Lesioni personali aggravate, violenza privata e furto di merendine ai danni dei piccoli allievi della scuola materna Barsento di Fasano. Sono queste le accuse per le quali una maestra 63enne di Fasano, A. R. M., è stata rinviata a giudizio dal giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Brindisi Giuseppe Licci. Il gup ha accolto la richiesta formulata dal pubblico ministero Pierpaolo Montinaro al termine delle indagini, concluse quindici giorni fa. Parte integrante dell'inchiesta i filmati registrati in aula da una microcamera piazzata dai carabinieri dietro al crocifisso alle spalle della scrivania, in cui pare che la maestra compaia più volte mentre inveisce contro i bambini: "Sporchi albanesi, lavatevi".
L'incredibile vicenda giudiziaria ha inizio nell'autunno dello scorso anno. I bimbi della scuola materna fasanese si rifiutano di andare a scuola, "la maestra ci da le botte e ci mette in castigo", raccontano ai genitori fino a quando mamme e papà, preoccupati e increduli, non pretendono di vederci chiaro. Parlano con la maestra che nega indignata ogni accusa, dopodiché chiedono l'intervento del dirigente scolastico.
La situazione rimane invariata, tanto quanto il rifiuto dei bimbi di tornare a scuola, fino a quando un gruppo di genitori non decide di denunciare chiedendo di verificare se i bambini mentano oppure no. E' a questo punto che il pm decide di piazzare in aula una microcamera nel più insospettabile dei posti, esattamente dietro il crocifisso. Le immagini ritratte dalla telecamera per quarantacinque giorni consecutivi, dall'inizio di ottobre fino a metà settembre dello scorso anno, a quanto pare non solo confermano i racconti dei bambini, ma aggravano ulteriormente l'impianto accusatorio fino a svelare le invettive razziste e gli incredibili furti di merendine.
(da qui)
Secondo l'accusa dopo aver messo in castigo i bimbi, rubava le brioche custodite nelle cartelle e le mangiava in aula sotto gli occhi degli scolaretti digiuni. Episodi ripetuti che avvenivano anche quando la 63enne imputata era in aula in compagnia di una collega. La maestra aveva messo a punto una vera e propria tecnica per sottrarre le merendine ai piccoli e ci riusciva senza far notare la cosa all'altra insegnante. Peccato veniale di fronte agli strattoni, pizzicotti e schiaffi, inflitti ai bimbi.
Ce n'è quanto basta per chiedere la sospensione d'urgenza della docente, richiesta formulata a fine novembre dal pm Montinaro, accolta senza indugio dal giudice per le indagini preliminari. Da allora la maestra 63enne a scuola non ci è mai più tornata.
I genitori denuncianti hanno annunciato nell'udienza preliminare di questa mattina che si costituiranno parte civile nel processo che verrà, al fianco dei legali Francesco Gentile e Nicola Matarrese. Il dibattimento inizia a settembre.
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