domenica 26 settembre 2010

Montezemolo all'attacco della Lega, Fini all'attacco sulla legalità. E la sinistra dorme

Dopo il discorso di Fini di ieri, oggi tocca alla fondazione di Montezemolo attaccare la Lega Nord con un semplicissimo discorso: la Lega è corresponsabile del "disastro italiano", dato che negli ultimi 16 anni ne ha passati ben 11 al governo, senza contare l'amministrazione locale.

Il PD tace.

Oltre alla disastrosa gestione del territorio da parte del PD, di cui ho parlato qui, c'è una assenza totale di qualsiasi buonsenso politico e di parole d'ordine. C'è un vuoto pneumatico che dipende in larga parte anche dalla totale assenza di una linea guida. I Montezemolo e i Fini sono alfieri di una destra liberista e capitalista, perfettamente a loro agio in un mondo capitalista; non hanno bisogno di formulare un'alternativa o di "convertirsi": la loro offerta politica è un mondo uguale a questo ma più pulito, in cui la legalità e il razzismo non devono trovare posto. Mentre il PD e i partiti dei centrosinistra di tutta Europa sono in crisi perché questo mondo stride pesantemente con il modo di pensare del loro (potenziale) elettorato, che, indipendentemente dal fatto di avere creduto o meno nel "sogno comunista", non accetta che i valori socialdemocratici e sindacali siano stati di fatto svenduti. E come già ho avuto occasione di dire, tra una destra vera e una imitazione insicura, l'elettore "moderato" sceglie naturalmente l'originale.

Questo spiega perché, ad esempio, un partito come il PD si trovi in difficoltà nell'attaccare Marchionne, la Fiat, difendere i diritti sindacali, attaccare il sistema finanziario, contestare guerre e imperialismo economico e politico del mondo occidentale. Non spiega però la mancanza di polso su temi pertinenti a ogni persona onesta e che non dovrebbero essere appannaggio di alcun partito politico (né, a onor del vero, essere un tema di discussione in uno stato civile).
L'unica cosa che lo spiega è una mancanza di strategia base, soprattutto sul come entrare in futuro nel governo.

Il fatto è che attualmente il PD è in una fase dominata dalle manovre dalemiane. E con dalemiane uso un aggettivo riferito al "modo" di operare queste strategie, senza sapere quanto Massimo d'Alema stesso rientri nel gioco. Il PD ha abbandonato la "vocazione maggioritaria" di veltroniana memoria, e ha deciso di entrare al governo tramite le strategie di palazzo. Né più né meno di quanto abbia fatto nella Regione Sicilia (si veda l'eccellente articolo di Alessandro Tauro per Alla-fonte).

Per questo motivo il PD tace su quasi tutto: non ha intenzione di esporsi. La mancanza di un attacco generale sui temi della politica leghista è dovuto proprio a questo: il PD non ha ancora deciso se la Lega possa essere un possibile alleato con cui governare il paese, magari con una desistenza che consenta alla Lega di portare a casa ulteriori benefici fiscali e autogovernativi delle "regioni verdi" Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, in cambio di un supporto in Parlamento. Ricordiamo che fin dal 1996 D'Alema, per esempio, ha sempre considerato la Lega un possibile interlocutore.

Questa mancanza di una posizione chiara nei confronti della Lega, di UDC, di FLI, delle sinistre, di Di Pietro, è dovuta appunto al fatto che il PD, conscio di essere al palo del 25% nazionale in caso di elezioni, preferirebbe o appoggiare un nuovo governo in questa attuale legislatura, oppure potersi presentare con le mani libere e potere entrare in una qualsiasi maggioranza di governo futura. L'unico requisito posto dal PD è che la maggioranza non comprenda Berlusconi.

3 commenti:

ventopiumoso ha detto...

volpe, concordo quasi con tutto, tranne che con due cose:

1. chiamare "sinistra" il pd :) quanto meno usando, che so, il "destra e sinistra" di bobbio, o qualche altro buon manuale di sociologia e politica. certo, si può sempre dire che X è a sinistra di Y, dato un insieme con più di un elemento. ma quasto non fa di "X" sinistra, non più di quanto "Tunisi" sia nord, benché più nord di "Timbuctu". il pd, tutt'al più, si può ricondurre all'ala moderata e vagamente riformista della vecchia dc

2. che al pd vada bene qualcunque maggioranza purche' non con berlusconi. il pd e' vissuto gli ultimi quindici anni solo perche' c'e' stato berlusconi, ed e' stato li', al potere. secondo me al pd potrebbe andare bene perfino berlusconi. in fondo, rientrerebbe nella logica da te descritta nel non attaccare tizio e caio. e perche', quando mai ha attaccato il pdl? ha invitato il mafioso schifani. ha solidarizzato con dell'utri contestato a como. e non sta dicendo nulla -ne' lui, ne' repubblica- sulla riapertura del fasciscolo su silvio da parte dell'antimafia di palermo, sia per i rapporti con ciancimino (e' saltato fuori perfino l'assegno con cui la fininvest pagava la mafia palermitana, oltre a molta altra roba) che nientepocodimenoche le stragi del '93. tutto tace.

per il resto, ripeto, sono d'accordo con te.

SCIUSCIA ha detto...

E' tutto semplicemente esatto.

Aggiungo solo che una parte dell'immobilismo del PD è dettata anche da semplice e spregievoli begarulle di contrasti interni.

Ernest ha detto...

...
volevo mettere solo i puntini che ultimamente è quello che pensano i dirigenti del pd!
Allucinante.
un saluto

 
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