giovedì 23 luglio 2009

Arrestata assistente sociale: aveva rapporti con un ragazzino

Colta sul fatto, avrebbe dovuto dire "non sono una santa".
la Volpe


Erano soli in casa, rilassati su un divano, in atteggiamenti intimi che non lasciavano dubbi e soprattutto confermavano i sospetti dei genitori. Lei, Elena, assistente sociale, 30 anni, carina e spigliata, da sette anni al lavoro per la Diapason, una onlus che si occupa di minori in difficoltà e lavora in convenzione con il Comune. Lui, studente alle medie, 14 anni a novembre, meno della metà degli anni della sua tutor, ragazzino di periferia con problemi relazionali, troppo vicino alla donna. L´assistente sociale, già licenziata dalla cooperativa, è accusata di aver consumato rapporti sessuali con lo studente delle medie e per questo è stata arrestata.

Quando i carabinieri della compagnia di Porta Monforte, guidati dal maggiore Michele Piras, entrano nella casa dell´adolescente, al quartiere Corvetto, periferia a sud-est di Milano, non possono far altro che fermare la donna e condurla in caserma, anche se il ragazzino cerca di difenderla. «Lo volevo anch´io... Non stavamo facendo nulla di male», dice ai militari. Ma per la donna scatta subito l´arresto per violenza sessuale, aggravata dall´età della vittima e dal ruolo di tutela che la trentenne aveva nei suoi confronti. L´arresto arriva dopo un paio di settimane d´indagine dei carabinieri, seguite alla denuncia della madre dello studente - con problemi relazionali e di rendimento scolastico - che aveva scoperto alcuni sms nel cellulare del figlio.

Messaggi troppo intimi ed espliciti, inequivocabili, che facevano riferimento a una vera e propria relazione sessuale tra minore e tutor. Così è scattato il blitz. L´educatrice - «ha lavorato con noi per sette anni, gli ultimi due a tempo indeterminato, avevamo in lei estrema fiducia», dicono alla Diapason - era responsabile del programma Azimut, un progetto socio-educativo rivolto proprio a famiglie con figli tra gli 11 e i 14 anni. Un´attività quotidiana - per cinque pomeriggi a settimana - con l´obiettivo di prevenire ed evitare che i bambini vengano allontanati dalle famiglie.

La onlus operava in appalto con l´assessorato ai Servizi sociali del Comune e il sindaco Letizia Moratti ha annunciato la sospensione della convenzione, in attesa che si chiariscano le responsabilità di ogni attore della vicenda. «Non vogliamo minimizzare quanto accaduto, siamo di fronte a un fatto terrificante - è la reazione di Paolo Cattaneo, presidente della Diapason - Ci sentiamo estranei a quanto accaduto, ma allo stesso tempo maledettamente in colpa». E fino a oggi, la cooperativa, fondata nel 1985, con 120 educatori e 250 minori affidati tra Milano e hinterland, non aveva vissuto una disavventura di questo tipo. «Nessun progetto - si difende la onlus - prevede che gli incontri avvengano in casa, né di mattina», quando i carabinieri hanno sorpreso insieme l´assistente sociale e il suo giovanissimo studente.

(Milano, 23 luglio 2009)

9 commenti:

Matteo ha detto...

Francamente non capisco dove sia il reato.
Se il ragazzo è consenziente mi pare una intollerabile intrusione dello stato nella vita privata di due cittadini.

la Volpe ha detto...

Ognuno la pensa come vuole, io credo che un ragazzo di 13 anni che va con una di 30 sia una cosa decisamente anormale. Un uomo di 30 con una di 13 sarebbe considerato un pedofilo. Se tua sorella o tua figlia di 13 vanno con un trentenne saresti contento? E di 12? Se va bene 13 allora perché non 12? E di 11? E di 9? Da qualche parte bisogna pur porre un limite.

Matteo ha detto...

La Volpe, questi sono affari dei genitori, non dello stato, i carabinieri non avevano nessun diritto di ARRESTARE quella donna, dato che il ragazzo era consenziente e non capisco con quale autorità l'abbiano fatto. Se poi i genitori non sono contenti del fatto, questo riguarda loro, ma arrestare una donna perché viene vista in atteggiamenti intimi con un adolescente mi sembra una palese violazione dello stato di diritto, come arrestare un gay o un adultero.
Tra l'altro vorrei capire: se un ventenne (maggiorenne) ha dei rapporti con una 16enne (minorenne) è pedofilia? Qual è il limite? e chi lo stabilisce? e sulla base di quale autorità può farlo?
L'unico limite è il consenso: se questo c'è da parte di entrambi i partner siamo nel lecito, viceversa nell'illecito. Se poi questo piaccia o non piaccia ai genitori sono affari loro, non certo della polizia.

la Volpe ha detto...

