venerdì 30 aprile 2010

Monza, operaio muore schiacciato da pressa

Una pressa ha schiacciato la vita di Massimo Cambiaghi, 44 anni, all'interno della Vsp, azienda metalmeccanica quotata in Borsa con sede in via Aristotele a Brugherio (MIlano). E' la ventesima vittima sul lavoro in Lombardia dall'inizio dell'anno.

L'uomo viveva con i genitori a poche centinaia di metri dal luogo della tragedia. Vicecapo reparto, una lunga esperienza alle spalle, Paleari era alla sua postazione. In piedi, davanti a una pressa che realizza bulloni, come ogni giorno stava controllando il processo produttivo. Un malore, forse un movimento brusco, e la vittima è stata risucchiata dall'ingranaggio.

Tutto si è consumato in pochi istanti davanti agli occhi dei colleghi che sotto hanno chiamato i soccorsi. Sul posto è arrivata un'ambulanza seguita da una pattuglia della polizia locale. Ma il cuore dell'operaio aveva smesso di battere ancora prima dell'arrivo dei medici. La Procura di Monza ha aperto un'inchiesta per stabilire la dinamica dei fatti. Al momento non sono emerse violazioni in materia di sicurezza all'interno della ditta.

4 commenti:

NoirPink - modello Pandemonium ha detto...

Lavorare stanca, diceva Pavese. Oggi lavorare uccide, ma ci sono tante morti di serie B, dai cantieri ai carceri... Il valore della vita, però, torna in mente ai politici e ai media solo quando si parla di feti...

il monticiano ha detto...

Ma perchè le morti sul lavoro sono aumentate così vistosamente?
C'è qualcosa che non mi convince sia nella imprese sia nei cantieri e sia in altri posti dove ci sono operai e tecnici che lavorano.
Penso che i costi delle misure di sicurezza vengono ridotti al minimo indispensabile con questo tragico risultato: la perdita di troppo vite umane.

cerebro ha detto...

allora io sono un ex dipendente della vsp ho lavorato fianco a massimo cambiaghi 4 anno ho lasciato la vsp un mese fa per motivi di ingiustizia sui lavoratori in quella azienda io so che le norme di sicureza no funzionano corettamente nella vsp vorrei fare un appelo a tutte li autorita per che la verita salti fuori per che in questi casi 9 su 10 la azienda la passa liscia massimo era una persona molto responsavile solare è non aveva vizi io lo consideravo come un padre per i grande consigli che mi dava io ho 22 anni la mia mail e cerebro_05@hotmail.com massimo era vice capo riparto solo a voce per che la azienda era ingiusto con lui per che sulla carta era un operaio generico 3 forze 4 livelo nella vsp ci sono delle cose che no funzionano corretamente il sindacato no sa come funzionano le cose nella vsp per che i lavoratori hanno paura di eser licenziati massimo riposa in pace resterai nel nostro cuore

riccardo uccheddu ha detto...

E' una mattanza, quella dei lavoratori.
Ci troviamo immersi fino al collo in un nuovo Medioevo. Un Medioevo tecnologico, certo... ma il risultato non cambia.
Dei politici degni di questo nome dovrebbero IMPORRE l'osservanza scrupolosissima delle norme di sicurezza e sbattere in galera i responsabili delle imprese che le violano!!!
Il caso dell'operaio di Monza è tipico: spero che alla fine non dicano che è morto per colpa sua, o per negligenza.
C'è anche la questione del ricatto occupazionale: alla Saras di Sarroch (20 km da Cagliari) non da molto sono morti 3 operai.
Le inchieste vanno avanti, forse è stato anche ottenuto qualche risultato, ma si avrà il coraggio d'andare fino in fondo, in una regione come la Sardegna in cui sta chiudendo TUTTO?
E purtroppo, da quel che leggo si chiude anche al nord-est; siamo nella stessa barca, altro che "nord e sud"!
Tutta la mia solidarietà al povero operaio di Monza. Molto commovente anche quel che ha scritto il suo giovane collega.
Ciao e scusa la lunghezza!

 
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