BARI - Presa con la forza dal branco, trascinata in fondo all'autobus, palpata e costretta dal capo del gruppo, un ragazzo di 16 anni, a subire atti sessuali, mentre in tre la mantenevano e gli altri otto, seduti intorno, ridevano. La vittima è una quindicenne, studentessa di Bari, che dopo essere riuscita a scappare ha poi trovato il coraggio di indicare alla polizia il suo stupratore: "È lui, è stato lui", ha detto.
È successo martedì scorso, poco dopo le 19, in un mezzo pubblico occupato in buona parte dal gruppetto di minorenni e diretto a sud del capoluogo, nella ex frazione Torre a mare dove la studentessa incontrava quotidianamente gli amici. Lei, seduta avanti, si teneva ben distante da quei bulli e soprattutto dal sedicenne che già lunedì nello stesso autobus le aveva toccato il seno.
Appena il bus è arrivato fuori Bari, lui l'ha presa alle spalle e l'ha portata sui quattro sedili di dietro senza che nessun altro provasse a difenderla. L'ha costretta a stendersi e si è messo sopra di lei, mimando un rapporto completo. Poi si è abbassato i pantaloni e le ha stretto la faccia, mentre il branco rideva divertito e gli altri passeggeri viaggiavano nell'indifferenza generale. A quel punto, lei è riuscita a divincolarsi ed è scappata, scendendo alla prima fermata utile.
Mentre fuggiva lui le ha anche tirato un calcio, facendola cadere, e l'ha minacciata dicendo: "Tanto prima o poi ti becco e mi devi fare quello che voglio". È proprio per questa frase che gli investigatori, diretti dal capo della Mobile Luigi Liguori hanno ritenuto ci fosse il concreto pericolo di reiterazione del reato e quindi che fosse necessario fermarlo con l'arresto.
Gli agenti, chiamati dal personale dell'Amtab, hanno raggiunto il gruppetto di giovani al capolinea del bus dove si intrattenevano chiacchierando tranquillamente. Dopo averli interrogati e grazie anche al riconoscimento della ragazzina, il 16 enne, figlio di un pregiudicato e studente all'istituto alberghiero, è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale e condotto in Questura. Lì ha continuato a ostentare un atteggiamento arrogante, da vero capobranco: "Da qui io me ne vado - ha ripetuto - Non me ne frega niente di quello che dite". Gli altri tre compagni di avventura, indicati dalla vittima come coloro che la mantenevano ferma sui sedili, sono stati denunciati per favoreggiamento.
(3 luglio 2008)
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