuola non è mica un delitto. O no?". Nessuno se ne accorge, ripete. "Cerchiamo di non insospettire troppo genitori e prof, di solito ci andiamo ogni due settimane. I vestiti? Normalissimi, jeans e scarpe da ginnastica. Magari la mia ragazza si mette un top, ma sopra indossa una felpa: se la leva solo quando siamo dentro. Al sicuro".

Ieri Repubblica ha pubblicato l'emozionante lettera di Mayela Barragànjz, giornalista venezuelana e a Genova mediatrice culturale: si era occupata dell'inserimento di Johaily Margarita, la dodicenne dominicana uccisa a Busalla da un'intossicazione da ossido di carbonio. Nel suo intervento ha raccontato del disagio della piccola, delle sue difficoltà di inserimento in una realtà così diversa e impreparata come quella genovese. Ha denunciato il colpevole, criminale ritardo della nostra società: incapace di comunicare con le migliaia di giovanissimi che negli ultimi anni hanno raggiunto le loro madri nel capoluogo ligure. Un ritardo che è confermato anche da questa storia sconcertante, la storia di una discoteca aperta la mattina agli adolescenti che dovrebbero andare a scuola. Aperta da chi? "No, mi dispiace. Di queste cose preferisco non parlare. Non conosco i proprietari della discoteca. E comunque sono brave persone. Lasciateli in pace. Non fanno niente di male, anzi. Senza di loro non ci sarebbe niente da fare".

venerdì 7 maggio 2010

il tifo violento in Italia

(Fulvo Bianchi, 07 maggio 2010)

I tifosi violenti "non sono o una sparuta minoranza", ma "migliaia, organizzati e diffusi in tutte le province italiane". In diversi sono anche alleati con settori della criminalità organizzata e nelle prossime settimane sarà creato un desk di investigatori per concentrarsi proprio su questo aspetto. Lo ha spiegato il capo della polizia, Antonio Manganelli, che ha annunciato per la prossima stagione calcistica "misure di estremo rigore per proseguire nel trend positivo delle ultime stagioni che hanno visto comunque un calo degli incidenti in occasione di manifestazioni sportive".

I dati sono indubbiamente confortanti, ma non spiegano tutto. "Gli scontri negli stadi - ha ricordato il prefetto - sono cominciati circa 30 anni fa e dal 1979 ad oggi si sono registrati 15 morti. Nei cinque anni precedenti all'omicidio di Filippo Raciti a Catania (febbraio 2007) c'erano stati ben 1.114 incontri con incidenti, 6.000 feriti, 8.000 denunce e 1.500 arresti. Un vero e proprio bollettino di guerra che è stato però sottovalutato e non gestito in tempo con la necessaria fermezza". La svolta, ha sottolineato, "c'è stata proprio con il caso Raciti, in seguito al quale sono stati messi a norma gli stadi, introdotti gli steward, decise misure restrittive alle trasferte di tifosi. Si è arrivati così oggi ad un calo del 42% degli incidenti rispetto a cinque anni fa, del 70% di agenti feriti e di quasi il 50% di feriti tra la gente. Ci sono inoltre 3.970 Daspo (la diffida ad assistere alle partite) in atto, di cui 1.500 disposti quest'anno". Ma, come ha evidenziato il capo della polizia, "siamo ancora ben lontani dalla tolleranza zero che c'è in Inghilterra: lì chi sgarra viene messo in una camera di sicurezza nello stadio e processato per direttissima il giorno dopo".

Il futuro, comunque, "sarà sempre di più all'insegna del rigore. Dal prossimo campionato saranno vietate le trasferte ai sostenitori dei club che non hanno ancora adottato la tessera del tifoso (finora sono 8 le società di serie A in regola) e ci sarà speciale attenzione alle investigazioni nel mondo dei violenti".

