(da qui)
Un detenuto italiano, Matteo Carbognani, di circa 30 anni, si è ucciso ieri sera nel carcere di Parma impiccandosi con le lenzuola. Sale così a 42 il numero di suicidi dall'inizio dell'anno nelle carceri italiane. Lo ha reso noto Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del sindacato di polizia penitenziaria Sappe.
Un agente della penitenziaria - ha spiegato Durante - è intervenuto immediatamente, ma non ha potuto salvare il detenuto, ristretto in una sezione detentiva nella quale ci sono altri 50 reclusi. "Si trattava di un detenuto al quale restavano da espiare meno di due anni di reclusione" e, ha aggiunto il dirigente del Sappe, "era seguito attentamente, tant'è che lo psichiatra lo aveva visitato due giorni prima".
"E' un bilancio tristemente grave - afferma il segretario generale della Uil Pa penitenziari Eugenio Sarno- che non può non pesare sulle coscienze di chi non ha saputo dare adeguate risposte alle incivili condizioni di detenzione e di lavoro all'interno delle carceri italiane".
"Alla ripresa dei lavori parlamentari i nostri politici, Alfano in testa, hanno il dovere etico e morale di fornire e favorire soluzioni utili per contenere la barbarie che ogni giorno - conclude Sarno - si afferma all'interno delle nostre prigioni attraverso l'inumanità, l'inciviltà e l'illegalità".
"Probabilmente - aggiunge il Sappe - sarebbe stato opportuno approvare definitivamente il disegno di legge Alfano sulle pene detentive brevi, prima della pausa estiva. Nel solo carcere di Parma ci sono circa venti detenuti che potenzialmente potrebbero usufruire di quella legge, oltre al fatto che il Corpo di polizia penitenziaria potrebbe finalmente avere i duemila agenti di cui si parla ormai da due anni. A Parma ci sono 539 detenuti, a fronte di una capienza di 418 posti detentivi, mentre mancano più di 50 agenti. Bisogna ricordare che nel carcere di Parma ci sono tre sezioni detentive chiuse, le quali non possono essere aperte per mancanza di personale.
In Italia, spiega ancora il sindacato, ci sono circa 6mila posti detentivi inutilizzati per mancanza di agenti. Infatti ne mancano 6.500 dalle piante organiche. "Sarebbe quindi opportuno prevedere l'assunzione di almeno altri tremila agenti di polizia penitenziaria, oltre ai duemila già previsti, in modo da poter aprire tutte le strutture ancora chiuse, come Trento, Ancona, Rieti (aperto solo in parte), il centro clinico di Catanzaro e tanti altri. Solo in Emilia-Romagna, se ci fosse il personale, si potrebbero ricavare a breve oltre mille posti detentivi. A Rimini, per esempio, c'è anche una sezione chiusa per mancanza di agenti, mentre dieci detenuti continuano ad essere ristretti in 12 metri quadrati".
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