Continuiamo il nostro tour degli orrori dell'opposizione con l'Italia dei Valori di Antonio di Pietro, che si prende a bordo nientemeno che quell'essere disgustoso che risponde al nome di Alessandro Cè.
Mi rifiuto di aggiungere altro e vi rimando al signor Tauro, qui...
Ne approfitto per precisare che, pur non appartenendo ad alcun partito, guardo con simpatia sia a Sinistra e Libertà sia, anche se meno, all'Italia dei Valori e a tanti militanti del PD (e non penso, come da pregiudizio classico, che il problema siano i militanti cattolici del PD) e dell'alleanza Rifondazione/Comunisti. Ciononostante, bisogna tenere d'occhio ogni neo per impedire che si trasformi in un tumore. Io mi sento battitore libero e non faccio il politico o il militante. Anche quando il mio contributo può sembrare solo distruttivo, cerco di evidenziare le mele marce che non devono infettare il cesto. E quando parlo di "cesto", la mia paura non è che Cè possa infettare Di Pietro o Nencini Vendola o D'Alema Bersani. Figuriamoci, quelli sono politici, e come diceva De André "non ci sono poteri buoni". Quello che mi preoccupa è che si diffonda un atteggiamento garantista e difensivo da "tifoso". Non lo sopporto nemmeno nel calcio, figuriamoci nella politica, dove tale atteggiamento è quello che porta inevitabilmente a disastri nella società perché ci rifiutiamo di vedere il male (neanche troppo) nascosto nei politici che dovrebbero rappresentare il nostro schieramento.
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6 commenti:
Grazie per la citazione e per il tuo lucidissimo post che per i concetti espressi mi sento di sposare in pieno.
Ricordo anni fa, quando in una commissione parlamentare si discuteva di rendere più pratico e meno macchinoso (per pazienti e medici) il ricorso agli oppiacei per gli ammalati terminali, il sig.Cè bloccò i lavori per diverse settimane o mesi. La somministrazione di queste medicine era, assurdamente, regolata dalla legge che punisce l'uso e la vendita di stupefacenti. In via teorica un medico che si recava da un suo paziente con la morfina poteva essere arrestato per spaccio; per non parlare degli intoppi vari come tante cartacce (ricettario in triplice copia) oppure le quantità ridicole che un dottore poteva trasportare.
Insomma, una cazzata così enorme che le varie forze politiche -DX e SX- decisero di cambiare all'unanimità la legge. Tutti tranne Cè (che tra l'altro è un medico). Il motivo di questa sua opposizione ? Bassa macelleria parlamentare (roba di posti, incarichi ecc.) ma soprattutto, temo, il desiderio di finire sui giornali. Almeno, a quei tempi ebbi questa impressione.
p.s.
sono andato a memoria e sono passati parecchi anni. Le cose si svolsero così, comunque, grosso modo.
A.B.
Immagino che per Di Pietro i suoi elettori dovrebbero credere al fatto che Cè avrebbe cambiato idea, si sia ravveduto in qualche modo. Ma non erano loro a lamentarsi del "trasformismo".
P.S. Adesso vado a vedere se il blog di Grillo o quello di Travaglio ne danno notizia.
Ho visto: non c'è... anzi, non Cè.
o.t. Ma delle tue frequentazioni romane, non ci racconti nulla?
Sinistra e Libertà rischia una nuova scissione. Per precauzione il prossimo convegno si terrà al largo di un atollo.
(Spinoza. So che lo odi, ma te lo meriti)
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