Sempre più spesso sento usare per il Presidente del Consiglio Berlusconi l'immagine di Caligola che fa senatore il proprio cavallo come metafora di una presunta, progressiva demenza dell'uomo, come suggerito anche dalla moglie Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario.
Terrei allora a fare una piccola precisazione: l'imperatore romano Caligola (che regnò dal 37 al 41 dC, ovvero dai suoi 25 ai 29 anni, prima di essere ucciso) nominò senatore il proprio cavallo non perché pazzo o demente, bensì come segno di disprezzo nei confronti del Senato e dei senatori, affermando nell'occasione che il proprio cavallo non avrebbe sfigurato al loro confronto, anzi avrebbe portato maggior prestigio all'infimo livello della classe senatoriale.
Andate oltre i pettegolezzi di Svetonio e i presunti problemi medici di Berlusconi: l'esperienza di Caligola può insegnarci sì qualcosa sul nostro Presidente del Consiglio (e, in senso lato, sulla nostra società occidentale pseudo-democratica), ma solo andando oltre i facili luoghi comuni...
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2 commenti:
insomma:
meglio caligola consapevole di mandare in senato un cavallo,
mentre il "nostro" è convinto che servi, troiette e ladri sono in grado di rappresentare il paese.
diciamo che oggi caligola manderebbe un asino a fare il presidente del consiglio.
Wow!!
Ricordavo anch'io qualcosa del genere, cioè che erano solo i pettegolezzi di uno storico per il suo disprezzo verso il Senato..
Se hai maggiori informazioni su questo aneddoto, fammi sapere.
Poi se riesco posto qualcosa sulle candidate.
Ciao!
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