mercoledì 17 giugno 2009

Finanzieri stuprano prostituta e poi fuggono con l'auto di servizio

di Massimo Pisa

MILANO - Hanno accostato con la pattuglia di servizio. Un normale controllo antiprostituzione, all’apparenza, uno dei tanti previsti dalle ordinanze del Comune. Il cliente, impaurito, ha fatto scendere la ragazza, ha messo in moto ed è sgommato via. Lei, romena, una ventina d’anni, davanti ai due uomini in divisa grigia e basco verde era pronta a recitare la solita formula: «Non ho documenti, non ho un fidanzato, qui si lavora poco, la multa non so come pagarla». Invece di vedersi recapitato il verbale da 450 euro, la lucciola è stata invitata a seguire il capopattuglia in auto. Qui è stata costretta a un rapporto orale, poi ancora a un rapporto completo mentre l’autista, fuori, voltava lo sguardo da un’altra parte.

Adesso i due militari di 25 e 30 anni, del gruppo pronto impiego della guardia di finanza, sono indagati per violenza sessuale. Ore 2 di lunedì notte, viale De Gasperi, oltre la circonvallazione esterna. Tra le viuzze laterali dello stradone che porta all’i mbocco dell’Autolaghi e dell’A4 c’è la solita attività notturna di prostitute e clienti. La Fiat Bravo blu notte con bande laterali verde e gialla punta i fari su un’auto in sosta isolata. Dal finto controllo all’aggressione della lucciola, è un attimo. Lo stupro si consuma in meno di mezz’ora. La ragazza è scossa, si produce in un pianto ininterrotto, disperato. L’autista della pattuglia, racconterà più tardi la ragazza alla polizia, le si avvicina senza dire nulla e senza saper bene se per consolarla o filar via in fretta. Quando la pattuglia delle Fiamme gialle rimette in moto, ci sono un paio di compagne di marciapiede attorno alla ragazza. Raccolgono i suoi singhiozzi. Una di loro prende la targa della pattuglia e fa il 113.

Agli agenti delle volanti la ragazza fa un racconto dettagliato, lucido, prima di essere portata al soccorso violenze sessuali della Mangiagalli per le visite di rito, il tampone e il referto. I due finanzieri vengono portati in questura di prima mattina, la loro auto parcheggiata nel piazzale e a disposizione della scientifica per i rilievi. Dopo qualche titubanza, il graduato e il sottufficiale ammettono: «Abbiamo fatto una cazzata».

La loro posizione, tralasciati gli ovvi imbarazzi di Questura e comando provinciale della Gdf, è delicatissima. I due militari rischiano, oltre al fermo per stupro, la contestazione di un’altra mezza dozzina di reati. Tra questi il peculato, l’omissione di atti d’ufficio, l’abuso di potere e l’abbandono di posto, che da solo comporta una pena fino a tre anni di carcere. Oltre a uno scontato provvedimento disciplinare — e la «piena collaborazione» con la magistratura, fanno sapere i vertici milanesi delle Fiamme gialle — e a un possibile approfondimento d’indagini per verificare se i due militari avessero già commesso violenze in passato.

("la Repubblica - Milano", 16 giugno 2009)

2 commenti:

Matteo ha detto...

In Italia con condanne al di sotto dei cinque anni non si va in galera.
Quindi è probabile che questi finanzieri se la caveranno.
Tutt'altra cosa sarebbe accaduta se fossero stati dei rumeni a violentare un'italiana. In questo caso tutti i tg avrebbero fatto scoppiare il finimondo e avrebbero fatto pressione sulla magistratura per una pena severissima.
Ma quando ad essere violentata è una straniera i giornalisti (e quelli della Lega) tornano ad abbandonare la loro furia venidcativa e diventano improvvisamente, anche loro, "buonisti".

Ryo ha detto...

Tenkiu.. :D
Sia per il commento ma molto di più per l'articolo..
Vedi che anche tu """rubi"""?? ;)

A parte gli scherzi, è un bene portare a galla certe notizie, me l'ero persa, anche perché seguo Repubblica esclusivamente su quello che mi arriva tramite feed..
Questa è notizia di ieri, ad esempio..
Davvero preoccupante

http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/ambiente/rifiuti/assoambiente-16giu/assoambiente-16giu.html?rss

 
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