mercoledì 25 marzo 2009

Paolo Barnard e il Pakistan: un esempio di manipolazione mediatica

Alcuni di voi conosceranno forse Paolo Barnard, il cui sito è indicato fra le letture consigliate da questo blog. Barnard è un giornalista indipendente che ha lavorato parecchi anni per "Report", la nota trasmissione di Raitre. Cacciato dalla RAI, in un atto di epurazione effettuato scandalosamente senza clamore (Barnard era in redazione e dunque non aveva una faccia da spendere col pubblico per le sue lamentazioni, come avevano invece Biagi, Luttazzi e Santoro), Barnard ha litigato furiosamente con Milena Gabanelli prima e Marco Travaglio poi - la prima per non averlo difeso e aver fondamentalmente fatto finta di nulla, il secondo per aver preso le difese della prima. L'ostilità di Barnard a Travaglio è poi aumentata dopo che Barnard ha scoperto che Travaglio è un filoisraeliano. Ampi dettagli sulla questione (con tutti gli scambi di mail et cetera) sono presenti sul suo sito e sono interessanti, anche se non per il motivo che crede Barnard. Sono interessanti quanto le polemiche tra D'Avanzo e Travaglio e testimoniano lo stato della "controinformazione" (o come vogliamo chiamarla) in Italia, che è quello di un insieme di egomaniaci spesso più tesi a fornire la propria ricetta salvifica per il Paese che a rendersi conto di essere niente più dei capponi di Renzo (anche se Renzo in questo caso è il dottor Silvio Berlusconi).

Recentemente ha fatto il giro dei blog un articolo a firma di Barnard che si scaglia contro l'inerzia del popolo italiano drogato di Grillo e Travaglio e quindi incapace di andare in piazza e difendere nella pratica il Paese dagli attacchi alla democrazia e alla libertà portati dal governo. Il che è probabilmente vero, se non fosse che Barnard per dimostrarci l'inettitudine degli Italiani prende ad esempio un recente fatto di cronaca politica avvenuto in Pakistan. Inizia così uno degli esempi di mistificazione più impressionanti che abbia letto negli ultimi tempi.

L'incipit di Barnard è incisivo: "Altro che lavavetri, altro che fruttivendoli. Altro che Grillo, altro che Travaglio. Per l’ennesima volta la nostra olezzosa quanto ingiustificata presunzione di popolo avanzato viene umiliata dai nostri sottoposti, da coloro cui diamo del tu anche se manco li conosciamo e nonostante siano adulti come o più di noi. I pakistani (quelle persone scure di pelle che qui ci vendono le carote o ci portano la pizza in casa), ci hanno appena insegnato cosa significa essere Popolo, cioè avere le palle per governare la propria Storia, essere protagonisti civici. I ‘negretti’ in pigiama, ciabattine e bicicletta battono i bellimbusti in cravatta, Clark e Repubblica sottobraccio 10 a 0."

Barnard parte deciso e fa di tutta l'erba un fascio: seguaci di Grillo, Travaglio e lettori di Repubblica (in cravatta e Clark ai piedi, che fanno molto "sinistra ma non troppo"), venite in Pakistan ad imparare cosa succede. E cosa hanno fatto di così straordinario, immenso, i tanto vituperati Pakistani? Cosa? Barnard ce lo spiega subito:

Prima i fatti. Lunedì 16 marzo, il governo pakistano del Presidente Asif Ali Zardari ha annunciato il ritorno alla carica di giudice dell’ex presidente della Corte Suprema Iftikhar Muhammad Chaudhry, e di altri giudici assieme a lui licenziati nel 2007 dall’allora dittatore Pervez Musharraf. La decisione, una vera e propria perdita di faccia, è stata imposta ad Ali Zardari principalmente dalla rivolta popolare della gente comune, che si è riversata a fiumi nelle strade per ottenere un ritorno alla legalità e il rispetto delle regole in Pakistan.

