(da qui)
I suoi aguzzini sono i compagni di classe. Quelli con cui studia e gioca, con i quali va a fare la gita scolastica di fine anno. Tredicenni come lui. L'occasione è un viaggio in Puglia. Due giorni e due notti da incubo. Seviziato da sette compagni che lo usano per rapporti orali. Che lo minacciano, gli dicono di non dire niente a nessuno. E quando uno dei sette aguzzini ha un ripensamento, dice agli altri che è finalmente ora di smetterla, viene minacciato anche lui. Due notti da incubo nell'albergo in Puglia, lo stesso dove alloggiano i professori che hanno accompagnato in gita la terza media.
e che dovrebbero sorvegliarli. Sono loro i responsabili dei minorenni, ben otto docenti. La vittima racconta tutto ai genitori quando torna a casa. E loro, distrutti dal dolore, fanno una denuncia dettagliata alla preside, nero su bianco. Ma una settimana dopo le forze dell'ordine non sanno ancora nulla di quella violenza di gruppo. Saranno i carabinieri a cercare i genitori del ragazzo, grazie alle informazioni ricevute da conoscenti.
Sevizie di bambini su bambini. Tutti lo sanno ma nessuno parla per una settimana. Ma questo non è un ghetto di chissà quale luogo abbandonato dalla civiltà. È Posillipo e i sette aggressori come la vittima sono rampolli di famiglie bene, genitori professionisti. Tutti iscritti alla terza media della scuola Marechiaro, ultimo anno e nessuno che ha ancora compiuto quattordici anni. Tant'è che i carabinieri del luogotenente Tommaso Fiorentino, dopo aver raccolto la denuncia dei genitori, non hanno potuto far altro che consegnare al tribunale dei minori il fascicolo con i sette nomi. Ragazzi che non sono imputabili ma che ora andranno attentamente seguiti. La vittima non è per ora andata più a scuola, mentre lo stesso istituto dovrà necessariamente prendere dei provvedimenti.
Storia raccapricciante accaduta una settimana fa. L'anno scolastico è alla fine, e come sempre c'è una gita per gli alunni della terza media. La partenza per la Puglia e il ritorno sono la fotografia di una scolaresca festosa e scalmanata. Ma in questo caso i sette non pensano a giocare. Fanno sul serio. Il prescelto è il più debole del gruppo, il più mingherlino, quello che ha proprio l'aspetto di un bambino. Durante la prima notte in albergo chi dorme con lui apre la porta agli altri. Lo scuotono nel sonno, anche fin qui sembra un gioco. La vittima teme che i compagni abbiano intenzione di buttarlo sotto l'acqua gelida della doccia, oppure di spingerlo fuori dalla stanza nudo. Ma è molto peggio. Lo bloccano, lo tengono fermo a letto. In sei tutti intorno a lui, e il settimo a turno che lo costringe a un rapporto mentre gli altri lo sbeffeggiano. Inutile dibattersi, cercare di gridare. Quando l'incubo finisce la vittima viene avvertita: "Ora taci altrimenti ti facciamo passare un guaio".
La giornata dedicata alla gita sembra non finire mai, per il ragazzino violentato. Vuole solo tornare a casa, ma non parla con nessuno. Muto a testa bassa, pensa con terrore alla nuova notte che si avvicina. E puntualmente la scena si ripete. Il tredicenne esplode solo quando si ritrova di fronte i genitori, nella sua casa di Posillipo.
Racconta tutto, nei dettagli. E papà e mamma, insieme, si presentano a scuola con il tremendo racconto di quanto è successo al loro ragazzo. Si sparge la voce. Tutti sanno che è successo qualcosa di grave, ma nessuno sa esattamente cosa. È a questo punto che qualcosa si spezza. I genitori si rivolgono all'istituzione scuola, dicono tutto senza remore. Ma la denuncia dettagliata resta in un cassetto. Solo sette giorni dopo i carabinieri si presenteranno a scuola per chiedere spiegazioni. Le ottengono grazie alla divisa. Così il luogotenente Tommaso Fiorentino, con pazienza e delicatezza, contatta la famiglia del ragazzo. Si rifà tutto daccapo, una nuova denuncia che questa volta arriva sul tavolo del magistrato dei minori.
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3 commenti:
una cosa allucinante che dire, allucinante.
Non credo che si possano addossare le colpe solo agli insegnanti credo che il problema sia molto molto più complesso
un saluto
O_O Santo cielo!
Grazie mille per il commento, CIAO!!!
Sembra un film dell'orrore ed è certo che trattasi di un fatto criminoso che disgusta.
ps. Dopo 17 mesi di riposo forzato il ritorno a giocare a calcio è piuttosto difficoltoso, naturalmente a seconda del ruolo.
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