domenica 10 aprile 2011

Morto in cella dopo il pestaggio: l'ipotesi è di istigazione al suicidio

(da qui)

È morto poco dopo le 13 dopo una lunga agonia Carlo Saturno, il giovane detenuto trovato appeso a un lenzuolo dagli agenti del carcere di Bari. La Procura di Bari vuole sapere con certezza quello che è accaduto in cella: nel fascicolo coordinato dai pm Isabella Ginefra e Pasquale Drago, c'è anche un episodio avvenuto il giorno prima della tragedia e relativo a un pestaggio da parte della polizia penitenziaria.

Nel pomeriggio di oggi sono scattate le perquisizioni nel carcere di Bari da parte della polizia giudiziaria su disposizione della Procura. La polizia giudiziaria sta acquisendo fascicoli e documentazione utili a ricostruire i giorni precedenti a quello che sembra essere un suicidio. Dopo la morte, la Procura ha modificato l'iscrizione del fascicolo d'inchiesta che fino a ieri era a "modello 45", cioè senza indagati nè ipotesi di reato. L'ipotesi di reato ora è per istigazione al suicidio contro ignoti. E' stata disposta l'autopsia e nelle prossime ore sarà affidato l'incarico ad un medico legale.

Da fonti giudiziarie si apprende, inoltre, che il giorno precedente al presunto suicidio, Saturno era stato arrestato in carcere, dove era detenuto per furto, in seguito ad una colluttazione con alcuni agenti di polizia penitenziaria. Nei giorni successivi, durante il coma, l'arresto era stato convalidato dal gip per i reati di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

Nei giorni scorsi, i medici che lo stavano seguendo nel reparto di Rianimazione del Policlinico di Bari hanno manifestato qualche dubbio sul fatto che Carlo sia morto per asfissia dovuta al cappio del lenzuolo, da lui stesso annodato. Ma una perizia disposta dalla Procura ed eseguita dal medico legale Francesco Introna, ha stabilito che i segni intorno al collo sarebbero compatibili sia con un salto nel vuoto che con un eventuale strangolamento da parte di altri.

Le indagini non tralasciano alcun elemento, come l'episodio avvenuto il 29 marzo, quando il giovane reagì male alla comunicazione del cambio di padiglione, aggredendo un agente e ferendolo a una mano, e venendo a sua volta picchiato. A seguito di quella lite, Carlo fu messo in cella di isolamento, dove il 30 marzo si è impiccato.

A seguire il suo caso sarà ora l'avvocato Tania Rizzo, del foro di Lecce, che ha già assistito la famiglia Saturno nel processo contro nove agenti di polizia penitenziaria accusati di lesioni all'interno del carcere minorile di Lecce quando Carlo Saturno aveva solo 16 anni. "Adesso verificheremo quanto accaduto", annuncia, ma non si sbilancia in ipotesi e accuse. "Provvederemo subito a chiedere esternazioni ufficiali alla direzione del carcere di Bari e ci costituiremo nel procedimento che la Procura ha già aperto per poter seguire meglio le indagini".

L'associazione Antigone per i diritti dei detenuti intanto ieri ha fatto sapere alla famiglia Saturno che sosterrà a livello nazionale il caso. Il presidente Patrizio Gonnella aveva chiesto negli scorsi giorni un'inchiesta amministrativa e giudiziaria per accertare "quali siano state le cause del suicidio, se vi siano responsabilità dirette o indirette da parte di coloro che lo avevano in custodia, se vi è un nesso con il processo a Lecce".

Oggi intanto il caso sta suscitando numerose reazioni. Un'interrogazione parlamentare è stata rivolta al ministro della Giustizia Alfano dal parlamentare del Pd Dario Ginefra "perché vengano chiarite tutte le circostanze ed ogni eventuali responsabilità delle autorità competenti". Annunciano un'interrogazione anche i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante: "Vogliamo chiarezza, vogliamo sapere cosa succede all'interno delle carceri italiane. Non è possibile assistere impotenti ogni giorno al suicidio di detenuti, spesso giovani, che avvengono in circostanze poco chiare. Chiediamo che sia avviata un'indagine amministrativa e giudiziaria che chiarisca le cause del suicidio e accerti le responsabilità di quanti avevano in custodia Carlo Saturno".

1 commento:

il monticiano ha detto...

Che schifo!
Si allunga ogni giorno di più l'elenco di giovani "suicidati" nelle carceri italiane.
E le autorità stanno a guardare.
Ma riescono a dormire notti tranquille?

 
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