Ci sarebbe da restare ammirati, in effetti. E infatti Barnard commenta:

I cittadini di quel Paese hanno affrontato la violenza brutale della polizia, gli arresti di massa, e anche la possibilità di morte per ristabilire al proprio posto un giudice che aveva l’abitudine di applicare la legge e di scavare nel marcio del Potere.

Ammirevole coraggio. Proseguendo nell'elogio dell'operato del giudice Iftikhar Chaudhry, Barnard ci ricorda che aveva in passato fatto indagini sull'ex premier Benazir Bhutto ed il marito Asif Ali Zardari, attualmente Presidente del Pakistan, che aveva anche fatto incarcerare. Barnard non nega poi che

[c]ertamente non estranei alla riabilitazione del giudice sono stati il Capo di Stato Maggiore dell’esercito Gen. Ashfaq Kayani e il Segretario di Stato USA Hillary Clinton, entrambi intervenuti per ammansire Zardari

ma comunque

non v’è ombra di dubbio che senza la massiccia mobilitazione di centinaia di migliaia di semplici cittadini e senza la loro presa di posizione sulle barricate per settimane, e a dispetto dei gravi rischi, nulla sarebbe accaduto.

Il giornalista nostrano, in un incredibile quanto sleale attacco di smemoratezza, dimentica completamente il protagonista principale delle proteste, l'uomo che le ha innescate, cavalcate ed amplificate: Nawaz Sharif, ex-primo ministro pakistano (in ben due tornate).

Nawaz Sharif è noto per essere un politico islamista conservatore, per avere appoggiato la dittatura fondamentalista del Presidente Zia ul-Haq (l'uomo responsabile di aver dato una fortissima svolta islamista al paese), per aver proposto nel 1998 di instaurare la Sharia come legge del paese (cosa che portò poi al golpe anti-islamista del generale Musharraf), di avere emendato la Costituzione del Pakistan eliminando la libertà di mandato dei parlamentari e vincolandoli a votare in base alle scelte del Partito di appartenenza, di avere invaso l'India nel 1999 facendo spacciare i soldati pakistani per indipendentisti del Kashmir.

Questo sant'uomo e i suoi seguaci sono le persone che hanno organizzato le manifestazioni e che hanno, tra l'altro, annunciato una marcia dal Punjab, regione in cui risiede Sharif e in cui ha la maggioranza dei sostenitori, diretta ad Islamabad, la quale sarebbe stata un "preludio alla rivoluzione" nelle parole di Sharif. A seguito dell'annuncio di Sharif, il Presidente Zardari ha effettivamente rimesso al loro posto i giudici (nominati da Sharif stesso secondo criteri universalmente considerati "nepotisti") che erano stati deposti da Musharraf.

Quando si leggono i fatti attraverso quest'ottica, anche il "coraggio" del giudice Chaudhry nell'incriminare la Bhutto e Zardari, avversari politici del primo ministro Sharif che lo aveva nominato, appare in effetti molto meno coraggioso. E i gloriosi pakistani amanti della democrazia e della giustizia ci appaiono in effetti come seguaci e militanti di un partito fondamentalista islamico che minaccia esplicitamente una rivoluzione e un assalto alla capitale Islamabad.

Ma a Barnard che importa? Per lui è molto più importante distorcere la verità per poter accusare gli odiati Grillo e Travaglio:

Non hanno Di Pietro, Gomez, Santoro, Nanni Moretti, Ricca, Stella, Luttazzi, Report, Viva l’Italia, C’era una Volta, Flores D’Arcais e i meetup. Eppure hanno cambiato la loro Storia e l’hanno cambiata con la C maiuscola. Un giudice di un Paese violento e dittatoriale, straziato dalla povertà e dominato dagli eserciti (USA e pakistano), è stato salvato dalla gente comune che è scesa in strada.

