lunedì 11 gennaio 2010

Perché sono un rompicazzo

Il mio intervento precedente ha suscitato commenti interessanti, e credo che per dare una risposta significativa in questa sede sia necessario scrivere qualcosa di un poco più elaborato di un commentino in fondo a quelli dei miei lettori. Un commento un poco più ampio e generale che spieghi, essenzialmente, non per la prima volta, perché io rompa il cazzo (soprattutto a sinistra).

Una delle grandi potenzialità della rete è il confronto fra idee diverse. Però, troppo spesso, finisce che la rete convogli gruppi di frustrati (lo dico in senso quasi positivo) in una stessa direzione, tanto è vero che l'esito è solo quello di scriversi addosso le stesse cose. Il risultato è, troppo spesso, leggere una marea di commenti discutibili, disinformati, di gente che cade in una spirale di esagerazioni. La cosa peggiore è che si smette di "pensare pulito". Si sporcano anche cose che non dovrebbero essere sporcate (dal senso del divino alla verità civile della resistenza partigiana). Si nega il diritto alle opinioni. Si alimentano pensieri razzisti ed errori storici ("chi è di sinistra è migliore di chi è di destra"; sarebbe interessante mettere a confronto uno stalinista e un liberale e chiedersi chi dei due "sarebbe" il migliore; ah già, ma quando uno di sinistra è stronzo allora è un fascista mascherato, chiaro).

In una situazione di questo tipo io cerco, nel mio piccolo, almeno in qualche ambito, di remare contro. A costo di fare la figura del bastian contrario, a costo di incappare in errori e stronzate (ne ho fatti tanti e dette tante, anche se credo di essere leggermente sopra la media nella mia capacità di ammetterli).

Nel caso specifico, credo che il 99% di quelli che frequentano il mio blog e i cui blog frequento, sono elettori di sinistra che ritengono che la mafia e la 'ndrangheta siano un problema gigantesco del sud (e non solo) e che vedono un atto di dignità nella ribellione di Rosarno allo stato delle cose vergognoso al quale tanti immigrati oltre a loro sono costretti nel nostro paese. Credo che molti di noi siano in grado di individuare almeno alcune delle cause di questi problemi, che chiaramente non possono essere "questi vengono a rubarci il lavoro, a fare i criminali e a stuprare le nostre donne".

Ciononostante, ho letto e sentito commenti che mi hanno fatto cadere le braccia di gente che incita alla violenza, naturalmente seduta dietro al proprio pc di casa. E quando c'è chi dice "i calabresi che hanno picchiato i neri lo fanno anche per sfogare la propria frustrazione di non potersi vendicare dei soprusi dei mafiosi", allora io dico che molti dei sinistronzi che godono per gli assalti più ingiustificati degli immigrati sono altrettanto frustrati e vorrebbero essere loro a picchiare chi li sottopone a soprusi in tutti i giorni della loro vita.

Lasciarsi guidare dalla violenza, approvarla, assaporarla e compiacersene, non può portare a niente. O fate la rivoluzione, ma la fate davvero, oppure combattete per altre strade. Strade democratiche e legali. Denunciate, comprendete, informatevi. Ma cercate di mantenere i pensieri puliti. A tutti i costi. L'unico modo di combattere è rimanere puliti. E il mio è un tentativo, talora maldestro, di incoraggiare l'igiene mentale.

7 commenti:

Calzino ha detto...

Ti ho citato nel mio ultimo post con riferimento a queste tue righe... spero non ti dispiaccia!

la Volpe ha detto...

beh no, chiaro che se poi vieni a tirarmi una statuetta del quartiere anseatico di Bergen in faccia poi ci rimango male... :p

Alessandro Tauro ha detto...

Ahhahahha! Stupendo questo commento!! :D

comunque mi permetto di sposare il post nella sua totalità!

Quello di Rosarno non è stato un eccellente episodio di "rivalsa degli oppressi" (cosa che invece sarebbe potuto essere in una storia ipotetica fatta con i SE), ma la semplice dimostrazione della difficoltà della convivenza tra "diversi" in questo paese e un esempio emblematico di una terrificante guerra tra poveri.

