Tredici i medici che hanno ricevuto l'ordinanza, insieme al rappresentante legale della casa di cura. Due di loro adesso si trovano in carcere, mentre gli altri dodici sono agli arresti domiciliari. Secondo le prime rivelazioni, diciotto persone sono accusate di truffa aggravata e falso in atto pubblico, tra di loro tre medici accusati anche di lesioni gravissime e omicidio volontario. Anche la clinica Santa Rita deve rispondere in qualità di ente giuridico in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.
Sono novanta gli episodi di lesioni gravi e gravissime contestati agli indagati. In cinque casi il reato sarebbe l'omicidio volontario. Secondo l'accusa i medici avrebbero condotto decine di operazioni con l'unico scopo di ottenere un rimborso, per gli anni 2005 e 2006, dal Servizio Sanitario Nazionale e dalla Regione Lombardia. Rimborso che sembrerebbe ammontare a due milioni e mezzo di euro circa. I pazienti operati inutilmente non venivano messi al corrente dei rischi che correvano e in cinque casi gli interventi si sarebbero rivelati fatali. I medici che lavorano nella struttura, secondo quanto rivelato dalle indagini, sarebbero stati scelti per la loro disponibilità a compiere operazioni "avventate". E questa disponibilità avrebbe fatto lievitare il loro compenso mensile da 1.700 a 28.000 euro.
Agghiaccianti i particolari. Si parla di polmoni rimossi anche in caso di tubercolosi, mammelle asportate senza motivo a donne in giovane età, anche a una diciottenne, quando sarebbe bastato togliere i noduli. Una donna di 88 anni colpita da tumore, a cui bastava una sola operazione è stata operata tre volte in tre mesi (con un rimborso di 12 mila euro per ogni intervento). Ci sarebbero stati anche interventi eseguiti senza il consenso firmato dai pazienti, che erano prevalentemente anziani, oppure contro il parere del medico curante.
I pm e la Guardia di finanza hanno sostenuto che l'uso delle intercettazioni è stato "fondamentale" per lo svolgimento dell'inchiesta, inserendosi così nella polemica sull'uso di questo strumento giudiziario seguita alle parole del premier Berlusconi, che ha parlato di un provvedimento per limitarle. "Proprio le intercettazioni - ha sottolineato il colonnello della Guardia di Finanza Cesare Marangoni - hanno consentito di accertare i cinque casi di omicidio volontario di cui sono accusati tre medici del reparto di Chirurgia toracica del Santa Rita". "L'utilizzo delle intercettazioni è stato fondamentale perché gli indagati parlano in modo esplicito della necessità di operare per guadagnare", hanno aggiunto i magistrati. L'inchiesta che riguarda la clinica, coordinata dai pm della Procura di Milano Grazia Pradella e Tiziana Siciliano, è cominciata nella primavera del 2007. Le fiamme gialle avevano sequestrato 4.000 cartelle cliniche su richiesta dei pm, ritenute non veritiere o comunque alterate per avere rimborsi gonfiati. Nessun commento giunge dai rappresentanti della clinica, che precisano di "esser venuti a conoscenza dei fatti esclusivamente dai mass media".
(9 giugno 2008)
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