giovedì 13 gennaio 2011

Omicidio-suicidio a Fidenza: morti mamma e due bambini

(da qui)

FIDENZA (Parma) - Tragedia la scorsa notte a Fidenza, in provincia di Parma, dove hanno perso la vita due bimbi e la mamma. Sono le 2,30 del mattino quando Paola Caltabiano, 42enne casalinga originaria di Napoli, esplode tre colpi di pistola nella sua casa, al terzo piano del civico 100 di via Berenini, con la Smith and Weston semiautomatica del marito, Salvatore Manfredi (44 anni), guardia giurata dipendente di una ditta di Parma.

I proiettili centrano al petto i due figli: la piccola Claudia (9 mesi) e il fratello maggiore Antonio (12 anni). Poi, la donna rivolge l’arma contro se stessa, sparandosi alla testa. Paola Caltabiano soffriva di depressione, era in cura da uno psicologo dell’Asl di Fidenza. E’ il marito a chiamare immediatamente il 118, che a sua volta allerta i carabinieri. Sul luogo della strage i militari troveranno i corpi senza vita dei bambini, distesi sul letto. Per terra, al loro fianco, la madre, e lì vicino la pistola. Da Parma arrivano i Ris per i rilievi scientifici, il magistrato di turno, il pm Lupo e il medico legale. La mattina per questo piccolo e tranquillo comune della provincia parmigiana arriva ben prima dell’alba.

LE TESTIMONIANZE. Proprio di fronte alla casa c’è un bar, di cui Salvatore è un frequentatore abituale. Il titolare e gli altri clienti ne parlano bene: una persona cortese, sempre con il sorriso sulle labbra, simpatico, educato. Qualcuno ricorda di aver preso con lui un caffè tre o quattro giorni fa. La moglie si vedeva meno in giro. Una vicina la descrive come una donna gentile, cordiale: “Mi chiamava per sentire come stavo. Una mamma molto affettuosa”. Il sabato in genere la famiglia si concedeva una passeggiata nel corso. Descritti come sereni, felici, una “famiglia modello”. Erano arrivati a Fidenza nel 2007. Salvatore aveva passato alcuni mesi da solo all’hotel Ugolini. Poi una volta trovati casa e lavoro, Paola e Antonio lo avevano raggiunto da Napoli. “Venivano spesso – dice il titolare dell’albergo-ristorante – a prendere le pizze, la mamma con il bambino”. Antonio seguiva il catechismo nel centro interparrocchiale di San Michele, lo stesso dove è stata battezzata la piccola Claudia. La sua nascita era stata accolta con grande gioia dalla famiglia e sembrava aver riportato serenità. Un’altra vicina ricorda come hanno lasciato il fiocco rosa per più di due mesi.

Sulla porta di casa oggi insieme ai sigilli c'è ancora una decorazione di Natale. “Ci sono tragedie – dice il diacono del centro San Michele – a volte incomprensibili.”.

(08 gennaio 2011)

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