Rileggere l'articolo una volta che si conoscono per davvero i fatti è assolutamente esilarante. Immaginarsi questi poveri pakistani straccioni e diseredati che combattono in nome della Giustizia contro forze più grandi di loro resta, appunto, un puro esercizio di immaginazione, una falsità instillataci da un uomo talmente offuscato dall'odio nei confronti di tanti colleghi da distorcere in maniera abnorme i FATTI.

Che gli Italiani siano un popolo pigro che spesso soddisfa alla fonte dei "polemisti" o dei "comici" un bisogno di giustizia superficiale e incapace di tradursi in una vera azione di protesta, politica e meno, non resta meno vero. Che dobbiamo stare attenti ai Grillo, ai Travaglio, ai Di Pietro, beh, francamente lo sappiamo già (o è sperabile che noi lo si sappia). Ma Barnard non creda di stare su un altare: teniamo sotto controllo anche lui. E distorcere in maniera così evidente dei fatti per poterci ricamare su una favoletta morale attraverso la quale scagliarci le sue verità dall'alto e delegittimare i suoi "avversari" non gli fa certo onore, e getta un'ombra preoccupante sul suo operato di giornalista.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Lei e' uno dei tanti che non ha ancora capito perche' Barnard attacca Travaglio e Grillo,la inviterei a leggere quello che ha scritto in proposito nella pagina di Barnard.
Per quanto riguard de "Magistris Pakistan" Vedo che neanche li ha capito niente.
Barnard mette in evidenza come un popolo e' riuscito a far rispettare i propri desideri.
Lei dice che il loro capo e' stato un fondamentalista accusato di sopprusi.
Se il capo di questa rivoluzione e' riuscito a stare a capo di tanta gente significa che non stava in galera, basta solo questa evidente realta' per far capire che chi sta' mentendo spudoratamente e lei non Barnard.
Per non parlare poi dell'omissione da parte sua di alcuni passaggi molto importanti del pezzo di Barnard che lei ha volutamente omesso e che non sono neanche interessata a riportare.Per chi vuole capire meglio basta entrare nella pagina di Barnard e leggere per intero questa considerazione.
per quanto riguarda Barnard Travaglio le rimando un commento di un mio amico che si fa chiamare Rosarossa spero l'aiuti a capire.Rosarossa dice di :
"il pensiero di barnrad è in assoluta antitesi con quello di travaglio. Il problema è concettuale. Il punto non è se Travaglio o Barnard mentano o meno.. o qualcuno dica più verità di un altro. Il punto è .. che il giornalismo di Barnard mira a destabilizzare il problema nevralgico che inebetisce e imprigiona la società occidentale, mentre Travaglio mostra la frutta marcia, nascondendo l'albero che la genera nella sua interezza. Non mira alla patologia del problema, ed è grave.
..in poche parole Travaglio è tendenzioso, poiché il suo sistema etico è selettivo alla realtà italiana.. e internazionalmente fa orecchie da mercante senza essere così intelligente nelle analisi come lo è in italia.. Come se il sistema occidentale non fosse in totale simbiosi (per l'italia: in totale genuflessione) con i Poteri Anglo Americani marci fino all'osso. Travaglio dice la verità.. fin nella misura in cui le radici non vengano scoperte.
Barnard và oltre.."

Anonimo ha detto...

Barnard và oltre..", ha scritto il tipo prima di me ed è vero, va così oltre che non lo si vede più e non lo si capisce più e questo a lui, vanesio com'è, gli prude un casino. Pagherebbe oro pur di far parte dell'Antisistema (l'ultima invenzione) dei santoro, dei travaglio della dandini dei grillo. Barnard..... vieni qua, torna indietro sei andato troppo avanti, non ti si vede e capisce più fra "figaioli" e accentuatissimi desideri d'ambizione mal riposti. Ti lascio a Qoelet, fa proprio al caso tuo "Vanitas vanitatum".

Pinuccio detto anche il gancio

 
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