Chiariamo: senza tessera del tifoso si potrà lo stesso andare in trasferta ma non nel settori ospiti, e la tessera del tifoso sarà comunque necessaria per poter fare l'abbonamento. Ci sono ultrà di alcuni club (Roma, Samp ad esempio) che la rifiutano come principio e alcune società, come si è visto, tardano a mettersi in regola rendendo un pessimo servizio ai loro tifosi-clienti. Non so se questa magica tesserina con microchip incorporato risolverà tutti i problemi e farà ritornare le famiglie negli stadi. Non credo.

Il discorso è molto più complesso: la frammentazione delle curve, con la scomparsa di alcuni gruppi o capi storici, ha creato ancora più difficoltà di gestione del fenomeno e credo che la criminalità organizzativa non sia così diffusa sugli spalti come si sostiene, tranne alcune (piccole) realtà. Va fatta un'analisi più complessiva e soprattutto una gestione unitaria del problema-stadi. Invece qui si va avanti ad esperimenti: apri e chiudi le trasferte, ad esempio.

E' un calcio malato se dopo quindici anni ci sono difficoltà enormi (minacce) per i tifosi del Milan ad andare a Genova, per la gara di domenica col Genoa. Hanno addirittura rimosso 800 cassonetti dei rifiuti a Genova, per timori di scontri: manco fosse il G8. Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, si è espresso contro la trasferta (lui è squalificato come Luciano Moggi ma può parlare quando vuole, e andare allo stadio e magari fare anche qualche trattativa di mercato: la Figc lo sa e fa finta di niente). Ma torniamo alla violenza (sugli spalti). E' un calcio di faide, di vendette, di rancori. Che va curato alle radici. Non mettendo il derby di Roma di pomeriggio: non serve a niente (come si è visto). Il mondo ultrà va studiato a fondo, senza pregiudizi. Ma c'è voglia di farlo? C'è capacità? Questo il vero problema.

martedì 4 maggio 2010

Allacciarsi le cinture

(Vittorio Zucconi, 4 maggio 2010)

Due mediocri compagnie aeree americane, Continental e United, delle quali sono da molti anni una vittima sacrificale, essendo tra le poche rimaste a collegare l’ America anche con la desolante Malpensa, si sono unite per formare il più grosso conglomerato volante del mondo, che naturalmente imporrà tariffe e rotte a proprio piacimento. Le grandi banche, che negli anni 80 e 90 avevano guidato la rivolta contro le odiate briglie statali, hanno dovuto chiedere l’elemosina dello stesso stato per non andare a fondo nel 2008 e 2009. Le grandi privatizzate italiane dei telefoni e delll’energia fanno e disfanno, soprattutto disfanno, come gli pare e i consumatori aspettano i millantati e miracolosi benefici della deregolamentazione, privatizzazione e liberalizzazione, i miti e le parole d’ordine della Destra, mentre i monopoli e le concentrazioni si fanno sempre più forti e dominanti. Ora la nuova “pie in the sky”, la nuova torta in cielo, è il federalismo fiscale, nel quale l’Italia si tufferà senza che nessuno, neppure chi lo invoca, abbia capito o spiegato che cosa sia e come dovrebbe funzionare. Ma se l’esperienza di questi ultimi 30 anni di dominio ideologico delle Destre ci ha dimostrato qualcosa è stato che privatizzazioni, liberalizzazioni, deregolamentazioni sono servite a rendere i forti più forti e i deboli più deboli e ad allargare il fossato. Che alla fine dovrà essere riempito con i soldi di chi ha meno, per soccorrere chi ha di più. Allacciarsi le cinture perchè ci sarà da ballare, e da stringerle.

sabato 1 maggio 2010

Buon Primo Maggio

Per festeggiare degnamente il Primo Maggio ho voluto rubare gli auguri al bravissimo Davide La Rosa.



Chiudo con una bellissima canzone di Fabrizio de André. Accluderla è scontato, ma che voltete farci, non più che fare gli auguri per un compleanno.



Buona Festa dei Lavoratori a tutti.
 
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