Perlomeno, personalmente, tendo a vederla così. Vorrei davvero essere smentito dai fatti. Parecchio...

Gap ha detto...

Che tu sia un rompicazzo mi pare una casa lapalissiana. secondo me vai in giro per blog a trovare situazioni, concetti ed errori solo per il gusto del contraddittorio e del rimarcare.
Dopo il cazzeggio passiamo alle cose serie.
Berlusconi e il Duomo- Ribadisco, essendo umano, che la prima reazione è stata di godimento. Le analisi socio-politiche sono venute poi. Complimenti a coloro che hanno mantenuto salda la barra del timone e hanno analizzato immediatamente il problema in tutte le sue implicazioni politiche e non solo. Non me ne vergongo e non me ne faccio un problema.
Rosarno- Anche qui parlare seduti davanti alla tastiera e allo schermo è facile, molto e troppo facile. Provate ad immedesimarvi nei neri sfruttati e derisi e, sembra che tutti si siano dimenticati di questo piccoloparticolare, presi a fucilate. In ogni rivolta, reale fittizia giusta o meno, ci sono gli eccessi. Ci sono in quelle pianificate e dirette figuriamoci se una rivolta è spontanea e frutto di una provocazione armata che si somma a una situazione di vita indegna per qualsiasi essere umano.
Chiediamoci, invece, perché come lals olito venga classificata come razzista una intera città e una intera regione. Fino a prova contraria di episodi di razzismno in calabria non è che ne siano saliti molti alla ribalta. Anzi, qualcuno lo gha scoperto solo ora, ma l'esempio di Riace era noto a chi segue le notizie in toto e non solo quelle che fanno comodo al proprio particolare. Di conseguenza non si può giustificare il comportamento degli immigrati, ma capirlo si e tanto.
Ai rosarnesi vorrei dire che se si sentivano abbandonati dallo Stato potevano trovare mezzi più pacifici per farlo notare e non accodarsi agli uomini della n'drangheta nel distruggere e assaltare. Se loro si sentivano abbandonati dallo Stato come si sentivano i neri abbandonati da tutti?

Capitolo a parte meriterebbero gli italiani e i sinostrsi che non fanno altro che lamentarsi a voce, per iscritto e finanche sui blog. Tu mi leggi e sai cosa ne penso.
Ti ho già rubato spazio a sufficienza. Non segnalarmi errori di battuta o laltro altrimenti ti tiro addosso il Colossoeo.

la Volpe ha detto...

non segnalo errori, ma volevo dirti che mi e' piaciuto molto questo passaggio:

"Ai rosarnesi vorrei dire che se si sentivano abbandonati dallo Stato potevano trovare mezzi più pacifici per farlo notare e non accodarsi agli uomini della n'drangheta nel distruggere e assaltare. Se loro si sentivano abbandonati dallo Stato come si sentivano i neri abbandonati da tutti?"

che condivido in toto

Ernest ha detto...

concordo pienamente con ciò che hai scritto
un saluto

Anonimo ha detto...

Il problema siamo noi italiani e il nostro modo di pensare, sempre molto asservito al potere e al tornaconto immediato. Spesso non vediamo gli effetti anche a corto raggio.
Gli africani non sono così ed è per questo che ci sono stati quei disordini. Sarà un caso, ma non si parlava quasi mai di casalesi, poi c'è stata una rivolta a CastelVolturno (ne hanno ammazzati quanti? otto o dieci? Miriam Makeba non se la ricorda nessuno?) e si è parlato di più del problema. Non si parla quasi mai di Calabria e 'ndrageta, poi si ribellano a Rosarno (io non l'avevo quasi mai sentito nominare) e si inizia a discuterne. Dagli africani non dobbiamo imparare la violenza, però dobbiamo imparare a lottare per la nostra vita e per il nostro pensiero.

 
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