(di Antonio di Costanzo, da qui)
C'era il vertice dell'associazione, pusher legati ai clan Mazzarella e Di Biase. Poi c'era un gruppo di incensurati che lavorava per conto dei primi e veniva pagato con dosi di droga, come il portiere di uno stabile di Posillipo che la nascondeva in mezzo al pane. E, infine, c'erano loro: i clienti assidui, oltre cinquanta persone. Tutti esponenti di quella "Napoli bene" che cercava lo sballo nella cocaina e che per evitare il disturbo e i rischi di andarla a cercare in strada si faceva portare la "polvere" direttamente a casa o, persino, nella clinica medica dove un noto ginecologo, tra un paziente e l'altro, riceveva anche gli spacciatori prima di operare. Questo e altro racconta l'ordinanza emessa dal gip Luisa Toscano su richiesta del pm della Dda Michele Del Prete.
Oltre mille pagine che descrivono uno spaccato di Napoli inquietante dove avvocati, commercialisti, medici e imprenditori di Posillipo, Vomero e Chiaia sborsavano 90 euro a dose per la cocaina che veniva acquistata sia per l'uso giornaliero che in occasione speciali, ovvero quando si organizzavano cene e feste in casa. Un'indagine basata su trecento episodi accertati avviata nel 2009 quando, nel corso di un'inchiesta su un tentativo di estorsione, i carabinieri della stazione di Posillipo, diretta dal comandante Tommaso Fiorentino, intercettarono casualmente alcune telefonate su un giro di droga nella "Napoli bene". Da qui l'indagine che ha portato alla luce un business che fruttava all'organizzazione oltre 100mila euro al mese.
In mattinata il blitz dei militari della compagnia di Bagnoli, guidata dal capitano Federico Scarabello, che ha portato all'arresto di dieci persone (FOTO). Due provvedimenti sono stati notificati in carcere, quattro gli incensurati. All'appello manca uno skipper caprese che, come emerge dalle intercettazioni, consegnava la droga ai clienti all'interno di un noto ristorante dell'isola. Tra gli indagati figurano due coniugi di Posillipo, imprenditori, per i quali il gip ha respinto la richiesta di arresto: avrebbero finanziato l'acquisto di una partita di stupefacenti.
Secondo quanto emerso dall'indagine, tra i più assidui consumatori di cocaina c'era il ginecologo, che ordinava lo stupefacente e se lo faceva portare nella clinica in cui lavora anche due o tre volte al giorno. Il medico, così come gli altri consumatori, non è indagato. Finiscono in carcere Luciano, Gabriele e Vincenzo Vastolo, Antonio Iamboglia, Francesco Plancqueel, Maria Amendola, Rosario Balsamo e Vincenzo Basile. Mario Luongo e Salvatore Testa, invece, hanno ottenuto il beneficio dei domiciliari. Tutti sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Nel corso dell'operazione i militari hanno scoperto anche un terreno in via Petrarca a Posillipo, trasformato in serra per la coltivazione di marijuana.
Blitz antidroga ai danni di un clan partenopeo anche in Abruzzo. Diciotto ordinanze di custodia cautelare in carcere per traffico e spaccio di droga, una delle quali nei confronti di Salvatore Puccinelli, alias "Totore straccetta", 55enne capo dell'omonimo clan camorristico del Rione Traiano, sono state eseguite dai carabinieri a Pescara. Puccinelli dal 2009 era sottoposto al regime di sorveglianza speciale con obbligo di dimora a Montesilvano, dove aveva trasferito la residenza insieme a moglie e figlio. Aveva messo su un'organizzazione con capi e gregari incaricati di reperimento, detenzione, trasporto e cessione di grandi quantità di cocaina, acquistata a Napoli e destinata a tossicodipendenti delle province di Pescara e Teramo.
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