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venerdì 20 febbraio 2009
propagazione degli orrori
Questo è il modo in cui si comincia: con un famigliare coglione che ti stupra quando sei ragazzino. Te lo mette nel culo, letteralmente. Te lo infila in gola e ti fa arrivare la sua merda fin dentro al cervello prima che tu possa capirci qualcosa. Forse un giorno arriverai a odiare l'uomo che ti ha violentato, ma questo non sarà comunque sufficiente e farai la stessa cosa a tuo figlio, o forse al figlio di un altro. Stavo per dire "peggio ancora", ma in realtà il dolore inflitto a un individuo è pur sempre dolore inflitto ad un individuo, è sempre lo stesso dolore e vaffanculo alle aggravanti. Qui non c'è aggravante perché non c'è niente di peggio.
Questa è pedofilia mentale, è una forma di corruzione di minori bavosa e lasciva quanto le altre. E noi cosa possiamo fare per queste persone? Offrire la stessa pietà che si offre ad un cavallo azzoppato, perché queste persone in passato sono state ugualmente violentate. Si offre loro la pietà che offriamo a quel ragazzino che tra quindici anni sfascerà teste, inneggerà col saluto romano ad un politico democristiano che sfrutterà la sua eredità post-fascista per farsi votare contro i comunisti cattivi, e forse ammazzerà qualcuno in un raid punitivo, per la gioia del padre. E' importante ricordarsi che l'orrore da qualche parte ha origine.
La stessa pietà non la si può offrire a coloro che sono condiscendenti con l'orrore per il loro tornaconto elettorale o finanziario. Con quelli che godono con una forma perversa di onanismo voyeurista quando ex-ragazzini che hanno questo passato alle spalle spaccano le teste di comunisti, froci, immigrati, dato che, in fin dei conti, se lo sono meritato offendendo le loro insignificanti vite del cazzo con il loro essere, più o meno consapevolmente, più o meno colpevolmente, diversi.
L'originale di questo articolo fu pubblicato in un altro blog, semi-defunto, il 5 giugno 2008. Credo che oggi, dato il titolo odierno della prima pagina di Libero, sia il caso di ripescarlo.
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2 commenti:
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Senza parole davvero... Roba da Telefono Azzurro, senza scherzi.
se sono un maestro delle elementari e mi arriva un bimbo così , preso da infinito spirito pedagogico, gli strappo il braccio e lo infilo tra le chiappe al padre.
Lo so , non bisognerebbe strappargli il braccio. Ma finchè ci si riesce...
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