Forse non sai questo allora:

In Italia l'età del consenso è fissata a 14 anni, ma può salire o scendere a seconda dei casi. Infatti sale a 16 anni se uno dei due partner ha qualche forma di autorità o convivenza sul/la partner più giovane, ad esempio nel caso di insegnanti, catechisti, educatori, fratelli e/o sorelle maggiori, assistenti sociali, medici curanti, e pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni; sale ulteriormente a 18 anni se il fatto è commesso da un genitore (anche adottivo), da un ascendente, da un convivente di questi ultimi, o dal tutore. Invece, scende a 13 anni nel caso in cui i partner siano entrambi minorenni, a condizione che la differenza d'età tra loro non sia superiore a tre anni.

Qualsiasi atto sessuale compiutosi con una persona di minore età rispetto a quella prevista (a seconda dei casi riportati sopra) è considerata reato anche se il minore è consenziente.

il Ratto dello spazio ha detto...

giustamenti richiami i termini di legge circa i rapporti sessuali con minori,
da questo punto di vista la cosa è assai complessa,
perchè proprio 14?
quando si cominciano a scegliere limiti inferiori ai 18 anni le cose diventano sempre complesse,

in fondo la biologia ci permetterebbe già a 9 anni (casi che succedono) di avere figli,
quindi più che di biologia si parla di "testa",
ed allora è veramente difficile giudicare la sessualità,
a 14 anni si è veramente immaturi
esattamente come a 12
e come certi anziani a 73 (ogni riferimento è decisamente voluto)...
una cosa è sicura: fra 30 e 14 la differenza è tale che ci fa dire: ma cosa gli passava per la testa a quella là?

p.s.
e vogliamo parlare della risposta sconnessa della moratti che a questo punto sospende tutto?
addirittura mi fa rivalutare la maturità della pedofila in questione!

Matteo ha detto...

Infatti io non condivido proprio la legge
Giusto è quello che diceva prima ratatuille. Ma penso di scrivere un post sulla faccenda per articolare meglio la mia argomentazione. Ti farò sapere.

la Volpe ha detto...

Si tratta di un discorso certamente complesso, quello che ritengo assurdo è che una assistente sociale, in lavoro mi pare lì da 7 anni se non ricordo male, che lavora con un ragazzino che ha dei problemi ci vada a letto. A me sembra che si approfitti del suo ruolo.

Per la legge il problema è fissare una età. La legge fissa il limite d'età per l'azione penale obbligatoria sotto i 10 anni. Per persone dai 10 anni ai 14 se c'è il consenso dei genitori se ho capito bene non ci sono problemi. A me sembra che la legge sia molto libertaria.

E' un argomento interessante. Comunque converrai con me che da qualche parte un limite dovrà esserci, no? Non mi pare accettabile che un sessantenne possa andare a letto con una ragazza di 11 anni.

Francesca Gherpelli ha detto...

Perchè ovviamente è facilissimo verificare il consenso ad una relazione sessuale di un tredicenne, quando persino l'accertamento della capacità di intendere e di volere di un adulto richiede perizie ed esami psichiatrici. Sinceramente trovo piuttosto strano che un ragazzo di quell'età con problemi relazionali tanto gravi da richiedere l'intervento dei servizi sociali possa essere stato veramente capace di gestire serenamente e trarre beneficio da una relazione amorosa con una donna tanto più grande di lui e con un ruolo autoritario ed educativo nei suoi confronti.

Per parlare di limiti legali, potremmo metterci a discutere anche sul limite di 18 anni per la maggiore età o di 25 anni per il voto al Senato. La legge ha bisogno di fissare limiti validi per tutti i cittadini, e la verifica della correttezza generale di tali limiti si ha solamente a posteriori giudicandone gli effetti. I casi particolari poi esistono dovunque, e come tali andranno trattati; ma chiudersi gli occhi di fronte a certe situazioni, dichiarando che "tanto sono affari loro" in nome di un presunto libertarismo mi sembra semplicemente non volersi assumere la responsabilità della tutela dei più deboli, cosa che rientra tra i compiti basilari di uno Stato.

Matteo ha detto...

Ho scritto un post su questo in cui espongo il mio punto di vista, se ti interessa ti aspetto sul mio blog.

 
Clicky Web Analytics