L'infinita polemica su ciò che ha o non ha davvero detto Indro Montanelli di Berlusconi e della sua "calata" nella redazione de "il Giornale" nel 1994 alla vigilia della sua candidatura alle politiche ha tenuto banco nei giorni scorsi. Prefe ne ha parlato sia su ScaricaBile n°14 sia sul suo blog, e così ha fatto in lungo e in largo Travaglio sul suo blog.
Il 24 marzo del 2001, Vittorio Feltri è ospite alla trasmissione Rai "il Raggio Verde", nella quale contesta Indro Montanelli. Il quale Indro Montanelli telefona per confermare che la descrizione di Travaglio degli avvenimenti a "il Giornale" corrisponde a verità.
Naturalmente non possiamo certo sapere se Montanelli non fosse semplicemente un vecchiaccio rancoroso che si è messo a dare ragione a Travaglio per una ripicca personale contro Berlusconi. Allora però vorremmo sentirlo dire da quei giornalisti mentirosi e codardi che continuano a spacciare la favoletta del "grande Indro": o Indro Montanelli negli ultimi anni non è vissuto all'altezza della sua fama, oppure Feltri, Giordano e tutti gli altri sono dei bugiardi prezzolati.
Passiamo ora a Michele Santoro. Indipendentemente da simpatie ed antipatie, vediamo quali sono i termini della querelle. Mario Giordano, direttore de "il Giornale", ha scritto che Michele Santoro ha definito i lettori del suo Giornale dei "poveretti". Qual è la miglior cosa che si possa fare a riguardo? Guardare il filmato dell'intervento incriminato. Filmato che ho anche trascritto nella sua parte fondamentale. Per chi volesse vedere cosa ha davvero detto Santoro sui lettori del Giornale, ecco qui il video:
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1 commento:
Grazie. :D
Come vedi ho aspettato con pazienza il tuo articolo.
Il fatto è che per i disgiornalisti è più facile rispondere con le balle che controbattere cn la verità..
Me ne accorgo io con gli articoli di Farrell e di Libero, e Giornali di famiglia vari.
E' facilissimo prendere per il culo e contrattaccare, un po' più difficile smontare una ad una le balle.
Ma i miei problemi non sono gli stessi di quegli pseudogiornalisti: come hai già detto tu occorre anche molta onestà intellettuale, che non significa certo non essere "obiettivi" o non schierati..
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