Segnalo questo interessante articolo di Giuseppe d'Avanzo (uno di quelli che ormai ho cominciato a chiamare "Capponi di Renzo", una interessante pattuglia di teste di minchia che mentre lottano contro un'Italia avviata al macello non trovano di meglio da fare che combattere fra di loro, fare le primedonne e delegittimarsi vicendevolmente agli occhi del pubblico e che comprende oltre a lui Marco Travaglio, Paolo Barnard, Gian Antonio Stella e così via) sulle intercettazioni telefoniche, condito di dati preziosi come questo:
L'inchiesta romana sulle manovre finanziarie dei "furbetti" Stefano Ricucci e Danilo Coppola (intercettati) ha consentito di recuperare 100 milioni di tasse evase. L'indagine Antonveneta, costata alla procura di Milano 8 milioni di euro (6 milioni spesi soltanto per la custodia giudiziaria), ha permesso allo Stato di incassare 102 milioni con i primi patteggiamenti e di sequestrarne 350 (saranno confiscati in caso di condanna o patteggiamento). Fatti i conti, due soli processi pagano l'intera spesa delle intercettazioni italiane per due anni, più o meno. Costano troppo, le intercettazioni?
Riguardo alle intercettazioni telefoniche io mi limito ad aggiungere che il gruppo di violentatori romeni di Guidonia che tanto stanno sulle pagine dei giornali in questi giorni non avrebbe mai potuto essere arrestato senza le tanto vituperate intercettazioni.
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