(intervista de "la Provincia Pavese", da qui)
«La mafia a Pavia esiste, ma il fenomeno non si manifesta come in altre Regioni. Le infiltrazioni della "piovra" qui avvengono a livello del tessuto sociale, con aspetti meno evidenti, e questo rende più difficile anche il lavoro degli inquirenti». Il procuratore di Pavia, Gustavo Cioppa, smentisce, comunque, che in Procura siano arrivate segnalazioni sulla presenza di organizzazioni criminali sul territorio e non siano state prese in considerazione.
Il procuratore Cioppa risponde alle notizie circolate in questi giorni su un presunto dossier della commissione antimafia del Comune che sarebbe stato inviato in Procura. «Un equivoco», chiarito dallo stesso Sergio Maggi, consigliere comunale e componente della commissione. E Cioppa aggiunge: «Nessuna segnalazione è arrivata dalla commissione negli ultimi due anni. Va anche precisato che tutte le notizie riguardanti la presenza della criminalità organizzata sono di competenza della Procura distrettuale antimafia. La stessa legge ci impedisce di fare indagini sui reati di stampo mafioso».
Cioppa, questo significa che in Procura a Pavia non sono mai arrivate denunce su vicende legate alla presenza della criminalità organizzata?
«Sono stati aperti dei procedimenti, ma sono stati subito inviati alla Procura distrettuale antimafia».
Può fare un esempio?
«Quando ci fu l'arresto di Francesco Pelle, ricoverato alla Maugeri sotto falso nome, la Procura di Pavia iscrisse un procedimento per favoreggiamento a carico di ignoti. Il fascicolo fu aperto d'ufficio, quindi su iniziativa dei nostri magistrati».
Che fine ha fatto quell'indagine?
«Poiché era configurabile l'aggravante mafiosa, cioè il reato poteva essere stato commesso per agevolare un'associazione di tipo mafioso, il fascicolo è passato alla Procura distrettuale antimafia».
L'indagine della Dda di Milano ha creato molta agitazione a Pavia. Da quello che scrivono i magistrati la 'ndrangheta sembra avere messo le mani sul nostro territorio..
«La mafia esiste, il fenomeno non si può ignorare, ma non c'è un controllo "militare", come in altre regioni d'Italia. Le manifestazioni del fenomeno, nella nostra città, appaiono diverse da altre zone, meno eclatanti».
A cosa si riferisce esattamente?
«Ci sono dei reati per così dire "tipici" del fenomeno mafioso, come gli episodi di usura, le estorsioni, i danneggiamenti alle auto, che vengono incendiate per ritorsione, ma anche le richieste di pizzo ai commercianti. A Pavia questo non c'è. Le infiltrazioni sono, piuttosto, nel tessuto sociale cittadino».
Però episodi di usura vengono segnalati anche da noi..
«Ma non sono necessariamente legati alle organizzazioni criminali. Lo dimostra anche il fatto che le vittime denunciano. L'omertà, invece, è tipica della mafia».
Questo vuol dire che possiamo stare più tranquilli che in altre città?
«Affatto. Questa modalità di infiltrazione è altrettanto pericolosa, perché più difficile da ricercare in assenza di manifestazioni evidenti. La Procura distrettuale antimafia, che è dotata di strumenti e personale investigativo specializzato, può con più efficacia interpretare questi fenomeni e attribuire ad associazioni di stampo mafioso condotte che, se prese singolarmente, potrebbero apparire di criminalità comune».
-
Nessun commento:
Posta un commento