mercoledì 12 agosto 2009

il capitalismo totalitario e il futuro del socialismo (parte prima: problema)

Il filosofo, politologo e teorico costituzionalista Karl Loewenstein ha spiegato il totalitarismo in questi termini:

"The governmental techniques of a totalitarian regime are necessarily Authoritarian. But a totalitarian regime does much more. It attempts to mold the private life, soul, and morals of citizens to a dominant ideology. The officially proclaimed ideology penetrates into every nook and cranny of society; its ambition is total."

"Totalitarian regimes seek to destroy civil society i.e. communities that operate independently of the State."


Riflettendo un poco su questo punto, può apparire interessante fare un confronto tra certi elementi del pensiero capitalista liberista moderno e il totalitarismo. Appare abbastanza chiaro come il pensiero totalitario si sia inserito profondamente nel capitalismo: il rifiuto capitalista di accettare che possa esserci un'altra forma di sviluppo non legata alla pura crescita economica; il rifiuto di accettare regole diverse dal cosiddetto "libero mercato"; la condanna di qualsiasi alternativa come una forma malata di idealismo hippie, pacifista, ingenuo, oppure di statalismo comunista/socialista e quindi spettro e ombra della dittatura; il rifiuto di sottoporre a una forma di discussione o confronto le proprie affermazioni in un atteggiamento che ricorda molto più una religione rivelata che non una elaborazione filosofica o scientifica.

Il pensatore socialista ha auspicabilmente compreso che il pensiero marxista non può essere il termine della riflessione filosofica, e che il comunismo sovietico è stato una dittatura feroce e nazionalista che ha oppresso il proprio popolo e schiavizzato i popoli vicini; il pensatore liberista capitalista non riesce nemmeno ad ammettere i crimini causati dalla propria ideologia: chiama l'economia moderna scienza e verità, chiama i crimini errori, e a denti stretti, quando è di ampie vedute, ammette che possano esserci "applicazioni sbagliate" di essa, e che da codeste derivino i problemi e non da questioni intrinseche all'ideologia stessa.

Lascio che gli sciocchi credano alle favole: la formazione di una entità dominante, di qualsiasi tipo, in ogni situazione, è prodromo e fomite di totalitarismo, e quindi di corruzione mortale, per qualsiasi aspetto della vita umana. Dalla separazione dei poteri alla libertà di opinione, ogni miglioramento della comunità passa inevitabilmente dall'indebolimento del potere e dalla moltiplicazione degli enti, dalla vitalità del maggior numero possibile di idee, dalla massima condivisione delle responsabilità: in una parola, dall'equilibrio.

Non si vede dunque per quale motivo si debba perseguire l'applicazione sistematica di una ideologia, come quei bambini che, giocando con figure geometriche tridimensionali in plastica semirigida, avendo deciso che nel buco del cubo ci voglion mettere la piramide, pur avendo capito perfettamente che la piramide non potrà starci, fan di tutto per incastrargliela, a costo di rovinare irrimediabilmente la figura, e forse anche a deformare la base nella quale le figure vanno inserite.

Purtroppo, non meglio vanno le cose sul fronte delle sinistre. Con il crollo del socialismo sovietico, la sinistra massimalista si ritrova allo stesso tempo da un lato sul banco degli imputati (cosa che non dovrebbe preoccuparla più di tanto, a dire il vero, sempre che si sia dell'opinione che Stalin fu un volgare pluriomicida affabulatore, e non un maestro di politica) e dall'altro priva di un punto di riferimento (e anche questo non dovrebbe preoccuparla più di tanto, sempre che si sia dell'opinione che l'URSS fosse una volgare distorsione totalitaria, e non lo specchio fedele ed esito inevitabile del sogno vagheggiato da Marx ed Engels). Allo stesso tempo, la sinistra riformista si trova nella non invidiabile posizione di aver terminato le riforme - e per paura che ogni successiva riforma possa essere accusata di statalismo filosovietico, e per l'obiettivo collassare dello stato sociale, che nell'Europa socialdemocratica si sta trasformando in una micidiale zavorra dei sogni di sviluppo che ormai hanno del tutto drogato e inquinato il pensiero di tanta gente anche a sinistra, nell'esecuzione perfetta dell'obiettivo del totalitarismo consumista (e qui torniamo al principio, e chiudiamo il circolo vizioso): il pensiero totalitario liberista capitalista consumista, infatti, riesce nello scopo di "mold the private life, soul, and morals of citizens to a dominant ideology. The officially proclaimed ideology penetrates into every nook and cranny of society; its ambition is total".

Nessun commento:

 
Clicky Web Analytics